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È morto Lee Salem, l’editor che scoprì Bill Watterson, Richard Thompson e Garry Trudeau

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Lee Salem è morto lunedì 2 settembre, a 73 anni. Salem è stato per anni editor e poi presidente della Universal Press Syndicate (ora conosciuta come Andrews McMeel Syndication). Fu editor, tra gli altri, di Calvin e Hobbes, Cathy, Cul-de-Sac, Doonesbury, The Far Side e For Better or for Worse. Durante il suo mandato mise sotto contratto autori come Bill Watterson, Richard Thompson, Garry Trudeau e scoprì autori come Cathy Guisewite (Cathy) e Aaron McGruder (The Boondocks), dando voce alle minoranze, etniche e di genere. Aiutò Lynn Johnston a sviluppare For Better or For Worse, una striscia che negli anni Ottanta affrontò i temi dell’abuso infantile, la violenza sessuale e il coming out.

Nato il 21 luglio 1946 a Boston, ed era entrato alla Universal come editor nel 1974, dopo aver conseguito la laurea alla University of Missouri di Kansas City. Diventato presidente della Universal Press Syndicate, era rimasto editor della compagnia fino al 2012, per poi andare in pensione nel 2014. Nel 2013 la National Cartoonists Society gli assegnò il premio Silver T-Square per il suo contributo all’industria.

Salem fu editor lungimirante, che si allontanò dal modello standardizzato delle strisce una-gag-al-giorno, deprecando la pessima scrittura e cercando voci uniche e personali. Perfino Bill Watterson si fidava del suo giudizio e non questionò mai i suoi suggerimenti. «Bisognava abituarsi al suo tipico riserbo del New England» disse al Washington Post. «Nei primi anni, mi risparmiavo una settimana di tempo facendogli leggere le bozze quando era nei paraggi per lavoro. Passava in rassegna un mese di materiale in cinque minuti e sembrava leggesse degli obituari tale era la gioia che emanava. Potete immaginare come fosse l’esperienza di negoziare un contratto con lui.»

In certi casi, i suoi ruoli esularono da quelli creativi: l’anno successivo all’insediamento di Salem come editor, Doonesbury vinse il Pulitzer e Salem protesse Trudeau dalle continue richieste di chiusura, dalle polemiche (celebre quella relativa a una sequenza di strisce degli anni Ottanta in cui si ironizzava sui rapporti di Frank Sinatra con la mafia, o a un arco narrativo sull’aborto) e dai detrattori politici del fumettista. «Le e-mail scritte tutte in minuscolo di Lee mi incoraggiavano come nient’altro» ricordava nel 2012 Richard Thompson, in occasione del pensionamento di Salem.

Lee Salem è stato la voce di Bill Watterson con la stampa, lo ha gestito nelle burrascose negoziazioni sulla questione del merchandising. Per anni, gli editori fecero pressioni su Watterson affinché accettasse un programma di licenze limitato. «La relazione, a volte rancorosa, tra me e Bill era pubblica e lui chiarì fin da subito le sue ragioni, pensava stessimo chiedendo troppo a Calvin e Hobbes in termini di presenza sul mercato» raccontava Salem. «La nostra posizione era che, ehi, gestiamo un’azienda e questo è quello per cui hai firmato. Alla fine cedemmo. Noi e i banchieri ancora piangiamo, ma almeno il rapporto con Bill tornò a essere amichevole.»

«Lee si trasformava in un muro tagliafuoco» ha dichiarato Trudeau al Washington Post. «Ascoltava tutte le rimostranze dei clienti furiosi e le spegneva con la sua voce calma e ragionevole.»

«La sua imperturbabilità era una virtù utile nel resto del suo lavoro, che consisteva nell’entrare in un circolo di lettori e direttori di giornali furiosi, e prendersi tutti i proiettili» spiegò Watterson. «Fu un grande difensore del mio lavoro e gli sarò sempre grato per il suo appoggio costante.»

Leggi anche: Quel che ci resta di Bill Watterson

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