Dopo i migliori classici, le migliori serie e i migliori graphic novel italiani, chiudiamo la nostra rassegna del meglio del 2019 allargando lo sguardo al di fuori dei nostri confini, con quelli che a nostro giudizio sono stati i migliori graphic novel di produzione straniera pubblicati in Italia nel corso dell’anno. Ed è una lista che spazia per il mondo forse più degli anni scorsi, proponendo opere dai panorami più produttivi del fumetto (Stati Uniti, Francia e Giappone) ma pescando anche da altre realtà magari poco frequentate dai lettori.
Nella selezione di questo 2019 trovano posto in modo predominante biografia e autobiografia, format consueti del graphic novel, ma che sono più del solito colorati dalla finzione, in un dialogo ibrido in grado di affascinare per le mescolanza di generi. La Storia e la fantascienza, il noir e l’infanzia, i conflitti bellici e l’arte, tutto si mescola, rendendo sempre più sfumato il confine tra i fatti e la creatività dei fumettisti.
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Il diario della mia scomparsa, di Hideo Azuma (J-Pop)
Hideo Azuma si è fatto un nome nel manga come autore di commedie per bambini di grande successo quali Pollon e Nanako SOS, note dalle nostre parti soprattutto per le loro trasposizioni animate (con i titoli rispettivamente di C’era una volta… Pollon e Nanà Supergirl). In realtà in Giappone Azuma ha fatto un po’ di tutto, dalla fantascienza alla parodie gekiga, ed è stato anche uno dei più apprezzati illustratori di lolicon (giovani ragazze in atteggiamenti maliziosi), diventando una figura di riferimento nella scena otaku. Sulla fine degli anni Ottanta, però, tutto cambia: dopo il boom, arriva il crollo.
Il diario della mia scomparsa racconta il tracollo psicologico di Azuma che, sottoposto allo stress lavorativo, all’insoddisfazione e alla depressione, scappa di casa e molla tutto. Ma proprio tutto: vivrà per mesi come un barbone, dormendo all’addiaccio e nutrendosi di avanzi e resti trovati in bidoni della spazzatura. Riportato a casa, fuggirà di nuovo. E poi finirà per peggiorare la propria situazione, tentando il suicidio e diventando un alcolizzato, al punto da venire condotto a forza in una clinica per disintossicarsi dalla dipendenza da alcol.
Il manga di Azuma è dunque un fumetto autobiografico che racconta questa incredibile discesa agli inferi – esistenziali – di un grande autore affermato. E lo fa coniugando con estrema efficacia (auto)ironia e momenti dalla tragicità unica. Con lo stesso segno dolce, rotondeggiante e caricaturale che lo aveva contraddistinto nei suoi manga comici come in quelli sexy o sci-fi, Azuma riesce a offrire uno dei più potenti, per quanto straniante, fumetti-verità dei nostri tempi.