Girgir, il principale magazine di satira a fumetti turco ha interrotto le pubblicazioni venerdì scorso (17 febbraio), licenziando tutto il suo staff, a seguito della pubblicazione di una vignetta a tematica religiosa.
La vignetta in questione ritraeva il Profeta Mosé intento a pronunciare parole ritenute poi offensive e volgari, mentre guidava il popolo ebreo fuori dall’Egitto (sotto un estratto).
L’editore della rivista ha dichiarato su Facebook e Twitter:
È stato deciso che la rivista venga chiusa e tutto il suo staff licenziato, a causa della pubblicazione di una vignetta disgustosa.
Girgir, fondato nel 1972, ha una storia decennale di indipendenza e negli anni più recenti di opposizione al regime del presidente Recep Tayyip Erdogan, ha conosciuto un picco di successo negli anni Settanta con tirature di 750.000 copie vendute e nel corso dei decenni è stato specchio dell’umorismo turco ma dei movimenti della società del paese. Dal 2015 è stato pubblicato da una società editoriale non allineata a Erdogan, ma nonostante ciò, la direzione ha ritenuto che la vignetta avesse «messo l’azienda in una posizione troppo difficile», e in un comunicato si sono scusati affermando che la vignetta sia uscita solo a causa di «una distrazione per stanchezza e insonnia». La striscia aveva causato polemiche su Twitter subito dopo la pubblicazione, con il portavoce del partito di governo Ibrahim Kalin che aveva twittato dicendo che «non ha niente a che fare né con la libertà d’espressione né con l’umorismo».
Sebbene non sia una figura sacra dell’Islam, Mosé è comunque presente nel Corano e rispettato dagli islamici. Girgir è stato chiuso emplicemente sulla base di questo e del fatto che ogni immagine (soprattutto se satirica) ritraente figure religiose sia strettamente vietata in paesi islamici.
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L’italiano Gianluca Costantini – da sempre attento osservatore della scena fumettistica e politica turca – ha dedicato una vignetta alla vicenda (sotto).