Nel 1956 in Italia ci furono le elezioni amministrative che coinvolsero moltissimi comuni, anche di grande importanza, come Milano, Firenze, Roma, Napoli… Lo scontro politico fu notevole, anche perché cominciava ad esserci il rischio per la Democrazia Cristiana di trovarsi il fiato sul collo da parte del P.C.I. e del P.S.I, che ormai avevano la maggioranza in molti importanti enti locali e nei consigli di molte provincie.
La macchina per convincere al voto verso la D.C., la propaganda, come si definiva, si mise prontamente in moto ed, oltre ai consueti interventi tramite manifesti, volantini, comizi nella piazze e simili, venne allertata anche la macchina pubblicitaria della SPES che a Roma curava tutti gli interventi di sostegno delle varie campagne elettorali. Questa volta ci fu un’alzata d’ingegno da parte dei curatori delle varie proposte per attirare l’attenzione anche di elettori di tipologia diversa e di estrazione anche lontana dal bacino d’utenza del partito di governo.
Dopo l’aiuto che nel corso degli anni la DC aveva avuto dall’equipe del Marc’Aurelio (e dalle riviste che formavano l’arcipelago di testate ad esso vicine) si pensò di sfruttare questo tipo di onda chiamando all’opera Pipolo (vero nome: Giuseppe Moccia), che aveva un grossa visibilità attraverso i suoi interventi nel mondo dei fumetti (era stato, insieme al sodale Castellano, creatore nel 1954 di un alcuni personaggi che ebbero un certo successo, come Ciclamino, Pulce, Radicchio… presso i ragazzi e le loro famiglie, in particolare a Roma, prima di passare al mondo delle vignette del Marc’Aurelio, di cui divenne anche redattore).
Certo erano ancora lontani i tempi, in cui sarebbe stata la televisione, attraverso trasmissioni di grande successo come Canzonissima, Scala Reale, Studio Uno, Partitissima… dove avrebbe incontrato i maggiori comici di quegli anni, da Peppino De Filippo a Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, a dargli un successo di grande livello, bissato poi dai film scacciapensieri, che, sempre in coppia con Castellano, scrisse e diresse negli anni dal 1958 in avanti, riuscendo a dare a Celentano una notorietà che ancora non possedeva.
Pipolo, con l’occhio puntato sui successi della televisione, cercò di sfruttare il successo di una trasmissione come Lascia o raddoppia? presentata da M. Bongiorno, per dare spazio ad un caricaturale elettore, che viene convinto a votare DC dalle prolisse domande del presentatore televisivo. Ne nacque un librettino intitolato Italo Elettorini a Lascia o raddoppia?, dove la simpatia grafica del segno di un Pipolo, pur costretto a lavorare con solo due personaggi e in un unico ambiente, riesce a far passare in secondo piano le sparate elettorali, che annoiavano e mettevano in sordina la simpatia del disegno. Noi ve lo proponiamo integralmente come divertente specchio dei tempi.
*Questo articolo è stato pubblicato su Fumetto n. 93, pubblicato dall’associazione Anafi.