Ovvero: 5 tavole che vi sono sfuggite nella mostra “I love fumetti”.
Per festeggiare i suoi 25 anni, il Centro Fumetto Andrea Pazienza di Cremona ha organizzato una serie di iniziative sotto il titolo di “I love fumetti”. Tra i vari incontri ed esposizioni spiccava la mostra della collezione privata di Giovanni Nahmias. Una raccolta consistente, che comprende centinaia di tavole originali raccolte in 15 anni. A Cremona, il collezionista ha portato una selezione di “soli” 125 tra i suoi pregevoli pezzi.
Il visitatore ha avuto così l’occasione unica di vedere insieme le opere di tanti autori fondamentali per la storia del fumetto mondiale, a partire da Winsor McCay, di cui erano esposte tre tavole enormi da A Pilgrim’s Progress, Dream of a Rarebit Fiend e Little Nemo in Slumberland.
Disegnatori americani di strip umoristiche e avventurose, come George Herriman, E. C. Segar, Al Capp, Chester Gould, Milton Caniff, Alex Raymond, si alternavano ai più importanti disegnatori Disney americani e italiani: Floyd Gottfredson, Carl Barks, Don Rosa, Romano Scarpa, Luciano Bottaro, Giorgio Cavazzano. C’erano i grandi nomi del nostro fumetto, come Pratt, Crepax, Manara, Magnus, Battaglia, Galleppini, Pazienza, Jacovitti, ma anche Will Eisner, una tavola de L’Eternauta di Francisco Solano Lopez, Barbarella di Jean-Claude Forest, Cerebus di Dave Sim. Per il fumetto di supereroi sono state scelte tavole dei maestri Neal Adams e Jack Kirby, ma anche le opere che hanno rivoluzionato il genere negli anni Ottanta: Il ritorno del cavaliere oscuro di Frank Miller, Elektra Assassin di Bill Sienkiewicz, e Watchmen di Dave Gibbons.
Questo elenco, che in realtà copre meno di un terzo degli autori presenti, permette di farsi un’idea della vastità e qualità della collezione a chi non ha avuto modo di visitare la mostra. Ma anche il visitatore più attento, smarrito in quella ricchezza, può facilmente non aver notato dei piccoli gioielli, opere forse meno celebri di altre, ma che mostrano la cifra di Giovanni Nahmias come collezionista. Come racconta nel catalogo e nel video proiettato in mostra, Nahmias non sceglie per la sua raccolta tavole che siano soltanto belle o rare: i suoi tesori devono avere qualcosa di particolare, una storia, una battuta, un segno che lo fanno innamorare.
Il cuore del collezionista
Una delle tavole di cui parla con più trasporto è una striscia di Gasoline Alley di Frank King del 1921. La serie è quasi sconosciuta in Italia, molti collezionisti probabilmente non ne cercherebbero gli originali, ma quella strip in particolare ha toccato una corda dell’animo di Nahmias per la dolcezza con cui l’omone Walt allatta di notte il neonato Skeezix e la delicatezza con cui la scena è rappresentata in controluce. Non solo quindi è stata esposta con la stessa importanza di un Crepax o un Pratt, ma addirittura il testo di commento alla striscia all’interno del catalogo è l’unico firmato dal collezionista stesso.
La tavola più rara
Uno dei pezzi più preziosi della collezione è certamente una tavola di Angelo Bioletto da L’Inferno di Topolino. Sono pochissime le tavole superstiti di questa storia, e a oggi ne sono state esposte solo altre due. La tavola di Nahmias, che proviene dalla quarta puntata, il bosco dei monelli (i suicidi della Commedia dantesca), è doppiamente interessante perché mostra un dettaglio del lavoro dei tipografi Mondadori negli anni Cinquanta: il bordo superiore è stato modificato con una pecetta cartacea per accorciare il disegno e adattarlo a una ristampa in formato ridotto.
La serie perduta
Mopsi, Giso e Leo sono tre bambini, protagonisti di una serie realizzata dal disneyano Pier Lorenzo De Vita per gli Albi della Rosa tra gli anni Cinquanta e Sessanta, mai ristampata e conosciuta solo da pochi appassionati, tra cui Giovanni Nahmias, che è riuscito a procurarsi una tavola del 1960. Purtroppo in mostra il pezzo non era segnalato con molta cura, e un visitatore poco esperto non aveva modo di apprezzare la particolarità di questo pezzo, che invece ha il potere di sorprendere anche i più preparati disneyofili.
La tavola venuta dall’oriente
Tra le opere americane ed europee era esposta una pagina del mangaka Irago Masaru, che nel 1973 aveva realizzato la versione a fumetti del cartone animato Devilman. Il manga originale di Go Nagai, infatti, aveva tinte troppo forti per l’epoca per essere trasposto in animazione, e fu quindi “edulcorato” per il pubblico televisivo. Per quanto la produzione di fumetti in Giappone sia enorme, è molto raro che un collezionista possieda una tavola originale di un mangaka: normalmente restano chiuse negli archivi delle case editrici o negli studi dei fumettisti.
Il supereroe fuori formato
A differenza dei manga, gli originali dei fumetti di supereroi sono facilmente reperibili, e molto collezionati. La tavola di Spider-Man in mostra possedeva tutto ciò che un appassionato può desiderare: è disegnata da John Romita Sr e scritta da Stan Lee, storico team delle storie dell’Arrampicamuri, e vi compaiono sia l’Uomo Ragno che il suo classico nemico Kingpin. Non si tratta però di una classica pagina di comic book, il formato standard del fumetto americano, bensì di una striscia per i quotidiani del 1979. Questa scelta insolita mostra ancora una volta la filosofia con cui Giovanni Nahmias ha messo insieme la sua collezione. Insieme alle tavole stupende dei grandi classici, che hanno il potere di affascinare al primo sguardo, apprezza anche pezzi particolari, curiosità storiche, chicche che possano incuriosire gli altri appassionati di fumetti a 360° – come lui, in fondo.