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Le condizioni di Stan Lee preoccupano i fumettisti americani

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Stan Lee – il co-creatore dell’universo Marvel – sembra essere in condizioni tanto misteriose quanto preoccupanti, al punto da spingere diversi fumettisti statunitensi a rivolgersi alla rivista online Bleeding Cool per chiederle di fare luce sulla situazione. Tra questi figurano Peter David, J. Scott Campbell, Neal Adams e Mark Waid, che hanno lamentato soprattutto l’allontanamento di Mac “Max” Anderson, ex guardia del corpo e road manager di Lee e principale riferimento dell’autore nei suoi tour alle convention.

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Il cameo di Lee nella serie di Netflix “The Punisher”

Anderson sarebbe stato allontanato insieme a Linda Sanchez, una delle infermiere che badava a Lee (e con cui l’uomo sembrava aver sviluppato un rapporto particolarmente stretto). I due avrebbero cercato di discreditare JC, la figlia di Lee, presso il padre, e di corrompere un’altra infermiera affinché dichiarasse il falso sulla condotta di lei. Anderson inoltre avrebbe tenuto dei comportamenti violenti nei confronti della stessa JC, secondo quanto riportato dal Daily Mail.

Quest’ultimo motivo avrebbe dunque spinto Keya Morgan, partner produttivo di Lee sulla serie Nitron e amico della sua famiglia da un decennio, a «farsi carico della questione con il beneplacito di Lee», scrive il Daily Beast, licenziando Anderson, i cui trascorsi non giocavano in suo favore: nel 2002 ha trascorso un anno in prigione dopo essere stato giudicato colpevole di violenze alla moglie, mentre nel 2010 ha passato un periodo di libertà vigilata per aver picchiato il figlio.

Ciononostante, diversi fumettisti si sono schierati in difesa di Anderson, definendolo l’angelo custode di Lee da molti anni. Secondo questo gruppo di autori, le notizie circolate su Anderson sarebbero state artefatte ad hoc da qualcuno – presumibilmente Morgan – per privare Stan Lee delle sue sicurezze e difese. I fumettisti dichiarano che il papà di Spider-Man e di molti altri eroi Marvel sarebbe irraggiungibile e invitano la polizia di Los Angeles a fare chiarezza sulle sue condizioni.

«Vi pregherei di considerare», ha scritto Mark Waid su Bleeding Cool, «che non è possibile che un giornalaccio d’oltreoceano come il Daily Mail abbia potuto fotografare una fantomatica “scena del crimine” ore prima di tutte le testate di Los Angeles a meno di non essere stata avvertita prima. Come già hanno detto gli altri, per Max Stan è come un padre».

Anche il disegnatore J. Scott Campbell ha spezzato una lancia nei confronti di Anderson. «Oltre ad aver gestito la svolta economica di Stan nell’ultimo decennio e ad aver negoziato con meticolosità le sue apparizioni in pubblico, Max si è preso cura di Stan accompagnandolo sul set di tutti i film Marvel e agli appuntamenti medici, facendogli compagnia e via discorrendo».

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Lee in compagnia di Anderson

«A Max importa di Stan, ha salvaguardato i suoi affari e la sua salute per oltre un decennio», sono state le parole di Peter David. Gli ha fatto eco Humberto Ramos, che ha affermato di aver osservato gli atteggiamenti di Anderson in svariate convention: «Molte persone dicono che Max sia un negoziatore tosto e, sì, quando si parla di Stan nessuno è più tosto di Max: che piaccia o meno, otterrà il meglio per Stan».

Quella di Anderson è solo l’ultima di una serie di notizie che stanno delineando una situazione non rosea per il novantacinquenne co-creatore di Spider-Man. Nell’ultimo anno, Lee ha perso la moglie Joan, con cui era sposato da quasi settant’anni, è stato accusato di molestie sessuali e ha visto peggiorare le sue condizioni di salute, arrivando a disdire, via TMZ, le sue apparizioni pubbliche future a causa di una polmonite.

Il Daily Beast cita le dichiarazioni di un insider, secondo il quale lo stato in cui versa Lee sia «un casino. Stan e sua figlia JC vengono fatti a pezzi dagli avvoltoi». La fonte cita un episodio sintomatico della situazione: «Ero a una festa dove c’era un tizio con lui. Il tizio si allontana e qualcuno mi dice “Quello è il figlio di puttana che ha scattato la foto di Whitney Houston morta nella vasca da bagno”. Questo è il tipo di persone che ha attorno».

Di recente i giornali hanno riportato le notizie di un assegno non autorizzato di 300.000 dollari, l’acquisto di un condominio per 850.000 dollari a pochi passi dalla casa di Lee a Hollywood Hills e la sparizione di un milione e quattrocentomila dollari durante un trasferimento bancario. I sospetti risalirebbero a Jerry Olivarez, individuo che nel periodo successivo alla morte di Joan ha assunto il controllo degli affari di Lee. L’avvocato di Olivarez ha confermato l’acquisto dell’appartamento, aggiungendo però che è stato lo stesso Lee a spingere affinché Olivarez trovasse una sistemazione vicino alla sua per averlo sempre a disposizione.

Morgan ha denunciato al Daily Beast la situazione preoccupante, sostenendo di essere stato lui a scoprire l’assegno non autorizzato e di aver portato personalmente Stan Lee alla polizia per denunciare la frode. E, per indagare sul milione sparito, ha assunto Vince Maguire – fratello dell’attore Toby Maguire –, che gestisce una società di revisione di conti.

Morgan ha mostrato al Daily Beast anche un assegno di 35.000 dollari (risalente al 2012) intestato a Olivarez da parte della SL Productions, la compagnia di Stan Lee, per la creazione di un’etichetta editoriale che non si è mai concretizzata.

Ed è stato sempre Olivarez l’artefice di Hands of Respect, una campagna per promuovere l’uguaglianza e la pace tra le comunità della nazione, con tanto di spilletta acquistabile. Lee si è speso per pubblicizzare l’iniziativa e ne è diventato il volto principale. Il sito della campagna lo vede, insieme alla figlia e a Olivarez, nel “Hands of Respect Team”. Jonathan Bourne, autore e produttore televisivo, incuriosito dall’iniziativa, ha chiesto delucidazioni in merito, ma ha ottenuto soltanto risposte vaghe.

«Quando la moglie di Stan è morta, nel giro di un giorno ho visto avvoltoi, serpi, sanguisughe e sciacalli girargli attorno per strappargli un pezzo di carne», ha dichiarato Morgan. «Lui e la figlia sono facilmente raggirabili, è questo il vero problema».

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