Nel 1959, lo scrittore di origini argentine Julio Cortázar pubblicò un racconto intenso e appassionato che celebrava indirettamente la figura di uno dei più grandi jazzisti della storia, Charlie Parker. El perseguidor è diventato nel corso degli anni uno dei suoi romanzi più apprezzati, e nel 2009 ha vissuto di vita nuova, grazie a una edizione illustrata dal fumettista argentino Jose Muñoz (e pubblicata da Libros Del Zorro Rojo, un editore dall’interessante produzione, che pubblica svariati romanzi illustrati, fra cui, sempre di Cortazar, Reunion illustrato da Enrique Breccia).
Ora il libro è disponibile anche in edizione italiana (per l’editore romano SUR), in un pocket cartonato che seppur non dia massima espressione alle numerose illustrazioni di Muñoz, sicuramente riconosce una dimensione adatta al romanzo e alla tematica del libro, che fonde jazz, noir e finta biografia. L’edizione spagnola del volume era un volume patinato – fin troppo patinato – che metteva al centro il lavoro di Muñoz, sacrificando forse il contesto generale dell’opera.
L’inseguitore racconta gli ultimi giorni di vita di un sassofonista jazz, Johnny Carter, personaggio di finzione inserito in una “mock-biography”, una dichiarata celebrazione della figura di Charlie Parker. Johnny Carter è un musicista che tra America ed Europa si esprime con vigore, ammirato dal pubblico e dalla critica (e seguito dall’amico biografo, voce narrante del romanzo), ma è costantemente sull’orlo della rovina, per colpa di alcol e droga, e di individui che vivono alle sue spalle. Eppure sembra che sia proprio quando è in preda agli eccessi che la sua musica trova espressione maggiore. La sua vicenda è parabola di un mondo, quello del jazz, che viveva non solo grazie al talento ma anche grazie agli abusi. Le vite dei principali jazzisti sono state storie incredibili, avvincenti e sorprendenti (per averne un esempio una lettura interessante ed appassionante è Jazz di Arrigo Polillo).
Raccontando con contorni sì ideali ma anche generici le gesta di un jazzista tanto virtuoso quanto rovinato da una condotta di vita perversa, Cortázar celebra tutto il jazz. Charlie Parker fu esempio e modello prima di altri, sia per aspetti positivi che negativi (carriera intensa, morì a soli 35 anni nel ’55). Grazie a lui – come del resto anche a Dizzy Gillespie – nacquero generi, artisti presero il via (su tutti Miles Davis) e nacque fondamentalmente il mito del jazz come arte musicale virtuosa e dissoluta.
Nel racconto di Cortázar questi elementi convivono, accompagnati da un linguaggio semplice e diretto, al quale – in questa edizione – fanno da contrappunto le illustrazioni di Jose Muñoz (oltre venti, in un libro di appena cento pagine). Muñoz, con i suoi neri intensi e forti contrasti imposti alla pagina dalle sue pennellate dense, è l’artista ideale per evocare l’immaginario del jazz classico, ricco di contrasti. L’argentino non è nemmeno nuovo a esperienze del genere, grande appassionato di musica ha già illustrato in fumetto la vita di Billie Holiday (qui una nostra recensione) o di Carlos Gardel.
Muñoz dà luce alla oscurità del personaggio e degli scenari, distorce le figure umane donando loro un perverso spirito recitativo e enfasi ai loro movimenti. Il suo lavoro bilancia, senza eccedere nell’idealizzazione, alterna pathos a qualche evidente divertissement (da notare un cameo di Sarte e la Beauvoir nel retro, in un bar). Tra tavole composte da pennellate intense o da contrasti netti mutuati all’immaginario grafico dell’incisione, Muñoz completa e arricchisce un racconto appassionato ma che da solo apparirebbe a tratti solo come un semplice tributo.
L’inseguitore
di Julio Cortázar e José Muñoz
Edizioni SUR
105 pagine, b&n – 15€