La libreria londinese Gosh! ha pubblicato un’anteprima del testo promozionale – probabilmente la quarta di copertina – di Jerusalem, l’atteso romanzo di Alan Moore che sarà pubblicato in Gran Bretagna da Knockabout nell’autunno 2016 – l’edizione italiana è stata annunciata a ottobre 2014 da Rizzoli Lizard.
Da quanto ha dichiarato Moore, si tratta di un’opera lunghissima, che conta circa un milione di parole. «Più lunga della Bibbia». Quanto tutti i libri di Harry Potter messi assieme. «Qualche editor potrebbe dirmi di tagliare due terzi del libro, ma questo non succederà. Dubito che Herman Melville abbia avuto un editore che gli abbia detto di cancellare tutte quella parti noiose sulla caccia alle balene». Aveva detto il creatore di Watchmen e V for Vendetta al New Statesman, nel 2011.
In parte autobiografica – Moore racconterà anche della propria famiglia – sarà una storia a metà tra realtà e finzione ambientata a Northampton, la città dello scrittore: «si concentrerà solo sui tre o quattro isolati dove sono cresciuto io. Tanto sono comunque il luogo storico più importante dell’area».
Di seguito l’inizio dell’anteprima (in inglese):
In the half a square mile of decay and demolition that was England’s Saxon capital, eternity is loitering between the firetrap tower blocks. Embedded in the grubby amber of the district’s narrative among its saints, kings, prostitutes and derelicts a different kind of human time is happening, a soiled simultaneity that does not differentiate between the petrol-coloured puddles and the fractured dreams of those who navigate them. Fiends last mentioned in the Book of Tobit wait in urine-scented stairwells, the delinquent spectres of unlucky children undermine a century with tunnels, and in upstairs parlours labourers with golden blood reduce fate to a snooker tournament.
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