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La prima raccolta delle strisce a fumetti di Guareschi

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Per la prima volta in volume vengono raccolte circa 150 delle 450 delle strisce che Giovannino Guareschi, futuro direttore del Candido e creatore di don Camillo, scrisse e disegnò per il settimanale umoristico Bertoldo e per La stampa tra il 1936 e il 1943. Una ricca raccolta di materiali mai studiati prima, raggruppati per temi (“Le donne” e “L’amore”; “La guerra e militari”; “L’umorismo surreale” ecc.) e accompagnati da testi critici.

Un altro tassello fondamentale per capire la complessa macchina creativa di Guareschi tra scrittura, fumetto, disegno satirico, il tutto all’insegna dell’umorismo.

Il volume Guareschi a strisce – le strip di Giovannino Guareschi per il Bertoldo e La Stampa (1936-1943), a cura di Elisabetta Balduzzi, Giorgio Casamatti e Guido Conti è pubblicato da Libreria Ticinum Editore, ed è ordinabile online.

Di seguito proponiamo un estratto dell’introduzione di Giorgio Casamatti e una selezione di strip.

L’opera di Giovannino Guareschi ha coinvolto così tanti mezzi e modalità di comunicazione e si è servita di svariati modelli stilistici apparentemente contrastanti che, a prima vista, potrebbe apparire disarticolata. Da un’analisi più approfondita si scorgono invece alcuni elementi che accomunano tute le sue opere e rendono più chiaro il suo percorso creativo. Per comprendere questo autore è infatti necessario considerare come, alla base delle sue opere, ci sia sempre l’esigenza di raccontare la realtà e al contempo interpretarla e commentarla in chiave umoristica, consentendogli così di assolvere ad una sorta di funzione didattica riassumibile nell’idea dell’educare divertendo.

Queste caratteristiche, che risulteranno ancor più evidenti nel dopoguerra democratico, quando dal «Candido» potrà esprimersi in modo più libero, sono già presenti nelle sue opere precedenti. Fin dagli esordi sui numeri unici di Parma, dove elabora alcune storielle umoristiche per criticare la modernizzazione della città e dei costumi dei suoi abitanti, ha intuito come l’utilizzo di una sequenza di vignette gli permetta di raccontare meglio il reale e, grazie all’umorismo, di svelarne le storture.

Anche quando approderà al «Bertoldo» continuerà a raccontare in chiave umoristica la realtà attraverso le vignette e i racconti per proporre chiavi di lettura non allineate con gli ideali del fascismo. Fin dagli anni ’30, all’epoca della sua collaborazione al «Bertoldo», Guareschi ha infatti ben chiaro quali siano le funzioni e gli obiettivi dell’umorista e di come, anche durante il periodo oscuro della dittatura fascista, si possa riuscire a mostrare il vero volto della realtà, sebbene celato dalle retoriche e dalle mistificazioni del regime. Assieme ad altri autori del «Bertoldo», con un umorismo surreale e solo apparentemente bonario, riuscirà infatti a proporre temi, stili e modalità di rappresentazione del reale che discordano e in alcuni casi contrastano dagli ideali del fascismo. Il ricorso al surrealismo e alle ambientazioni non realistiche delle vignette diventa infatti un modo efficace per non incappare nelle maglie della censura di regime e riuscire così a combattere, attraverso l’umorismo, la retorica imperante.

Questa sorta di superamento della realtà, che in alcuni casi raggiunge il paradosso, viene utilizzato da Guareschi soprattutto nelle strip anche per mostrare come l’estremizzazione di certi comportamenti umani, non guidati dalla ragione, sia sempre negativa e riprovevole. Come ad esempio la forza bruta sia inutile e dannosa nelle storielle dell’uomo troppo forte che, girando la chiave nella porta con troppa veemenza, ribalta la casa o dell’altro che, per dare una spintarella all’auto la fa accartocciare su se stessa. Come l’eccessiva piaggeria sia ridicola utilizzando la storiella del servo che si raggomitola su se stesso come un contorsionista per inchinarsi sempre di più al suo sovrano. Come l’obbedienza cieca e assoluta del militare, che bombarda il punto segnato dal generale sulla mappa uccidendolo, sia ridicola e dannosa. Si tratta solo di alcuni esempi che permettono di mostrare come anche in queste strip, così come nelle sue vignette che sembrano apparentemente animate solo da bonaria comicità, si nasconda spesso una sorta di sottotesto capace di contrastare l’ideologia e la retorica del regime.

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