Lo scorso 6 febbraio ha fatto notizia la riuscita del lancio del Falcon Heavy, il razzo spaziale più grande e potente mai progettato. Il razzo ha portato nello spazio, fra le altre cose, un’automobile Tesla Roadster rossa, ora destinata a vagare tra la Terra e Marte con al volante un manichino, naturalmente vestito da astronauta.
L’operazione è stata realizzata da SpaceX, azienda aerospaziale statunitense fondata dall’imprenditore Elon Musk, noto per essere il co-fondatore di PayPal e il CEO di Tesla Motors, azienda che produce pannelli solari e veicoli elettrici, tra cui il modello Roadster che è stato lanciato sul Falcon Heavy.
Tra gli aspetti che hanno fatto di questo lancio una notizia, ce n’è un altro che riguarda la Tesla Roadster. Sull’auto sono state montate tre telecamere che, per tutta la durata della loro batteria, hanno ripreso e trasmesso in diretta streaming il viaggio nello spazio della vettura.
La stampa di tutto il mondo ha seguito la vicenda, parlandone nei modi più disparati: dagli aspetti scientifici a quelli di marketing, fino a quelli più pop, che non hanno mancato di suscitare una “caccia” alle somiglianze o alle vere e proprie citazioni presenti nel progetto e nella sua comunicazione. La Roadster, per esempio, è stata lanciata sulle note di Life on Mars? di David Bowie, mentre sul suo cruscotto compariva il messaggio “Don’t Panic!”, una esplicita citazione da Guida galattica per autostoppisti, il romanzo di fantascienza di Douglas Adams.
Quello che non tutti i media generalisti hanno notato, però, è che il progetto di Musk pare somigliare molto anche ad un fumetto, sebbene non troppo conosciuto. Si tratta di Soft Landing, una breve storia di fantascienza realizzata da Dan O’Bannon e Thomas Warkentin, pubblicata sulla rivista statunitense Heavy Metal nel settembre del 1979.
Nel fumetto uno shuttle della NASA rilascia nello spazio una Corvette del 1959, con a bordo un astronauta. Come si vede dalle tavole di seguito, la similitudine con il lancio della Roadster è piuttosto evidente:
Ad avere notato la forte somiglianza, oltre ad alcuni esperti di fumetto e lettori dalla buona memoria, è stato anche Jean-Pierre Dionnet, co-fondatore della rivista Métal Hurlant, di cui Heavy Metal fu una specie di edizione statunitense (in realtà abbastanza autonoma). In un tweet sul suo profilo – privato, dunque non ripubblicabile – Dionnet ha infatti sottolineato come, 40 anni fa, la sua rivista «provò a immaginare il futuro», spedendo una Corvette nello spazio sia un fumetto che, poi, in un film.
Il film, ben più noto della short story di Warkentin, è infatti Heavy Metal del 1981, ispirato alle storie della rivista. E come si può vedere più sotto, la pellicola si apre proprio con un adattamento di Soft Landing, che SpaceX sembra dunque avere davvero replicato – consapevolmente o meno – con una sola, grande differenza: dall’immaginazione fantascientifica è passata alla realtà aerospaziale.