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La sparatoria nella redazione di Charlie Hebdo

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Una carneficina ha investito questa mattina uno dei più noti periodici satirici europei, il francese Charlie Hebdo, tra i cui autori chiave sono comparsi disegnatori come Reiser, Siné, Gébé, Willem, Wolinski e Cabu.

Secondo quanto riportato dai mezzi d’informazione francesi c’è stata una sparatoria nella sede del settimanale. Dalle notizie diffuse due uomini incappucciati e vestiti di nero si sono presentati all’interno della sede parigina del giornale – dove era in corso la consueta riunione di redazione del mercoledì mattina – e hanno aperto il fuoco al grido di «Allahu Akbar» («Allah è grande»). Un dipendente della rivista, contattato telefonicamente da un giornalista del quotidiano 20 minutes, ha comunicato che si è trattato di un massacro. Si parla di 12 morti (10 giornalisti e 2 poliziotti) e 5 feriti – i numeri sono stati confermati dalla Procura di Parigi.

Il direttore Charb è stato ucciso; i noti vignettisti Cabu, Tignous, Philippe Honoré e Georges Wolinski sono fra le vittime. Si tratta del più grave attentato terroristico avvenuto in Francia negli ultimi 50 anni.

C’è stata anche una sparatoria con la polizia, con due agenti morti. In seguito gli assalitori sono riusciti a scappare a bordo di un’auto nera (fotografata di seguito da AFP).

hebdo

La disegnatrice Coco, testimone dei fatti, ha raccontato al giornale Humanité:

«Ero andata a prendere mia figlia all’asilo, e arrivando davanti alla porta dell’edificio due uomini incappucciati e armati ci hanno minacciato in maniera aggressiva. Volevano entrare, salire. Ho inserito il codice. Hanno sparato a Wolinski, Cabu… è durato cinque minuti… mi sono nascosta sotto una scrivania… Parlavano francese perfettamente… Dicevano di essere di Al Qaida»

Nel frattempo, è stata creata una pagina Facebook di sostegno al settimanale. Sul sito del quotidiano francese Libération è possibile seguire lo sviluppo della vicenda con aggiornamenti live.

hebdopolice

Non è la prima volta che la rivista è soggetta ad attentati. Più volte è finita nel mirino degli integralisti islamici per la sua satira verso la figura del Profeta Maometto. Nel 2006 diventa noto al pubblico internazionale per la ripubblicazione delle dodici controverse vignette su Maometto pubblicate dal giornale danese Jyllands-Posten. Nel novembre del 2011, la sede di Charlie Hebdo a Parigi era stata devastata da una bomba molotov, due giorni prima dell’uscita di un numero intitolato “Charia Hebdo” e contenente altre caricature di Maometto. Nel giugno del 2013, un uomo fu condannato a 18 mesi di carcere per avere incitato a decapitare il direttore in seguito alla pubblicazione di nuove caricature su Maometto nel settembre 2012.

Quindici minuti prima dell’attacco, la rivista aveva pubblicato sul profilo Twitter una vignetta su Abu Bakr al-Baghdadi, leader dello Stato islamico (Is).

Il giornalista Soren Seelow ha ripreso i mezzi di soccorso davanti alla redazione.

Charlie Hebdo fu creata negli anni Sessanta da François Cavanna (recentemente scomparso). Attualmente il giornale era diretto dall’illustratore Charb, dopo che il precedente direttore Philippe Val era stato sollevato dall’incarico a causa dell’affaire Siné, le cui vignette furono accusate di palese antisemitismo.

L’ultima vignetta tristemente premonitrice pubblicata da Charb, direttore di Charlie Hebdo morto durante l’attentato:

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