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“Questa non è la mia faccia”, l’antologia di saggi di Neil Gaiman

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Mondadori ha da poco pubblicato Questa non è la mia faccia, un’antologia che raccoglie vari saggi scritti in carriera da Neil Gaiman, creatore della serie a fumetti Sandman e romanziere autore di libri come Sturdust, American Gods e L’oceano in fondo al sentiero.

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Il volume è la traduzione di The View from the Cheap Seats, pubblicato negli Stati Uniti da William Morrow nel 2016, e le sue 500 pagine sono un buon modo per recuperare il meglio della non-fiction scritta da Gaiman tra il 1989 e il 2015. Discorsi, saggi, introduzioni e articoli di vario genere selezionati personalmente dall’autore con l’aiuto del suo editor.

La prima parte è dedicata principalmente ai discorsi. Inizia con un “credo” anticensura pubblicato sul New Statesman nel 2015 e prosegue con un discorso sull’importanza della lettura per il nostro futuro, tenuto nel 2013 per la Reading Agency, un’organizzazione britannica che ha lo scopo di diffondere la lettura (qui il riassunto). Si prosegue poi con il discorso di ringraziamento per la Newbery Medal del 2009 – assegnata al suo romanzo per ragazzi Il figlio del cimitero –, un testo sull’importanza delle librerie e altri sul tema della letteratura fantasy, tra Tolkien, miti e antichi dèi.

La seconda parte della raccolta è dedicata invece alle persone con cui Gaiman ha lavorato o, molto più semplicemente, ha conosciuto. Si apre con un ironico articolo autobiografico – il cui titolo è stato preso in prestito per quello dell’edizione italiana dell’antologia – scritto nel 1996 per accompagnare la propria foto al libro The Faces of Fantasy, una raccolta di fotografie di scrittori. E si prosegue con testi su Terry Pratchett, Dave McKean, Gene Wolfe, Douglas Adams, Harlan Hellison, Stephen King, Geoff Notkin e Kim Newman, per chiudersi con una sorta di inchiesta giornalista pubblicata su Time Out nel 1990 in cui Gaiman racconta un’intera notte, dalle sei del pomeriggio alle sei del mattino, passata per le strade di Londra.

Il terzo capitolo è dedicato a riflessioni sulla fantascienza, il quarto ai film e il quinto ai fumetti. Quest’ultimo, tra le altre, cose presenta testi su Eddie Campbell, Astro City, Batman, Bone, Will Eisner, Jack Kirby e i discorsi d’apertura agli Eisner Awards 2003 e agli Harvey Awards 2004.

La sesta parte si concentra per lo più su introduzioni scritte per libri di altri autori: Edgar Alla Poe, Bram Stoker, H.G. Wells, Alan Moore, Rudyard Kipling o Cory Doctorow, tra gli altri. Si passa poi alla musica, con testi sull’amica Tori Amos, Lou Reed e la moglie Amanda Palmer. Nell’ottavo capitolo si parla di fiabe, un argomento su cui Gaiman ha costruito gran parte della propria carriera.

Un intero capitolo è dedicato al discorso Fai un opera d’arte tenuto all’Università delle Arti di Filadelfia il 17 maggio 2012, definito da Gaiman come «una delle cose più viste e conosciute tra quelle che ho fatto», grazie ai video su YouTube.

Il libro si chiude con una serie di scritti tra i più personali dell’autore, che riflette su se stesso, sulla vita e la morte, su sua moglie, sulla sua esperienza in Giordania tra i rifugiati siriani e, infine, con un’introduzione a un libro dell’amico Terry Pratchett, scritta poco prima che quest’ultimo morisse.

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