Durante il mese di marzo, Fumettologica pubblicherà ogni giorno una speciale rassegna sul meglio del fumetto mondiale nel 2019. Si tratta della traduzione, con qualche contributo inedito, del ‘best of’ che il britannico Paul Gravett – il più importante critico di fumetti europeo, definito da Neil Gaiman “The man at the crossroads” – pubblica ogni anno sul proprio sito.
La selezione è un’autentica bussola sulle novità e le tendenze soprattutto nell’ambito del graphic novel (ma non solo), è seguita da molti professionisti dell’editoria di fumetto, ed è realizzata grazie alla collaborazione di una vasta rete di corrispondenti stranieri (per l’Italia, il nostro direttore Matteo Stefanelli). Soprattutto, si tratta di una playlist utile per scoprire quali sono le opere più interessanti pubblicate in Paesi che vanno al di là dei tre mercati principali del fumetto globale – Giappone, Stati Uniti, Francia – e che quest’anno sono 15, dall’Argentina alla Corea del Sud a Singapore.
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Svezia
Den rödaste rosen slår ut [“The Reddest Rose Strikes“], Liv Strömquist (editore: Galago)
Liv Strömquist è molto più di autrice di fumetti. È diventata un fenomeno, una personalità culturale la cui voce viene ascoltata in vari contesti in Svezia, con un ruolo in un certo senso paragonabile a quello che ha Marjane Satrapi in Francia. Ma ovviamente è anche un’autrice di fumetti, e un nuovo libro di Strömquist è sempre qualcosa da aspettare con interesse.
Nel corso degli anni, Strömquist è diventata sempre più “accademica” nel modo di lavorare, e ciò non sempre si riflette nella crescente quantità di testo e note presente nei suoi fumetti. Allo stesso tempo, i suoi lavori non hanno mai smesso di essere appassionanti. È bene che ci sia sempre qualcosa di divertente in ogni vignetta, graficamente o nel testo, che faccia in modo che il lato pedagogico/didattico non prenda mai il sopravvento o diventi pesante.
Nel libro più recente di Strömquist, il tema è l’amore, o meglio il fatto che sembriamo non innamorarci più in questa società tardo-capitalista. Ispirandosi alla pletora sempre intercambiabile di compagne dell’attore americano Leonardo di Caprio, Strömquist disquisisce dei tempi contemporanei, di come si è evoluto il ruolo dell’uomo e quello della donna, e sul perché molti fattori contribuiscono a non darci più priorità alle relazioni durature e monogame. Come sempre, è una dissertazione accademica profonda, divertente, e capace di stimolare relazioni, ma anche ben illustrata, non a caso Strömquist ha ricevuto un dottorato a honoris causa alla Università di Malmö University, qualche anno fa.
Curly Bracket: Game over, Tor Moström, Johan Wendt e Peter Bergting (editore: Bonnier Carlsen)
Questo titolo è un po’ un pesce fuor d’acqua in questo contesto, una serie in tre parti con chiare ambizioni educative ma non di meno divertente, emozionante e ben raccontata. I testi sono di due persone con grande esperienza nel settore dell’industria informatica, appassionati nell’insegnamento alle nuove generazioni del cosiddetto “pensiero logico computazionale”, cioè il modo in cui pensare per riuscire a programmare e controllare i computer.
La loro dedizione è sincera, ma questa trilogia non sarebbe stata così degna di nota se non fosse stato per il lavoro esperto del fumettista Peter Bergting, noto tra le altre cose per la serie The Portent per Image Comics negli Stati Uniti. Bergting ha uno stile dinamico e moderno chiaramente ispirato al fumetto americano. Il fumetto segue una ragazza, Curly Bracket (il suo nome fa riferimento alle parentesi, “bracket” in inglese, usate nella programmazione) in una storia stile Matrix nella quale lei si ritrova a dover avere la meglio sulla grande azienda Corpurato.
Il tutto è raccontato in una serie d’avventura tradizionale, interrotta a intervalli regolari da enigmi che il lettore stesso è spinto a risolvere. Forse si tratta di un format superato per questo tipo di “edutainment”, e forse il target potenziale sarebbe più facile da raggiungere con un gioco online, ma resta comunque un’opera divertente come non se ne vedono molte tra i fumetti dalle ambizioni didattiche.
Vei: Book 2, Sara Bergmark Elfgren e Karl Johnsson (editore: Kartago förlag)
Un graphic novel svedese con sontuose avventure fantasy è una rarità, sfortunatamente. Il mercato in lingua svedese è semplicemente troppo ristretto perché si possano produrre fumetti di qualità di genere fantasy. Oggi, gli autori con simili ambizioni producono webcomic, ma ce ne sono due che hanno lavorato instancabilmente nel vecchio stile, la sceneggiatrice Sara Bergmark Elfgren, e il fumettista Karl Johnsson, che col secondo volume di Vei ora hanno concluso questo grande progetto.
