HomeNewsI 5 migliori graphic novel del 2015 secondo Publisher’s Weekly

I 5 migliori graphic novel del 2015 secondo Publisher’s Weekly

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Publisher’s Weekly, rivista professionale americana fondata nel 1872 e dedicata al mondo dell’editoria, ha stilato sul sito online la propria lista dei 5 migliori fumetti distribuiti in America nel 2015.

SuperMutant Magic Academy, di Jillian Tamaki (Drawn & Quarterly)

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Il nuovo graphic novel di Jillian Tamaki, meglio conosciuta per aver co-creato il pluripremiato E la chiamano estate, racconta un il mondo adolescente pieno di noia e incertezza con una forte dose di umorismo e irriverenza. Il Magic Academy SuperMutant è una scuola per giovani mutanti e streghe, che affrontano la propria crescita giorno per giorno.

Killing and Dying, di Adrian Tomine (Drawn & Quarterly)

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Il nuovo libro che raccoglie gli ultimi fumetti brevi di Adrian Tomine, tra i fumettisti americani più improntati della sua generazione.

The Oven, di Sophie Goldstein (AdHouse)

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La riduzione dell’ozono e la diminuzione delle risorse primarie hanno portato la razza umana a vivere in città racchiuse e protette da cupole, in cui la popolazione è soggetta a severi controlli. Una giovane coppia sceglie di scappare da questa situazione e fugge alla ricerca di un luogo senza governo, quando durante il loro viaggio attraverso il deserto si imbattono in qualcosa del tutto inaspettato.

March, Book 2, di Lewis,  Aydin e Powell (Top Shelf)

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Il secondo capitolo del pluripremiato March, dedicato alla figura di John Lewis, politico statunitense, membro della Camera dei Rappresentanti per lo stato della Georgia, principale esponente della lotta contro le discriminazioni razziali e leader del movimento per i diritti civili degli afroamericani. Nel 1963 fu una delle principali personalità che parteciparono alla Marcia su Washington per il lavoro e la libertà.

The Arab of the Future, di Riad Sattouf (Metropolitan)

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L’arabo del futuro di Sattouf – autore satirico sempre più popolare, vincitore di premi importanti sia come fumettista che come regista (il suo Les Beaux Gosses ha vinto un César nel 2009) – propone contenuti di enorme attualità: l’autore vi racconta infatti i primi anni della sua vita nella Libia di Gheddafi e nella Siria di Assad. Particolarmente apprezzato dalla stampa generalista e dalla critica francese, che lo ha elogiato per la sorprendente “qualità sociologica” (Le Monde) e lo ha associato a Persepolis di Marjane Satrapi, L’arabe du futur, in patria, è stato un bestseller. In l’Italia è stato pubblicato da Rizzoli Lizard. Qui un’anteprima e qui una recensione.

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