Il primo target dei film di supereroi sono quasi sempre i bambini (o i nerd), perché sono loro (e i nerd) a comprare giocattoli, magliette, merendine, quaderni con Capitan America, Spider-Man e Batman. Lo sanno davvero tutti nel mondo dell’intrattenimento, compresi i produttori di DC Comics/Warner Bros. che, dopo una carrellata di film inutilmente cupi tipo L’uomo d’acciaio e Batman v Superman o pastrocchi schizofrenici come Suicide Squad e Justice League, con Shazam! ci propongono davvero un film per bambini.
A loro parziale discolpa, è il materiale di partenza a imporre questo target. La pellicola segue pedissequamente la miniserie di Geoff Johns e Gary Frank del 2013 con cui è stato aggiornato il personaggio dopo il rilancio New 52, tranne che per la scelta del cattivo: nel film c’è solo il Dottor Sivana, interpretato da Mark Strong, mentre nel fumetto l’avversario era soprattutto Black Adam, che su schermo sarà interpretato da Dwayne “The Rock” Johnson (ma che purtroppo non è in scena nemmeno per un minuto in questo film).
Billy Batson (interpretato da Asher Angel), ragazzino senza famiglia alla continua ricerca della madre, viene adottato da una nuova coppia che ospita in casa sua altri cinque orfani. Un giorno, dopo aver difeso uno degli altri ragazzi, finisce in un tempio in cui viene accolto dal mago Shazam. Questi lo dichiara il suo campione e gli dona l’insieme di sette poteri: S per la saggezza di Salomone, H per la forza di Ercole (Hercules), A per la resistenza di Atlante, Z per il potere di Zeus, A per il coraggio di Achille, M per la velocità di Mercurio. Al tempo stesso lo porta al suo pieno potenziale, dandogli la facoltà di diventare un adulto (Zachari Levi) vestito con un pacchiano costume rosso, bianco e oro.
Anni prima lo stesso mago si era rifiutato di concedere tali poteri al giovane Thaddeus Sivana, che ora dedica la sua vita al ritrovamento di quel luogo magico magico per allearsi con i nemici dello stregone, i Sette peccati capitali, che il vecchio tiene prigionieri in un artefatto. Grazie a loro otterrà forza, velocità e resistenza sovrumane.
Il film – diretto da David F. Sandberg – è incentrato sulla crescita morale di Billy che, a differenza di Peter Parker, decide che da grandi poteri possono derivare grandi divertimenti. Il ragazzo sfrutta così le proprie capacità per fare video su YouTube e raggranellare qualche soldo grazie ai selfie con i fan. L’arrivo di Sivana e – ancora prima – gli attriti tra il ragazzo e la sua famiglia adottiva lo obbligheranno a cambiare e diventare un vero eroe.
La trama qui riassunta può far pensare a una storiella molto esile con una morale da film pomeridiano di Disney Channel, e la realtà non è molto lontana. In tutto il film c’è un solo colpo di scena interessante. Per il resto tutti i personaggi fanno esattamente quello che ci si aspetta da loro per raccontare una storia che porta a una sola conclusione finale: «Casa è il posto in cui scegli di restare» o una frase simile, pronunciata ovviamente del capofamiglia in un momento di crisi.
Il tema principale del film – chiarissimo, esplicitato, risolutivo – è infatti la famiglia. Billy, che rifiuta di chiamare fratelli e sorelle gli altri ragazzini con cui si trova a vivere e che ha idealizzato la figura della madre che vuole ritrovare, si troverà a ricredersi e a trovare proprio nella famiglia adottiva la forza per sconfiggere Silvana. Questi, a differenza sua, ha una famiglia, padre e fratello, che però, pur condividendo il suo stesso sangue, non gli hanno mai dimostrato l’amore che si respira nella casa di Billy. Sarà questo a renderlo cattivo, invidioso, e a portarlo al servizio dei Sette vizi capitali. E a spingerlo a gettare il fratello giù dalla finestra di un grattacielo e far divorare il padre da un mostro orrendo.
Non si può negare che il film riservi alcune battute esilaranti e momenti divertenti. Non mancano inoltri i soliti ammiccamenti per i nerd (uno su tutti: la scuola frequentata da Billy si chiama Fawcett), così come sono presenti semplificazioni e qualche buco di trama minore. Tutto sommato il film funziona senza particolari problemi, ma probabilmente anche senza impressionare lo spettatore adulto. Di sicuro un bambino lo apprezzerà di più, anche se ormai i film Marvel e gli altri DC – ma anche un capolavoro come Spider-Man – Un nuovo universo – hanno “svezzato” i ragazzini a situazioni meno bambinesche.
Altrettanto sicuramente, Shazam! è un film che ci si dimenticherà di aver visto il giorno dopo essere stati al cinema, così come succede con molti altri cinecomics. Non ha nessun guizzo, nessun momento memorabile. Terzo “sicuramente”, il mix di azione e umorismo avrà successo e in Warner lo sanno, tanto che nella pellicola ci sono già almeno tre spunti per eventuali seguiti.
Due note, in chiusura, una negativa e una positiva. Non è possibile che nell’Anno Domini 2019 il cattivo si circondi di mostri che sembrano i “cani” dei Ghostbusters, realizzati con la stessa perizia tecnica a distanza di tre decenni. Gli effetti speciali di questo film sono forse i peggiori tra quelli dei film di supereroi degli ultimi cinque anni. D’altra parte, la recitazione sopra le righe di Djimon Hounsou, che interpreta il vecchio mago, fa sembrare Max Von Sydow un principiante.
Leggi anche:
• La vera storia di Captain Marvel
• Lo strambo Captain Marvel degli anni Sessanta