Sabato 30 aprile si terrà a Torino la quinta asta organizzata da Urania Casa d’Aste. L’occasione si presenta particolarmente ricca, con ben 500 lotti – fra tavole, illustrazioni originali e qualche (raro) materiale editoriale – divisi in due gruppi, che verranno battuti in due distinte tornate d’asta. Come già accaduto in passato (e anche per la recente asta di Little Nemo Art Gallery) sarà possibile partecipare sia nella sede d’asta a Torino, sia attraverso la piattaforma online Liveauctioneers.
La doppia tornata nasce da un anniversario particolare. La casa parmigiana ha infatti messo a punto un insieme di 150 opere che ha catalogato sotto il cappello “120 anni di balloon”, per celebrare la ricorrenza di quel lontano 1896 in cui Richard F. Outcault pubblicò la prima tavola in cui il suo Yellow Kid – a lungo ritenuto, sebbene erroneamente, il “primo fumetto” della storia americana – si esprime attraverso un balloon. La seconda tornata d’asta, invece, presenterà altri 350 lotti provenienti dal catalogo generale di Urania.
Anche in questo caso abbiamo sfogliato i due cataloghi, e ne abbiamo selezionato qualche opera tra quelle più importanti, affascinanti, curiose o strampalate. Non necessariamente per budget da Paperoni: ci troverete anche qualche chicca tra i 100 e i 300€.
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Richard Felton Outcault, spartito “Mc Fadden’s Row of Flats”. Base d’asta: € 800
Nonostante il catalogo sia dedicato a “120 anni di balloon”, di pezzi provenienti dalle ‘origini’ del fumetto ne troverete pochi. Questo però è una chicca: un fascicolo di 6 pagine del 1897, contenente lo spartito musicale di una rappresentazione teatrale – una commedia di grande successo, adattata anche al cinema nel 1927 e poi nel 1935 – che ebbe per protagonista Yellow Kid, all’epoca della sua serie “Il condominio di Mc Fadden”.
Hugo Pratt, tavola da Ticonderoga. Base d’asta: € 7.000
Hugo Pratt, al solito, ‘pesa’ parecchio. In aste passate i suoi pezzi hanno segnato cifre record (ricordate? 392.000 euro oppure 315.000 euro), e possono toccare i 10.000 € anche quando si tratta di “semi-lavorati”, come porzioni di tavole o strisce. La tavola di Ticonderoga qua sopra non è il suo pezzo più prezioso venduto da Urania Aste. Ma a noi piace molto. Per varie ragioni: nonostante venga dagli anni ’50 è acquerellato (a mezza tinta); appartiene a uno dei lavori più importanti creato con il maestro Oesterheld; i vuoti, e quel balloon privo di disegno, sono paradossalmente splendidi, vestigia di una lavorazione artigianale che fa venir voglia di “toccarlo”; la vignetta panoramica finale è un piccolo, splendido dipinto di paesaggio.
Benito Jacovitti, tavola da Giorgio Giorgio detto Giorgio. Base d’asta: € 750
Una tavola originale = una gag perfetta. E non solo su una, ma su ben due strisce (a quanto pare, un caso unico per questa serie di strips). Considerato che si tratta di uno Jacovitti “minore”, il prezzo ci pare un buon affare. Soprattutto se avete una carriera – o qualche bel ricordo, condito da richieste assurde – come cameriere o ristoratore.
Keith Haring, busta Radiant baby. Base d’asta: € 8.000
Se avete ambizioni da autentico collezionista di Pop Art, un Keith Haring è d’obbligo. Certo, le sue opere murali non sono facili da portare a casa (vedasi anche il recente caso Blu). Ma la grafomania di Haring ha popolato anche tanti piccoli oggetti d’uso quotidiano. Buste da lettera incluse.
Bonvi, tavola da Nick Carter: I contrabbandieri. Base d’asta: € 1.500
Se siete una banda di investigatori dotata di senso dell’autoironia, questa tavola potrebbe fare per voi. Nick Carter, in fondo, a noi piace così: non in versione animata per la tv, ma disegnata da Bonvi con quel suo gusto per gli scenari urbani cupi, confusi, deformati. Ed enormi onomatopee “gridate”.
Gipi, tavola da Muttererde. Base d’asta: € 2.800
Ok, questo è il classico originale di un’opera importante (il racconto breve più ‘potente’ della raccolta d’esordio) realizzata da parte un autore importante. Ma l’aspetto incredibile di questa tavola è il materiale di cui è composta: china, acquerello e pezzettini di lucido (?). Il tutto incollato su un cartone gessato che pare un’asse di legno. Una tavola originale a dir poco materica, la cui stessa apparenza – massiccia, caotica – racconta la violenza riversata da Gipi in quel primo, impressionante libro.
Yoji Kuri, pagina di storyboard per Ai (Love). Base d’asta: € 5.000
Anni 60, anni 60, anni 60. Quanto era anni Sessanta Yoji Kuri? Per chi non lo conoscesse, Kuri è stato il sommo rappresentante dell’illustrazione, del fumetto e dell’animazione sperimentale giapponese tra gli anni Cinquanta e Sessanta. Adorato da René Laloux, amato da Bruno Bozzetto, il surreale autore di Zoo Umano e altre follie, realizzò per i suoi film molti storyboard. Che parevano fumetti fatti e finiti. Come quello che proviene dal suo cortometraggio Love, presentato a Venezia nel 1963.
Paolo Eleuteri Serpieri, tavola da Druuna: Clone. Base d’asta: € 5.000
Vendesi chiappe celebri. E #sapevatelo: Serpieri è uno dei maggiori protagonisti del mercato delle tavole originali in Italia. I prezzi dei suoi originali non rivaleggiano con quelli di Pratt, ok, ma talvolta se la giocano con Crepax o Pazienza. E scusate se è poco. Merito della meticolosa abilità grafica, certo. Ma non solo: il collezionista-maschio-italiano è sempre in agguato.
