di Grazia Gotti*
In missione ad Angoulême, come già un anno fa. Prima di raggiungere la capitale europea del fumetto ho fatto un giro per le librerie parigine per vedere le novità uscite in gennaio. Impilato nelle librerie per ragazzi, ma anche in quelle generaliste, ho trovato subito Sacrée Sorcières, disegnato da Pénélope Bagieu, per Gallimard. In edicola vedo Bagieu sulla copertina del settimanale Les Inrocks. Dahl dopo Colette, ecco la nuova idea di Gallimard Jeunesse! Classici a fumetti per i più giovani. Che gioia, quando la qualità è questa…
Più tardi, in treno per Angoulême, su un TGV non proprio smagliante, ho letto cose nuove e ho ripassato la lista di tutti i libri in nomination per la categoria Fauve Jeunesse. Viaggiando da sola non ho potuto scommettere con nessuno, peccato. Avrei vinto. Così come già avevo vinto a dicembre scorso a Montreuil: «Camille Jourdy vincitrice», mi ero lanciata. Ma a Montreuil il libro era subito sparito, nemmeno una copia rimasta.
Dopo Montreuil, tornata a Bologna, sono cominciati ad arrivare i fumetti che partecipano al Bologna Ragazzi Award nella speciale sezione dedicata ai fumetti, quelli per i più piccoli, per i medi e per i giovani adulti. L’Accademia Drosselmeier sì è riempita di scatoloni di fumetti e, finalmente, ho potuto leggere Les Vermeilles di Camille Jourdy, pubblicato da Actes Sud. L’ho messo subito nella borsa ma per qualche giorno non sono riuscita ad aprirlo, poi su un volo Bologna Lamezia Terme, alla fine ce l’ho fatta. Non parlo francese ma lo capisco. E lo leggo: WOW!
Devo spiegare. Per me “wow” vale più di ogni altra categoria critica. Non mi accade spesso di usarlo, ma quando capita sono davvero contenta. Nell’anno rodariano, immersa nella rilettura di La grammatica della fantasia, potrei dire di aver provato un sentimento di “festosità intellettuale”. Ricordo che grandi autori che hanno vestito anche l’abito da critico, ad esempio Borges, ha scritto “un libro felice” per dire di un libro che gli era piaciuto molto. Ecco, per me, Les Vermeilles è un libro felice.
Non mi piace raccontare le trame, voglio semplicemente mettere sull’avviso il lettore che si tratta di un classico nel quale si hanno echi di altri classici. Ad esempio basta aprire le pagine della fuga attraverso le fogne per pensare a Victor Hugo. L’incipit è classico che più classico non si può: una famiglia si appresta ad attrezzarsi per campeggiare, nel frattempo la figliuola si guarda intorno e al limitare della foresta non si ferma; la piccola Jo, questo il nome della protagonista, avanza senza paura e presto scopre due strani esseri che cavalcano due minipony.
Mi torna alla mente una mia scolara che, non appena cominciava l’intervallo, tirava fuori la sua collezione e li disponeva tutti sul banco e si metteva a cantare Mio mini pony che, nella serie televisiva, aveva la voce di Cristina D’Avena.
La critica francese ha accolto con entusiasmo quello che hanno definito un racconto di formazione lieve e immaginifico. Molti si soffermano sull’effetto affascinante che produce la palette del colore e dell’acquerello. Tanto rosa, molto rosso, questo ultimo alla maniera di Matisse. In alcune pagine l’effetto colore è stupefacente. Le immagini perdono i loro contorni e i colori si stemperano insieme.
Nella serie Rosalie Blum, tradotta anche da noi qualche anno fa da Comma 22, l’autrice ha un uso del colore realistico, mentre qui, per i ragazzi, si abbandona ad un uso libero e “fauve”. Penso sia questo risultato tecnico ad aver sollecitato le corde del lettore. C’è chi ha parlato di “magnetismo”.
Sono d’accordo, è successo anche a me. Avevo visto una tavola senza conoscere la provenienza, poi, finalmente l’ho ricondotta al libro. In quel periodo ho cambiato l’immagine del mio profilo Facebook che, sin dall’inizio, ha sempre avuto un solo dipinto di Georgia O’Keeffe. In molti mi hanno chiesto chi fosse l’autrice di quegli acquerelli. Non sono stata cortese, non ho risposto a nessuno, perché provo fastidio alle ripetute richieste di persone pigre, che non si danno la pena di cercare.
In Francia (notizia da Angoulême) siamo a 12.000 copie, e dovremmo considerare il ‘buco’ prima della ristampa. Ottima accoglienza anche in altri paesi. È un bel segnale. Il fumetto per ragazzi cresce ad ogni latitudine, ottimi lavori sono arrivati anche a Bologna da tutte le parti del mondo. In questi giorni una giuria internazionale li prenderà in esame e, fra meno di due mesi, alla Bologna Children’s Book Fair si comincerà a parlare anche di fumetti.
Da vecchia libraia sono davvero felice del fatto che la nostra Associazione di librerie indipendenti per ragazzi ha incluso i fumetti nel premio ORBIL. È stata annunciata la terzina di Orbil Balloon e il vincitore lo conosceremo nei giorni della fiera. Nelle nostre librerie il settore fumetti è curato con passione e competenza, e i risultati si vedono. Stiamo pensando ad un Festival diffuso, dalle Alpi alle Isole, quindi contiamo di avere Les Vermeilles presto tradotto. Chi lo porterà ai giovani lettori italiani? Mi lancio: vincerà anche a Bologna…
* Grazia Gotti è stata tra le fondatrici della Libreria Giannino Stoppani, storico punto di riferimento dell’editoria per bambini e ragazzi in Italia, e oggi è Presidente dell’Accademia Drosselmeier a Bologna.