Ho ucciso Adolf Hitler e altre storie d’amore, di Jason (001 Edizioni)
Dopo anni di assenza, il fumettista norvegese Jason è tornato nelle librerie italiane con un’antologia di tre suoi racconti lunghi (pubblicati originariamente in volumi singoli): Perché lo fai, I lupi mannari di Montpellier e, appunto, Ho ucciso Adolf Hitler, che dà il titolo al libro.
Le storie di Jason sono condensati di minimalismo a fumetti, brevi e intense incursioni in scorci quotidiani tinti di surreale, dove buffi animali antropomorfi si confrontano con una realtà fitta di dilemmi esistenziali o ordinarie follie moderne. Queste storie sono tra le migliori prodotte da Jason nel corso della sua carriera, dopo i primi lavori più minimali e poetici che gli valsero l’apprezzamento internazionale, come Ehi, aspetta… e Sshhh!.
Con questo trittico l’autore gioca con i generi (la fantascienza, l’horror, il thriller), piegandoli alle proprie necessità di narratore dedito alla sottile parodia del reale. I suoi personaggi si muovono goffi e incerti, fanno sorridere anche quando dovrebbero far piangere. Sembrano solo pupazzi all’interno di un teatrino dell’assurdo, eppure è assai facile empatizzare con le loro sventure.