Studio Ghibli, cel da Porco Rosso. Base d’asta: € 150
Se trovate in giro qualche originale di Hayao Miyazaki, telefonateci. Per il momento, potremmo tutti accontentarci di un cel originale, come questo proveniente dalla produzione di Porco Rosso. Miyazaki ci avrà messo le mani direttamente o no? Chissà. Intanto, qui a Fumettologica qualcuno ci sta facendo un pensierino…
Milo Manara, King Kong Jazz. Base d’asta: 5.000 €
Premesso che si dovrebbero approcciare questi acquisti con uno spirito puro, ovvero “compro quello che mi piace, non quello che penso potrò rivendere al doppio tra un po’ di tempo” (perché in quel caso il rischio di rimanere a bocca asciutta è sempre in agguato), questa illustrazione di Milo Manara appare per la prima volta in quest’asta. Non è un poster di qualche mostra, non è presente in qualche retrospettiva, non è una pagina di una sua opera. Di conseguenza il suo valore è meno storicizzato e storicizzabile rispetto ad altri pezzi del catalogo e se si dovessero puntare dei soldi sarebbe consigliabile farlo con la striscia di Le avventure africane di Giuseppe Bergman. Però quanto è bella l’immagine del gorillone che emerge dagli edifici con un sassofono in mano, nella migliore imitazione di Charlie Parker mai tentata da un primate?
Frank Miller, tavola da All’inferno e ritorno. Base d’asta: 3.800 €
A voler fare i collezionisti cinici, bisogna affrettarsi a comprare roba di Miller, prima che tiri gli zoccoli e le quotazioni si impennino. Questa tavola – senza grandi personaggi ma con un bel taglio – non sarà Miller di serie A, ma è un prezzo in linea con la sua produzione ed è pur sempre Miller, l’autore della splash page tratta da Il ritorno del Cavaliere Oscuro che è stata venduta per quasi mezzo milione di dollari, il record per un fumettista americano (a cavillare, ci sarebbe prima Todd McFarlane, ma se considerate i canadesi degli americani veri fareste prima a bruciare la bandiera. IU! ES! EI! IU! ES! EI!).
Alex Ross, studio per Project Superpowers. Base d’asta: 275 €
Dopo una decade che lo ha visto protagonista di due opere seminali del periodo, Marvels e Kingdome Come, dopo aver lavorato sui più grandi supereroi viventi e aver orchestrato la sua magnum opus Terra X, e dopo aver collaborato a film, videogiochi e merchandising vario, Ross è sparito dai radar ed è andato alla Dynamite Entertainment a lavorare sui supereroi della Golden Age. Project Superpowers mischia personaggi di pubblico dominio come The Flame e Fighting Yank con caratteri ex-novo. Dato che il suo stile iperrealista non gli consente di stare al passo con le scadenze di una serie mensile, Ross si è reinventato soggettista, copertinista e designer del progetto. Il suo gusto nostalgico e fortemente classicista emerge in questo bozzetto formato A4 di Miss Fury, Green Lama e Black Terror. Qualche anno fa le fragili matite sarebbero andate via per molto meno, ora la base d’aste do 275 euro lo rendono comunque un acquisto non dispendioso se volete portarvi a casa un pezzetto di Alex Ross ma non avete i danari per robetta più impegnativa.
Gabriele Dell’Otto, disegno su copia originale di Hulk # 50. Base d’asta: 375 €
Negli anni Duemila si è diffusa nel mondo dei fumetti supereroistici un nuovo tipo di copertina variant: la cover bianca. La prima in assoluto è datata 2002, anno in cui la Dynamic Forces pubblicò un’edizione alternativa della serie su licenza Masters of the Universe con copertina bianca, saranno Marvel e Dynamite Comics a popolarizzarle dal 2007 in poi. Su questi esemplari il lettore può farsi fare un disegno dal proprio artista preferito. Spesso questi disegni sono equiparabili a delle commissioni tanto sono dettagliati e vengono quindi pagati. Frank Cho ne è il rappresentante più famoso perché le posta in continuazione sul proprio sito. Qui abbiamo una copia di Hulk # 50 con un disegno originale di Gabriele dell’Otto. Niente di impossibile da ottenere a una fiera, specie per il prezzo di partenza. Però dai, modificare anche il titolo, disegnandoci a pennarello la R, è una spiritosaggine riuscita.
Sergio Toppi, I principi della notte – La caduta. Base d’asta: 3.000 €
Molto probabilmente il pezzo più bello tra tutti i Toppi presenti in quest’asta è Falconiere, ma se uno vuole fare il completista di Sergio Toppi le illustrazioni in bianco e nero sono solo il primo passo di una strada impervia: ci sono le illustrazioni a colori, a colori con collage, retrocolorate… Poi c’è la serie de I principi della notte, un progetto mai arrivato a compimento che lo ha visto occupato negli ultimi anni della sua carriera. Dal catalogo dell’asta: «Durante gli ultimi anni della sua vita, il maestro milanese decise di sperimentare una nuova tecnica pittorica dopo che gli furono sottoposti, da parte di un amico editore, una serie di cartoni gessati ideali per l’arte del “grattage”. Questo inedito supporto gli permise di creare un’innovativa tecnica mista, unendo ai classici pigmenti a tempera, china e acquerello i segni di gesso bianco creati in negativo tramite l’incisione del cartone nero. La rinascita della luce dalle tenebre non poté far altro che convincerlo a dedicarsi alla rappresentazione iconografica dei Principi della notte, partendo dal più popolare: Dracula».