Troy Brownfield, collaboratore di Newsarama, il principale sito di informazione sul fumetto mainstream nordamericano (supereroi in primis), ha stilato una classifica delle 10 migliori opere prodotte dal fumetto USA negli anni ’90. Un decennio di grande trasformazione, che ha riscritto le regole del mondo dei supereroi e posto le basi per la rivoluzione dei graphic novel contemporanei. Una classifica che serve innanzitutto per rivalutare un decennio forse troppo spesso sottovalutato, ma centrale per l’evoluzione della narrativa disegnata.
10 – La Lega Degli Straordinari Gentlemen, di Alan Moore e Kevin O’Neill
Uno dei fumetti più importanti degli ultimi anni risale al 1999, anno in cui uscì il primo numero della “Lega”, scritto da Alan Moore e disegnato da Kevin O’Neill. Unico progetto dell’etichetta America’s Best Comics di Moore a essere ancora scritto e pubblicato dal suo creatore, nato da un’idea molto semplice – un team-up fra i personaggi più famosi della fiction – ma sviluppato in maniera complessa e avvincente, a testimoniare la continua influenza di Moore sui comics.
9 – Good-Bye Chunky Rice, di Craig Thompson
Pubblicato nel 1999 da Top-Shelf, Good-Bye Chunky Rice, è l’esordio professionale di Craig Thompson. Premiato con un Harvey Award per il ‘Best New Talent’ e un Ignatz Award come ‘Outstanding Artist’, fungerà da trampolino di lancio per il secondo libro dell’autore, Blankets, che lo porterà al successo internazionale.
8 – Maus II, di art spiegelman
Maus, uno dei fumetti più importanti di sempre, ebbe una produzione piuttosto lunga. Il primo capitolo, intitolato My Father Bleeds History uscì nel 1986, mentre il secondo, dal titolo And Here My Troubles Began, fu pubblicato solo nel 1991. Questo – assieme al premio Pulitzer assegnato a spiegelman nel 1992 – fanno di Maus una delle pubblicazioni chiave degli anni ’90.
7 – Marvels (Kurt Busiek e Alex Ross) e Kingdom Come (Mark Waid e Alex Ross)
Le due produzioni più importanti delle major americane. Due fumetti che sono diventati bestsellers e hanno settato uno standard, dando il via a un susseguirsi di epogoni. Mentre in Marvels Busiek raccontava i supereroi attraverso lo sguardo delle persone normali, in Kingdom Come Waid raccontava l’apocalisse degli eroi. Il risultato di entrambe le opere, sia commerciale che artistico, rimane tutt’oggi uno dei più alti mai raggiunti dagli editori.
6 – La nascita di Image Comics
La storia di sette giovani artisti di successo che si ribellano all’editore, lasciandolo per fondare la propria etichetta. La nascita di Image Comics è stata un punto di svolta per il fumetto statunitense e un successo immediato per i suoi autori. Oggi, dopo oltre 20 anni, è il terzo editore americano e – forse – quello con le proposte più interessanti.
5 – Stormwatch / Autority / Planetary
Le tre testate che consacrano definitivamente Warren Ellis come il nuovo reinventore dei supereroi.
4 – Vertigo
L’etichetta di fumetti per adulti, lanciata da DC Comic nel 1993 sotto la guida illuminata dell’editor Karen Berger, aprì nuovi scenari sul fumetto autoriale americano e, soprattutto, introdusse nel mercato una serie di autori britannici che da li a poco avrebbero rivoluzionato i fumetti statunitensi.
3 – Preacher
Proprio per l’etichetta Vertigo e proprio da due giovani autori britannici, nel 1995 arrivò uno dei fumetti più venduti e ricordati degli ultimi 20 anni. Preacher di Garth Ennis e Steve Dillon, con il suo umorismo nero e dissacrante, con la sua blasfemia e sessualità perversa, nonché grazie a una copiosa dose di realismo mischiata a misticismo, conquistò il pubblico e la critica, facendo capire che un ‘altro fumetto’ era possibile.
2 – Sin City
Proprio negli anni ’90 usciva Sin City di Frank Miller, il primo lavoro lungo dell’autore che aveva impressionato tutti con la sua serie su Daredevil. Sin City fu subito un successo e lanciò Miller nel gotha degli autori imprescindibili.
1 – Hellboy
Un personaggio su cui nessuno avrebbe scommesso granché, pian piano, grazie a storie intriganti e a un segno unico e distintivo, è invece riuscito a conquistare il grande pubblico di massa, rendendo Mignola uno dei fumettisti più influenti – e ricchi – della sua generazione.