Il fumetto ‘nativo digitale’, dopo gli anni dei blog e quelli dei siti di webcomics, da qualche anno ha una nuova parola d’ordine: webtoon. I principali editori di questo nuovo formato – brevi storie in scroll verticale, da 50 a 80 vignette per episodio (equivalenti a circa 7/10 pagine su carta) – sono due: Lezhin, conosciuta in Italia per avere prodotto Killing Stalking (tradotto da J-Pop Manga) e Naver, azienda coreana che con la piattaforma WEBTOON ha ormai conquistato la leadership anche nel mercato di lingua inglese.
Nonostante i circa 100 miliardi di views all’anno recentemente comunicati da WEBTOON, questo segmento fa raramente notizia nella stampa che si occupa di fumetto. Ma potrebbe farlo a breve. Negli Stati Uniti, infatti, proprio questo editore si appresta a lanciare una campagna pubblicitaria dalla copertura, e quindi dal budget, piuttosto importante. Una rarità per il mondo del fumetto digitale, che punta ad espandere il pubblico nordamericano del brand e della sua app, ma potrebbe avere riflessi sulla maggiore visibilità data in generale a questo filone di fumetti nati per la fruizione multipiattaforma.
La campagna pubblicitaria, come ha raccontato il responsabile dei contenuti di WEBTOON David Lee a ICv2, si dispiegherà su reti via cavo (AMC, CW, VH1, MTV, Freeform, Adult Swim, Cartoon Network, Comedy Central) e piattaforme di streaming come Hulu e YouTube; ma sarà presente anche in importanti luoghi pubblici come Times Square a New York; e farà capolino in diverse sale cinematografiche, prima della proiezione di film blockbuster come Spider-Man: Far from Home o Il re leone, da qui alla fine dell’anno.
In questo settore in fermento del mondo del fumetto – e che si colloca, potremmo dire, all’incrocio tra editoria specializzata, produttori di contenuti digitali e aggregazione di contenuti generati dagli utenti – iniziano anche a spiccare nuovi talenti. Proprio nel 2019, infatti, ben tre nomination ai Premi Eisner sono state attribuite a serie originali WEBTOON; una situazione molto diversa rispetto a quando, solo una manciata di anni fa, per farsi conoscere l’editore stringeva partnership con Stan Lee, Marc Silvestri o Dean Haspiel per ripubblicare o proseguire i loro lavori.
Lore Olympus di Rachel Smythe, ad esempio, è una serie interessante per come riesce a ispirarsi a temi classici (la storia di Persefone e Ade) rivisitandoli in chiave moderna, sia dal punto di vista grafico che delle ambientazioni. Un racconto intrigante, indirizzato ai giovani lettori, ma che ha conquistato un pubblico assai ampio. Mentre Lavender Jack di Dan Schkade (candidato agli Eisner come Lore Olympus), è una storia noir apparentemente ordinaria, tra uomini mascherati e stilosi investigatori, che mostra un disegno tradizionale, talvolta influenzato dallo stile di Darwyn Cooke.
Anche in Italia la popolarità dei webtoon è recente. La prima serie di questo tipo a essere pubblicata (in versione cartacea) è stata Killing Stalking della giovanissima Koogi per J-Pop, editore che ha proseguito poi pubblicando la serie Blood Bank di Silb e che presto porterà in libreria anche La scelta di Pandora di Yudori. Quest’ultimo è l’unico dei tre a essere già stato pubblicato in edizione cartacea anche nel paese d’origine, la Corea del Sud.
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