In un’intervista al sito ActuaBD il fumettista belga François Schuiten ha annunciato che smetterà di realizzare fumetti, anche a causa della crescente precarietà che ha investito gli autori negli ultimi anni.
François Schuiten, classe 1956, ha 45 anni di attività alla spalle ed è tra i più noti e importanti autori del fumetto franco-belga contemporaneo. Nel 2002 è stato premiato con il Grand Prix al Festival di Angoulême, il massimo riconoscimento del settore, e tra le sue opere più importanti ricordiamo la saga Le città oscure, creata insieme a Benoît Peeters.
La scelta di Schuiten non è stata presa a cuor leggero: la decisione è maturata dopo diversi mesi e resa pubblica in concomitanza della pubblicazione de Le dernier pharaon, albo fuori serie di Blake e Mortimer firmato insieme a un gruppo di autori di origine belga: il regista Jaco Von Dormael, il romanziere Thomas Gunzig e l’illustratore Laurent Durieux, che si è occupato dei colori.
Proprio il lavoro su Le dernier pharaon ha convinto Schuiten ad abbandonare il mondo dei fumetti. Il tributo alle creature di Edgar P. Jacobs gli è costato quattro anni di ricerche sul campo raramente finanziate dall’editore, ed è stato molto faticoso e dispendioso da realizzare.
Schuiten, nella stessa intervista, dice:
«Oggigiorno i fumetti si basano su un equilibrio complesso. Quando ho iniziato, vivevo tranquillamente di fumetti. Ora, invece, è la realizzazione di poster e scenografie che mi permette di finanziare il mio lavoro da fumettista.»
Nonostante il lavoro di scenografo – famoso è il progetto per la fermata Arts et Métiers della metropolitana parigina, così come il progetto del museo del treno di Schaerbeek o il padiglione del Granducato del Lussemburgo all’Esposizione Universale di Siviglia – Schuiten ha dovuto abbandonare lo storico atelier in cui lavorava e ha aperto un dibattito pubblico su alcune questioni cruciali per il futuro della professione.
Schuiten si dice soddisfatto del suo lavoro come fumettista e pensa di «aver espresso tutto quello che aveva da dire». Ammette di avere voglia di dedicarsi ad altri progetti, ma sottolinea i problemi del settore nella sovrapproduzione di titoli e nello scarso guadagno degli autori:
«Non capisco questo mercato che ha così bisogno di nuovi prodotti, quando ne escono più di 5.000 all’anno. È come un mostro che ingoia e si riempie fino a esplodere. Troppi libri!»
L’addio di Schuiten è un sintomo inequivocabile dei problemi che da anni sta attraversando il mondo del fumetto franco-belga. Le ultime edizioni del Festival di Angoulême sono state dedicate al problema della precarietà degli autori di fumetto, rendendo pubbliche cifre preoccupanti: il 53% dei fumettisti guadagna meno dello Smic (il salario minimo da lavoro dipendente) e il 36% addirittura è sotto la soglia di povertà.
Uno dei motivi è la sovrapproduzione: in Francia, sono stati pubblicati nel 2016 ben 5.000 titoli, a fronte degli 800 del decennio precedente. Le royalties sui diritti d’autore sono molto basse: secondo Denis Bajram, segretario degli États généraux de la BD, possono essere stimati tra il 6 e il 10% su ogni singola vendita.
Paradossalmente, in un momento in cui si registra una grande pubblicazione di titoli, gli autori si trovano in una situazione di precarietà e di povertà, costretti, così come ha evidenziato lo stesso Schuiten, a dirottare i guadagni di altre attività per finanziare le proprie opere. È un fenomeno che incide negativamente sulla qualità del lavoro stesso, visto che anche soluzioni di finanziamento alternative come quelle del crowdfunding non sempre riescono a centrare l’obiettivo.
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