Dal 17 maggio al 28 giugno, alla Galleria Champaka di Parigi, si è tenuta una mostra dedicata agli artisti Herr Seele e Kamagurka, e al loro iconico personaggio Cowboy Henk, in occasione dell’uscita in Francia del volume Histoire de la belgique (pour tous), edito da FRMK.
L’opera dei due artisti belgi è una delle più rappresentative e influenti del moderno surrealismo a fumetti. Cowboy Henk nasce nel 1981, con Seele ai disegni e Kamagurka alla sceneggiatura. Il loro robusto protagonista, dalla mascella e dal ciuffo protuberanti, è una pimpante parodia dell’esuberanza dell’uomo medio, una sorta di ingenuo superuomo in jeans e maglietta, talmente inarrestabile e incoscientemente pieno di sé da infilarsi – nel giro di poche vignette – nelle situazioni più ridicole, inopportune o improbabili (anche secondo le leggi della fisica).
Il teatro dell’assurdo inscenato dall’opera di Herr Seele e Kamagurka, e il loro caratteristico uso di colori piatti, ha influenzato numerosi autori, contribuendo a definire una sorta di filone stilistico ‘sotterraneo’ (ma a volte del tutto evidente) che si rifà alla serie belga. Vero e proprio cult soprattutto nell’Europa del Nord, Cowboy Henk ha infatti ispirato i più diversi fumettisti sia per la sua comicità dissacrante, sia per gli aspetti più surreali e il gusto grafico.
Tra i casi più celebri, vale la pena ricordare il fiammingo Brecht Vandenbroucke, con le sue complesse composizioni deformanti e ultrapop, ma anche le gag grottesche dello spagnolo Joan Cornellà (il cui Mox Nox uscirà in Italia, nel prossimo autunno, per Eris Edizioni) fino al giovane britannico Kyle Platts, che mette le tecniche narrative collaudate dal duo belga al servizio di una attitudine punk e sfrontata vicina a quella dell’americano Johnny Ryan. Volendo allargare il campo, poi, si potrebbe persino sospettare una certa somiglianza tra Henk e il protagonista della serie animata American Dad, Stan Smith, sia nei lineamenti che nel ruolo di goffa parodia dell’uomo occidentale. Chissà.
L’immediatezza visiva e l’irriverenza di Cowboy Henk sono caratteristiche che avrebbero potuto renderlo, oltre che un’icona pop, anche un perfetto character virale. Un risultato riuscito invece, seguendo una formula vicina a quella di Henk, al “discepolo” Joan Cornellà, apprezzatissimo sui social, tanto che nella sua pagina Facebook – seguita da oltre 1 milione (già: un milione e centotrentacinquemila, per la precisione) di utenti – i post delle sue tavole a fumetti mute hanno raggiunto spesso migliaia di condivisioni.
Per la mostra tenutasi alla Galleria parigina, i due artisti belgi hanno selezionato 30 tavole originali (messe inoltre in vendita) e realizzato, affiancati a ciascuna di esse, alcuni dipinti a olio in tema che mostrano al meglio l’abilità di Seele nel mescolare sensibilità pop moderna ed elementi della pittura surrealista di inizio Novecento.
Sul proprio sito, la Galleria Champaka ha pubblicato un ampio reportage fotografico della mostra, del quale vi proponiamo una selezione dei migliori scatti.