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Ci sarà uno sciopero dei fumettisti durante il Festival d’Angoulême 2020

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Autori che manifestano ad Angoulême 2015

In Francia le rivendicazioni dei fumettisti non sembrano attenuarsi. In occasione della prossima edizione del Festival International de la Bande Dessinée d’Angoulême, venerdì 31 gennaio, gli autori sospenderanno le sessioni di dediche. Il gesto – più che simbolico – è un segno di un malcontento che da anni serpeggia nella scena francese.

Lo sciopero sarà seguito da una manifestazione che vedrà mobilitate diverse organizzazioni professionali: da SNAC BD a Ligue des Auteurs Professionnels, passando per États Généraux de la Bande Dessinée e finendo con La Charte des Auteurs et des Illustrateurs pour la Jeunesse.

Come evidenziato da Christelle Pécoult, portavoce dell’associazione di fumettisti SNAC BD, «Gli autori sono […] sempre più consapevoli di far parte di una categoria professionale. Non è detto che durante quest’anno non si mobilitino più volte, fino ad arrivare a un vero boicottaggio. […] Alcuni di loro non hanno più nulla da perdere».

Le richieste degli autori sono diverse: dall’applicazione di un tassa del 10% sui libri di pubblico dominio – i cui proventi aiuterebbero a sostenere i costi creativi – a compensi per gli autori presenti ai festival e alle sessioni di dediche. Sempre Pécoul ha sottolineato che «ciò che è incomprensibile è che l’organizzazione del festival, lo Stato e le autorità locali di Angoulême sono d’accordo con noi e che molti altri festival più piccoli stanno compiendo uno sforzo importante, perché hanno capito cosa significhi al giorno d’oggi essere un fumettista, mentre il Sindacato Nazionale degli Editori [il cui presidente è Vincent Montagne, presidente anche di Média Participations, proprietaria di Dargaud, Dupuis, Le Lombard, Kana eccetera, Ndr] si rifiuta di pagarci».

Questa situazione è insostenibile per gli autori, soprattutto in un anno in cui il Ministero della Cultura ha deciso di dedicarsi alla promozione e alla valorizzazione del fumetto con il lancio di BD2020, una serie di eventi il cui scopo è appunto quello di intensificare le politiche pubbliche a favore della nona arte.

Nonostante il settore delle bande dessinée goda di buona salute, gli autori non se la passano altrettanto bene. Per questo, Marion Montaigne – presidentessa della giuria del Festival d’Angoulême – durante la trasmissione Boomerang su France Inter aveva lanciato un appello al ministro della cultura Franck Riester affinché pubblicasse il rapporto Racine, un’indagine approfondita sulla situazione degli autori in Francia affidata allo scrittore Bruno Racine con lo scopo di mostrare possibili soluzioni ai problemi inerenti al trattamento economico degli stessi autori.

Nonostante la pubblicazione del rapporto fosse attesa per il mese prossimo, il ministro ha reso disponibile il documento qualche giorno fa. Il lungo documento si compone di una prima sezione, accessibile a tutti, in cui Racine sintetizza la situazione attuale e le diverse proposte per ovviare ai problemi endemici del settore.

Uno dei dati più importanti che emerge dal documento verte sulla remunerazione del lavoro creativo. In Francia, oggi gli autori sono pagati per i diritti d’autore, mentre manca un trattamento economico dei tempi effettivi di produzione dell’opera. Tutto dipende dalla buona volontà degli “attori a valle”, ovvero gli editori, così come vengono definiti nel rapporto.

Nel documento, quindi, viene indicato l’insufficiente valutazione delle conseguenze per gli autori delle recenti riforme sociali, la necessità di un cambiamento organizzativo del ministero della cultura, ma soprattutto la complessità delle procedure di accesso ai diritti e al pagamento dei contributi, soprattutto in relazione a nuovi canali di diffusione come Internet.

La soluzione proposta dal rapporto – che accoglie i suggerimenti della Ligue des Auteurs Professionnels – è la creazione di uno status di autore, nonché la creazione di un consiglio nazionale degli artisti-autori, che avrebbe il compito di contrattare con chi si occupa di diffondere l’opera.

Nel 2018, il movimento Pay Your Author aveva richiesto che gli autori presenti ai festival venissero pagati, in seguito al rifiuto del Salon Livre Paris di retribuire alcuni autori per conferenze e workshop tenutisi durante la manifestazione. La remunerazione degli autori è al centro di una delle ventitré proposte del rapporto. Infatti, la relazione di Racine raccomanda che gli autori di fumetti e di letteratura per l’infanzia vengano pagati per la loro partecipazione a fiere e festival. Viene pertanto evidenziata la necessità di pagare in quelle occasioni gli autori, visto che nel 2014 le statistiche avevano rilevato che alcuni di essi percepivano un reddito inferiore al salario minimo annuo lordo e che quasi il 50% di loro era al di sotto della soglia di povertà.

Dopo la panoramica e le proposte del rapporto, Franck Riester ha annunciato che nelle prime due settimane di febbraio preciserà quali saranno le misure che il ministero adotterà per cercare di risolvere il problema.

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