Ogni settimana su Sunday Page un autore o un critico ci spiega una tavola a cui è particolarmente legato o che lo ha colpito per motivi tecnici, artistici o emotivi. Le conversazioni possono divagare nelle acque aperte del fumetto, ma parte tutto dalla stessa domanda: «Se ora ti chiedessi di indicare una pagina che ami di un fumetto, quale sceglieresti e perché?».
Questa domenica parliamo con Capitan Artiglio, al secolo Julien Cittadino, una delle nuove leve del fumetto italiano, autore di Kids with Guns e Sappy, nonché illustratore (sua la copertina per L’uomo che viaggiava nel vento di Murubutu). Come ha scritto Marco Andreoletti, il suo tratto «è sospeso tra il classico Akira Toriyama, il ruspante Brandon Graham e l’intramontabile Jamie Hewlett».
Ho scelto questa tavola tratta dal primo numero di Buonanotte, Punpun di Inio Asano, pubblicato da Planet Manga. Non è rilevante per la trama e ruota attorno a personaggi secondari, è muta e racconta un episodio molto semplice in maniera particolarmente evocativa.
Cosa ti ha colpito al punto da sceglierla rispetto a tavole con il protagonista?
La trovo molto efficace, in questa sequenza il tempo è letteralmente congelato e solo nell’ultima vignetta ci rendiamo conto che mentre assistevamo ai vari movimenti di camera, si è effettivamente compiuta un’azione per giunta minima. Mi piace la potenzialità del fumetto di poter in qualche modo controllare il tempo, si gioca molto con l’empatia che può provare il lettore con la storia, se non ha a cuore i personaggi con tutta probabilità, salterà le sequenze mute, a maggior ragione se sono incentrate, su personaggi secondari. Per questo, penso che per un autore sia una scelta abbastanza rischiosa e il fatto che mi abbia colpito, mi fa pensare che funzioni davvero bene!
Inoltre, può essere descritta senza raccontare nulla della trama, parlare di una tavola con Punpun protagonista, sarebbe stato più impegnativo e avrei rischiato di rivelare troppo della storia.
La scelta che hai fatto è inaspettata rispetto al tuo modo di guardare i fumetti, cosa ti ha portato a scegliere proprio questo (che tra l’altro è un manga che si discosta dalle storie tipiche di Asano)?
Per quanto possa sembrare lontano dal mio mondo, guardo molto ad Asano e Buonanotte, Punpun è una delle mie serie preferite in assoluto. Per me è uno dei racconti di formazione più completi, la psicologia dei personaggi è molto realistica e riesce ad affrontare dagli argomenti più disparati come il sesso, la violenza domestica, la società giapponese, la religione e ovviamente la crescita.
Mi affascina molto anche la parabola discendente in cui i personaggi danno sfogo ai loro sentimenti più neri, ma senza perdere del tutto l’innocenza e la fragilità che li contraddistinguono.
Anche la stilizzazione del protagonista mi piace molto e aiuta il lettore a immedesimarsi. Mi viene in mente la vignetta di Scott Mccloud dove dice: “quando osservi una foto o un disegno realistico di una faccia, la vedi come la faccia di un altro ma quando entri nel mondo del cartoon, vedi te stesso”. Anche se Asano sostiene che la sua scelta sia più per motivi pratici.
Analizzando la pagina, mi domandavo il senso della quarta vignetta e dello spazio che le viene riservato nell’economia della tavola.
La prima vignetta introduce l’azione, mostra la bambina che consegna il biglietto, ma non si sa ancora chi ne è il destinatario. Nella seconda vignetta, l’inquadratura dall’alto porta il lettore a guardare la scena sotto un altro punto di vista, che si rivela essere quello di Punpun e dei suoi amici solo nella terza vignetta. L’alternanza d’inquadrature dal basso e dall’alto, nella regia, sono spesso utilizzate per creare tensione emotiva ed è appunto la funzione della due e la tre.
La quarta è forse quella che mi ha colpito di più, perché in qualche modo portandosi alle spalle degli osservatori è come se rendesse anche noi protagonisti. Inoltre la forte luce che proviene dall’esterno rende quella vignetta in particolare più eterea, sembra quasi un sogno o un ricordo. Si aggiunge che è la prima grossa vignetta della pagina e avrà una durata di lettura più lunga delle precedenti, pertanto, non figurando un’azione, congelerà letteralmente la nostra concezione del tempo. La quinta chiude la sequenza rivelandoci il destinatario che nel frattempo ha ricevuto il bigliettino, il fondale completamente bianco serve a porre l’accento sul silenzio della scena e la sua tensione emotiva, collegandosi sia alla prima sia alla precedente. La figura è centrale, per cui l’intero peso della tavola cade su di lui, persino i suoi capelli sospesi in aria sono particolarmente espressivi.
Tutti gli sfondi sono stati generati al computer, per l’autore era un modo di ottenere elasticità nelle inquadrature. Secondo te una tecnica simile cambia l’impaginazione del fumetto (perché magari facendo location scouting virtuale arrivi a immagini a cui non avresti pensato) o è solo uno strumento per sveltire il lavoro?
Come dici tu, Asano trae sempre i suoi fondali da foto che rielabora digitalmente regolandone il contrasto e talvolta intervenendo sull’immagine anche con l’inchiostrazione. Penso che sia un buon modo per velocizzare il lavoro e per dare un’ambientazione più realistica al racconto. Quando si lavora senza riferimenti a un ambiente, si rischia di idealizzarlo, io stesso copio spesso da una o più foto aggiungendo poi dettagli ed elementi a piacere. A volte mi capita di dover progettare un ambiente da zero, ma cerco sempre di documentarmi quanto più possibile per non commettere errori grossolani. Per questo motivo tengo sul computer un archivio infinito sia di ambienti sia di character design o modelli di moda da cui attingo in continuazione.
Ti ricordi come e quando hai scoperto questo fumetto?
Ho scoperto Asano abbastanza recentemente, circa due anni e mezzo fa mi fu consigliato e di lì a poco recuperai tutte le opere dell’autore nel giro di pochissimo, ora attendo la continuazione di Dead Dead Demon’s Dededede Destruction. La prima storia che lessi fu Solanin che a dire il vero, nonostante mi piacque molto, mi colpì molto meno, pensai che quella vissuta dalla protagonista potesse essere un po’ la storia di tutti e che molti avrebbero potuto facilmente immedesimarsi. Buonanotte, Punpun fu invece per me una completa rivelazione.
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