In esclusiva presentiamo il manifesto di Arf! 2019, festival romano del fumetto e dell’illustrazione, quest’anno giunto alla quinta edizione, che si terrà il 24, 25 e 26 maggio presso il Mattatoio di Roma.
L’autore del manifesto è Giuseppe Palumbo, disegnatore tra le altre cose di Diabolik e di opere personali come Uno si distrae al bivio, Tosca la mosca, Alea Metron e Ramarro, il “supereroe masochista” creato nel 1986 e apparso sulle pagine delle riviste Tempi Supplementari e Frigidaire.
Le ispirazioni di Giuseppe Palumbo per la sua illustrazione sono molteplici: Roma, Fellini, Pasolini, Piranesi, la comparsa dei balloon negli anni Trenta, la visione degli autori che hanno firmato le precedenti edizioni di Arf! e una riflessione sul fumetto nel suo insieme.
Lo stesso Palumbo racconta il processo creativo:
«Il primo bozzetto che ho immaginato per questa quinta edizione dell’ARF! di Roma è stata una rielaborazione in chiave pop del Cupido e del Toro che campeggiano sull’entrata dell’Ex Mattatoio.
Ma la perturbante Cappuccetto Rosso disegnata dalla Pichelli per la terza edizione, il suo sguardo in particolare, mi ha subito riportato alla memoria il demone bimba che appare a Toby Dammit, sin da subito, al suo arrivo a Fiumicino, nel film di Fellini inserito in Tre passi nel delirio. E così la natura diabolica del fumetto ha subito preso corpo davanti a me.
Il fumetto è una brutta bestia (il Toro), oggetto del desiderio (il Cupido), ma è anche e soprattutto un oggetto diabolico (la nuvoletta). Fu su Jumbo, negli anni Trenta del secolo scorso, che apparvero per la prima volta le nuvolette, fino a quel momento ritenute ineleganti e sgradevoli.
Ma in generale è il fumetto a essere un linguaggio ibrido, difficile da collocare e accettare: l’attuale difficoltà, specie in certi ambienti, a chiamare fumetto quello che niente altro che fumetto è, utilizzando (spesso a sproposito) l’anglicismo più elegante e rassicurante graphic novel, mi riporta non solo a Jumbo, ma anche alle recenti diatribe su “Fumetto d’autore – Fumetto popolare” o “Fumetto e Arte”.
Il fumetto come ogni manifestazione demoniaca, seduce e repelle. Un doppio vincolo che ci attira e ci avvince, mentre ci fa dire che in fondo è solo intrattenimento (“sono solo canzonette”?), anche quando è fatto da grandi autori. Da queste riflessioni, ecco nascere l’immagine di questo nuovo ARF!
Un Toby Dammit felliniano che osserva turbato le nuvole partorite dal Lupo antropomorfo (altro ibrido) creato da LRNZ per la seconda edizione del festival; un omaggio a Fellini che proprio in quel mediometraggio ci dava una rutilante visione di Roma, anticipatrice del mosaico successivo, “Roma”.
La Ferrari di Toby lo ha portato al cospetto di un altro luogo romano d’elezione, il parco degli Acquedotti, con le sue rovine e i suoi pini a ombrello, celebrato da Pier Paolo Pasolini; Il Cappuccetto Rosso della Pichelli passa di lì a bagnare la scena di rosso inferno. In alto i due personaggi di Gipi, dall’immagine della prima edizione, accolgono la messe di nuvole; in basso, l’ultimo omaggio a chiudere questa carrellata, quello alla Roma delle rovine incisa da Giambattista Piranesi, rovine che sono indizio di un mondo di proporzioni enormi, ancora tutto da raccontare e disegnare.»
Di seguito, un breve video che riprende Palumbo durante la realizzazione del manifesto:
Per informazioni sul festival: www.arfestival.it