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Ed Catmull, presidente di Disney e Pixar, lascia l’azienda

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Ed Catmull al Web Summit 2015 di Dublino | Via Flickr

Con un comunicato stampa la Walt Disney Company ha annunciato l’addio di Ed Catmull all’azienda. Catmull, co-fondatore della Pixar e attuale presidente degli studi d’animazione Disney e Pixar, è una delle figure più influenti nel campo dell’animazione al computer.

Il 73enne ha dichiarato di aver deciso di ritirarsi alla fine dell’anno. Manterrà un ruolo di consulente fino al luglio 2019. Jim Morris e Andrew Millstein, presidenti rispettivamente in Pixar e Disney che prima rendevano conto a Catmull, ora faranno riferimento al presidente dei Walt Disney Studios Alan Bergman. La compagnia non ha, al momento, intenzione di cercare un sostituto per la posizione di Catmull.

«Nemmeno nei miei sogni più sfrenati avrei potuto immaginare il percorso o le persone straordinarie che ho incontrato in tutti questi anni» afferma Catmull. «Ho emozioni contrastanti nell’abbandonare un gruppo di persone che amo ma sono anche orgoglioso che ora Pixar e Disney Animation abbiamo i leader più dediti con cui abbia mai lavorato».

Nato nella Virgignia Occidentale ma cresciuto nello Utah, Edwin Earl “Ed” Catmull studiò come ingegnere informatico e contribuì all’avanzamento delle tecnologie nel campo della grafica computerizzata, come l’applicazione del texture mapping alla grafica 3D. Nel 1972 animò A Computer Animated Hand, un breve filmato in cui mostrava una versione al computer della propria mano. Il cortometraggio fu uno dei primissimi esempi di animazione digitale, talmente sbalorditivo per l’epoca da venire inserito nel film Futureworld – 2000 anni nel futuro.

Assunto alla Lucasfilm per occuparsi della divisione che avrebbe esplorato le potenzialità della grafica al computer, fu tra i membri fondatori degli studi Pixar. E, quando Disney comprò lo studio di Toy Story, il CEO della compagnia Bob Iger affidò a Catmull e John Lasseter la guida dei due studi d’animazione.

john lasseter ed catmull
John Lasseter ed Ed Catmull | Foto di Jeff Heusser via Flickr

Dopo l’addio di John Lasseter, in seguito alle accuse di molestie e comportamenti inappropriati, Disney e Pixar perdono un’altra figura importante della loro storia non esente da zone d’ombra.

Catmull, «una delle figure più complicate della Storia dell’animazione» come scrive Amid Amidi su Cartoon Brew, è stato innovatore ma anche criticatissimo dirigente: forte oppositore delle unioni di lavoratori, ha fatto in modo che la Pixar non firmasse con alcun sindacato e come risultato oggi gli stipendi di partenza dello studio sono al di sotto della media del settore.

È stato uno dei protagonisti del Techtopus, lo scandalo sui livellamenti degli stipendi per cui le aziende della Silicon Valley e le principali case d’animazione del paese (Apple, Google, Blue Sky Studios, DreamWorks Animation, Lucasfilm, Pixar, Sony Pictures Animation, The Walt Disney Company) si accordavano per non intraprendere guerre d’assunzioni, mantenendo bassi i salari. Una pratica di cui Catmull, nonostante le class action portate avanti dagli animatori, non si è mai pentito: «È come se stessimo danneggiando i dipendenti? Non lo stiamo facendo. Le buste paga sono una mia responsabilità, ma ho delle responsabilità anche sul lungo corso. Non devo scusarmi per questo».

«Non si può misurare il contributo di Ed Catmull sull’industria dell’intrattenimento» ha dichiarato il CEO della Walt Disney Company Bob Iger. «Pioniere dell’intersezione tra creatività e tecnologia, Ed ha allargato le possibilità di raccontare storie e ingigantito le aspettative del pubblico. Siamo profondamente grati per i suoi innumerevoli contributi. […] Gli auguriamo il meglio per il suo meritato pensionamento».

«Tempo fa, pensando al futuro della Pixar, capii che sarebbe potuto andare bene anche senza John Lasseter e che mi sarei preoccupato solo quando Ed se ne sarebbe andato» ha scritto Craig Good, uno dei primi dipendenti dello studio, sulla propria pagina Facebook. «Come ha detto un’altra persona quando sentì le prime voci del ritiro di Ed: “Ecco che se ne va la voce della ragione”».

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