HomeMondi POPAnimazioneI Simpson, le accuse di razzismo e la loro risposta

I Simpson, le accuse di razzismo e la loro risposta

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Apu Nahasapeemapetilon, uno dei personaggi secondari de I Simpson, è al centro di polemiche per la sua rappresentazione, a detta di molti troppo stereotipata. Lo scorso autunno il comico di origini indiane Hari Kondabolu si è reso infatti protagonista di The Problem with Apu, un documentario-invettiva in cui criticava la rappresentazione della popolazione indiana ne I Simpson.

Il suo obiettivo principale era ovviamente il gestore di origini indiane del Kwik-E-Mart (Jet Market nella versione italiana), attraverso il quale gli autori della serie animata sarebbero stati promotori di una certa immagine stereotipata della cultura indiana, per molto tempo l’unica visibile dal pubblico generalista.

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Nell’episodio No Good Read Goes Unpunished – il quindicesimo della ventinovesima stagione, andato in onda negli Stati Uniti l’8 aprile scorso –, i Simpson hanno risposto in maniera diretta al documentario. In questo episodio, Marge scopre che un libro amato da bambina è stato radicalmente modificato per rimuovere gli elementi che, nel frattempo, sono diventati culturalmente offensivi.

Parlando della questione, Lisa guarda una foto di Apu e commenta: «Una cosa creata decenni fa, accolta positivamente e considerata inoffensiva, ora è politicamente scorretta. Che ci vuoi fare?».

Su Twitter, Kondabolu ha risposto agli sceneggiatori scrivendo: «Dal mio documentario e dalla discussione che ha generato tutto quello che ne ricavano è che è “politicamente scorretto”? […] La loro risposta non è un affondo a me ma al progresso, così come molti di noi lo considerano».

Molti si sono accodati all’opinione di Kondabolu, anche se una parte delle reazioni ha definito quello di Apu un “non-problema”. Certo è che, come ha scritto Justin Charity su The Ringer, The Problem with Apu sembrava più interessato a tentare qualche colpo da gotcha journalism cercando di intervistare Hank Azaria (il doppiatore del personaggio, che indiano non è), piuttosto che studiare il cambiamento culturale che ha portato Apu a diventare “problematico”.

Azaria era stato lapidario nel giudicare il lavoro di Kondabolu: «Il documentario ha colto dei punti interessanti e ha dato da pensare ai noi dei Simpson». Il documentario glissava inoltre sull’evidenza che il personaggio è stato spesso usato per parlare di immigrazione, pregiudizio, veganismo o per rappresentare la cultura indiana in maniera, seppur approssimativa, priva delle esagerazioni toccate ad altri (gli italo-americani, i giapponesi, gli irlandesi).

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Gli autori dello show avevano già affrontato la questione in Molto Apu per qualcosa (stagione 27), in cui il personaggio incontrava suo nipote, un giovane di seconda generazione che bollava lo zio come la rappresentazione macchiettistica di un indiano.

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