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È online Graphic News, il primo sito italiano di graphic journalism

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Da oggi è online Graphic News, progetto tutto italiano che vuole raccontare quello che succede nel mondo attraverso il fumetto, con reportage, interviste, opinioni e news. Di base a Bologna, il progetto coinvolge fumettisti come Gianluca Costantini, Cristina Portolano, Emanuele Racca, Giulia Sagramola, Pietro Scarnera e Francesca Zoni.

Il portale si inaugura con 9 storie: Il bar non mente mai, di Marco Garofalo, un’intervista immaginaria realizzata montando frasi e poesie di Charles Bukowski; Povere Veneri, di Francesca Zoni, un racconto sulla vita e la condizione delle prostitute; Giovani, carini e tartassati di Giulia Sagramola, un’inchiesta sul fisco e le partite Iva; Gli ultimi manicomi, di Emanuele Racca, tratta il tema degli Opg, gli ospedali psichiatrici giudiziari; Ercolano, USA, di Cristina Portolano, un’approfondimento sulla tutela del patrimonio artistico e culturale di Ercolano; La cura del sonno, di Pietro Scarnera, affronta la delicata questione medica dei disturbi legati al sonno, come l’insonnia e la sindrome delle apnee ostruttive; Lebowski, dei Brochendors Brothers, racconta la storia di una squadra di calcio di prima categoria, il Centro storico Lebowski; Gaza Starts, di Gianluca Costantini, che apre la prima rubrica di Graphic News; No direction home, di Mattia Moro, una storia su un’esperienza di autogestione di una scuola bolognese da parte di un gruppo di migranti nigeriani.

Abbiamo intervistato Pietro Scarnera, uno dei fondatori, per capire come è nato, cosa si propone e come si svilupperà Graphic News.

graphic news

Come è nato il progetto e chi sono gli autori coinvolti?

L’idea iniziale è di Gianluca Costantini e di Elettra Stamboulis, e infatti l’associazione Mirada e il festival Komikazen sono stati il terreno d’incontro per noi che abbiamo lavorato al progetto. Con Graphic News abbiamo vinto il bando Culturabiliy della Fondazione Unipolis, che chiedeva ai vincitori di costituirsi in cooperativa: è nata così Pequod, che possiamo dire è “l’editore” di Graphic News.

Nel corso dell’ultimo anno abbiamo lavorato con un gruppo di autori – alcuni giovani e altri già conosciuti come Giulia Sagramola e Cristina Portolano – che hanno più o meno tutti a che fare con Bologna, dove ha sede la redazione di Graphic News. L’idea è di partire da qui avendo però un respiro internazionale: vorremmo che Graphic News fosse un terreno di sperimentazione per autori italiani e internazionali. Per questo a breve partirà anche la versione in inglese del portale.

Come vi siete approcciati al fumetto digitale per rendere al meglio i vostri articoli sul Web?

Nel momento in cui abbiamo cominciato a pensare a un portale destinato a ospitare fumetti, ci siamo guardati intorno per vedere qual era lo stato dell’arte del “fumetto digitale”. In particolare abbiamo scelto di lavorare con due formati: uno “a slide” e uno “a scroll”.

Abbiamo lavorato per ottenere una modalità di creazione delle storie che sfruttasse le potenzialità del web (ad esempio integrando delle piccole animazioni nei fumetti) e per offrire un’esperienza di lettura originale, che funzionasse sia su desktop che su smartphone e tablet. Il risultato ci piace molto, anche se quella che presentiamo è naturalmente una prima release.

Cosa offrirete al pubblico e qual’è la vostra idea di graphic journalism?

L’idea alla base di Graphic News è una duplice sperimentazione. Da un lato sul fumetto digitale, appunto, dall’altro sulle potenzialità del graphic journalism. Per noi la parte più coinvolgente di tutto il progetto è stato proprio il lavoro svolto assieme agli autori. Abbiamo scelto insieme a loro un tema o una storia in cui si sentivano coinvolti, e infatti ognuno ha lavorato seguendo il proprio stile e le proprie inclinazioni. Da parte nostra abbiamo mantenuto alcune attenzioni più vicine al linguaggio del giornalismo: nella scelta delle storie, nel trovare le persone con cui parlare, o i dati e i materiali da utilizzare. In alcuni casi, in particolare nelle storie di Mattia Moro e Francesca Zoni, gli autori si sono comportati “sul campo” come dei veri reporter, traducendo poi a fumetti quello che avevano visto e ascoltato.

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