Vei si può dire che sia un Valhalla [la popolare serie di Peter Madsen] degli anni Dieci. L’ispirazione tematica arriva ancora dalle divinità nordiche, ma dal punto di vista grafico l’ispirazione non arriva dal fumetto francobelga, bensì dai comics americani. La storia è inoltre aggiornata e riflette il contemporaneo, con maggior “realismo” nella descrizione dei giochi di potere e della violenza protagonisti di queste storie, oltre che con un chiaro focus su una maggior aperta concezione dell’amore e della sessualità.
Saker vi skapar [“Le cose che creiamo”], Axel Brechensbauer (editore: Kartago förlag)
Un altro fumetto svedese incentrato su temi reali. Brechensbauer è un designer industriale e ciò appare evidente in questo fumetto filosofico stiloso, divertente e interessante. L’idea di base è semplice: gli uomini sembrano voler costantemente creare cose, ma da dove arriva questa spinta, e cosa vogliamo ottenere con ciò che creiamo? Brechensbauer usa espedienti classici di narrazione, sfruttando come protagonista un topo antropomorfo col ruolo di guida che ci accompagna nelle riflessioni attorno al tema principale.
Il design del personaggio ricorda l’animazione americana degli anni Venti, ma anche l’interpretazione che di essa aveva dato Chris Ware nel suo capolavoro Quimby the Mouse. La presentazione dei concetti è simile a quella della serie di libri didattici For Beginners, che accostano immagini e parole per presentare svariati argomenti per renderli di facile comprensione. Kafka di David Zane Mairowitz e Robert Crumb è probabilmente il più famoso di questi.
Le immagini talvolta somigliano a infografiche, cioè tendono a essere iconiche, talvolta senza senza sfondi, per maggior chiarezza. I colori sono meravigliosamente delicati, e il design del libro, con i suoi bordi arrotondati ti fa venire voglia di prenderlo in mano e portarlo a casa con te. Ciò che racconta Brechensbauer nel suo libro è universale, e lui racconta in modo intelligente e convincente. Non mi sorprenderebbe se questo libro venisse presto pubblicato in molte altre lingue.
Urmodern [“Prima madre”], Åsa Schagerström (editore: Syster förlag)
Questo è il primo fumetto di Åsa Schagerström, ma anche il suo undicesimo, se si contano i dieci realizzati col nome Åsa Grennvall. È un volume autoconclusivo realizzato in un nuovo formato e in una nuova tecnologia, ma in un certo senso è anche la terza parte di una trilogia che comprende l’apprezzato dalla critica Deras ryggar luktade så gott (“La loro schiena ha un buon odore”) (2014) e Jag håller tiden (“Fermo il tempo”) (2016). È un graphic novel, ma allo stesso tempo una raccolta di poesie ricamate.
Urmodern è interessante sotto vari punti di vista. I temi dei due precedenti graphic novel – la relazione di Grennvall / Schagerström con i suoi parenti emotivamente travagliati in contrasto con la propria esperienza genitoriale – vengono ulteriormente sviluppati e approfonditi a livello psicologico. A differenza dei due volumi precedenti, che di fatto erano dei fumetti tradizionali – in un formato più piccolo e con molte pagine – questo è un libro di grande formato con meno pagine. Inoltre, tutto è ricamato, dando quindi un’impressione assolutamente particolare. La pratica del ricamo rimanda alla casa e in parte alle donne, rinforzando il tema indicato dal titolo.
La storia è particolarmente frammentata, costruita su associazioni di idee e flussi di pensiero, anziché su una vera e propria trama. Il tutto è concentrato su come Grennvall / Schagerström si sente allontanata dai suoi genitori e dalle sue radici e sulle opinioni dell’autrice riguardo all’avvio di una famiglia, tema spesso metaforizzato con l’immagine del suo corpo unito in modi diversi con un albero. Anche il fatto che Åsa Grennvall qui diventi Åsa Schagerström, prendendo il nome del marito e distanziandosi dai genitori, è parte del suo lavoro stesso. Un graphic novel che va oltre la lettura, e che cresce con ogni rilettura.
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Questa selezione dei migliori fumetti 2019 pubblicati in Svezia è firmata dal giornalista e storico Fredrik Strömberg. È stata pubblicata sul sito www.paulgravett.com, e la traduciamo qui con il permesso degli interessati.
Fredrik Strömberg è giornalista, autore, curatore e storico. È uno degli editor di Bild & Bubbla, il principale magazine sul fumetto in Scandinavia e il secondo più longevo al mondo, e presidente della Swedish Comics Association. È a capo della Comic Art School of Sweden, è editor del Scandinavian Journal of Comic Art e scrive regolarmente su fredrikstromberg.com/. Tra i libri che ha scritto, sono disponibili in inglese: Swedish Comics History, Black Images in the Comics, The Comics Go to Hell e Comic Art Propaganda e Jewish Images in the Comics.
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