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Arriva in Italia ‘L’uomo senza talento’ di Yoshiharu Tsuge

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Canicola Edizioni pubblicherà in aprile L’uomo senza talento, di Yoshiharu Tsuge, un’opera nota come uno dei capolavori della storia del manga, vero e proprio caposaldo del filone gekiga. A trent’anni dal ritiro dalle scene dell’autore (fratello maggiore di Tadao Tsuge) e nell’ottantesimo anno dalla sua nascita, Canicola edizioni porta in Italia un libro atteso, che ha segnato la storia del manga “d’autore”.

Riscoperto e particolarmente apprezzato dalla critica europea sin dalla sua traduzione francese nel 2004, L’uomo senza talento, che raccoglie diverse storie apparse nel 1985 e 1986 sulla rivista Comic Baku, rappresenta un’opera cruciale per il manga moderno. Il libro racconta la vita di un uomo incapace di provvedere ai bisogni della sua famiglia, un uomo “inutile” che vive di espedienti, vende ciottoli vicino a un fiume, ripara macchine fotografiche e non riesce a ritrovare la forza per riprendere il suo vecchio lavoro – il fumettista – che pure lo aveva condotto, in passato, a grandi riconoscimenti.

Secondo la cifra stilistica tipica di Tsuge, autore di riferimento a partire dal 1968 (con Nejishiki, pubblicata su Garo) per l’allora ‘rivoluzionario’ e crudo naturalismo, la storia unisce realismo a squarci surreali e grotteschi, alternando la brutalità del reale alla durezza dei travagli interiori. L’uomo senza talento è uno dei più noti watakushi manga, un “fumetto dell’io” in prima persona, incentrato sulla introspezione. Dopo la pubblicazione di L’uomo senza talento, Tsuge si ritirò dalle scene nel 1987, diventando figura di culto in Giappone e nel resto del mondo. Più volte adattato al cinema e alla televisione, il suo lavoro ha influenzato numerosi fumettisti, a partire da giapponesi come Kazuichi Hanawa o Iou Kouroda, ma anche da David Mazzucchelli o Art Spiegelman, quest’ultimo suo primo editore in lingua inglese sulle pagine della rivista RAW, nel 1985.
tsuge uomo senza talentoL’uomo senza talento sarà presentato in Italia nel corso del 19° Far East Film Festival di Udine (21/29 aprile), che quest’anno renderà omaggio a Tsuge anche attraverso una mostra e un incontro con il regista Nobuhiro Yamashita.

Tra gli ammiratori del suo lavoro ci sono anche autori come Igort e Chris Ware, o il critico britannico Paul Gravett, che si sono espresso con parole particolarmente lusinghiere:

Yoshiharu Tsuge è il Salinger del Gekiga, schivo e ritirato, ha fatto dell’assenza il suo marchio di fabbrica. Tsuge è il pioniere di una narrazione asciutta, condotta con poesia e durezza. Le sue storie sono dolenti, crude, piene di dolore e mistero. (Igort)

Le storie di Tsuge rappresentano il culmine letterario della narrativa a fumetti. Sono entusiasta di sapere che il suo lavoro abbia finalmente iniziato a diffondersi anche in occidente, ripagando i lettori europei e americani per un’attesa durata decenni. (Chris Ware)

Nella semplicità del suo disegno e della storia Tsuge raggiunge il più profondo dell’anima umana, c’è qualcosa del buddismo zen nella ricerca di sé attraverso i gesti quotidiani. Come parlare di un uomo senza talento, con molto talento. (David B.)

L’uomo senza talento è senza dubbio uno dei capolavori assoluti di Tsuge, la cui traduzione è attesa in Italia da tempo. Una profonda graphic novel che si pone come un momento cruciale per il manga moderno, e merita di essere scoperta e apprezzata da un pubblico molto più ampio in tutto il mondo. (Paul Gravett)

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