Nel 2018, Edizioni BD pubblicherà in collaborazione con la casa editrice americana IDW Publishing storie inedite e ambientate in Italia del Corvo, il personaggio dei fumetti creato nel 1988 da James O’Barr e diventato famoso negli anni Novanta per il film diretto da Alex Proyas e interpretato da Brandon Lee.
A marzo esordirà la miniserie in 4 parti intitolata Il Corvo: Memento Mori, contenente una saga sceneggiata da Roberto Recchioni (Orfani, Dylan Dog) e disegnata da Werther Dell’Edera (collaboratore di Sergio Bonelli Editore e delle americane Marvel, DC e Image Comics) per i colori di Giovanna Niro (Orfani, Dylan Dog). Inoltre, ogni albo presenterà in appendice una serie di storie brevi scritte a rotazione da Micol Beltramini e Tito Faraci per i disegni di Davide Furnò, Angelo Mennillo, Alberto Ponticelli e Matteo Scalera.
La miniserie sarà pubblicata in contemporanea in Italia (da BD) e negli Stati Uniti (da IDW) e sarà ambientata a Roma. Il protagonista sarà David, la cui ragazza è rimasta uccisa durante un attacco terroristico a una chiesa. Ritornato come “Corvo”, David non avrà come unico scopo quello di vendicarsi ma anche quello di scatenare una santa crociata che vedrà contrapposti il suo Dio alle posizioni ideologiche degli avversari.
Il primo albo sarà proposto in edizione regular – con copertina di Dell’Edera – e in tre versioni variant, con le copertine di Roberto Recchioni, Matteo Scalera e Davide Furnò. Quest’ultima la presentiamo di seguito in anteprima esclusiva assieme alla lavorazione di una tavola di Dell’Edera.
Per presentare il progetto, abbiamo rivolto alcune domande a Recchioni e Dell’Edera, oltre che a Marco Schiavone, CEO e fondatore di Edizioni BD.
Com’è nata e si è sviluppata l’idea per il progetto?
Marco Schiavone: Ne abbiamo parlato con James O’Barr. Lui è un grande fan del fumetto europeo e ed è stato quasi naturale proporgli una interpretazione del Corvo realizzata da autori italiani. Da lì a compilare un “All Star Team” che potesse occuparsene è stato un attimo e tutte le nostre prime scelte ci hanno fin da subito confermato l’adesione e l’entusiasmo per il progetto.
Roberto Recchioni: Marco Schiavone mi ha contattato chiedendomi se mi poteva interessare lavorare a questo progetto; mi ha detto che avrebbero partecipato anche Werther dell’Edera e Giovanna Niro. Visto il personaggio, gli autori e gli artisti coinvolti, dire di no era impossibile.
Una delle caratteristiche più peculiari delle storie originali del Corvo è la sua atmosfera gotica. In che modo Roma si è prestata a fare da scenario alle sue nuove avventure?
Roberto Recchioni: Se parliamo di gotico architettonico, Roma è una città che ne è quasi completamente avulsa e questo si riflette anche sulle sue suggestioni visive che si nutrono di altro. Se, invece, parliamo del romanzo gotico, il genere muove i suoi passi dal romanticismo per poi sprofondare nell’orrore. E romanticismo e orrore sono elementi che a Roma abbondano. La capitale è sempre stata percorsa da una forte atmosfera mortuaria e decadente (e la decadenza si è acuita, ultimamente) e questo l’ha resa un palcoscenico ideale. Aggiungiamoci poi il discorso della religione, che a Roma si avverte chiaramente, e che nella mitologia del Corvo ha sempre un ruolo importante.
Werther dell’Edera: A me quando uno mi parla di gotico, mi vengono, abbastanza stupidamente, in mente le cattedrali francesi del XII sec. e quindi una architettura fatta di ordine geometrico, spoglia di orpelli ed essenziale nella sua filosofica ricerca di Dio e nella rappresentazione del paradiso. Quindi quale luogo migliore di Roma per parlare di Dio, Maometto o della loro assenza?
Quali sono i punti di forza che rendono il personaggio ancora oggi interessante?
Roberto Recchioni: Il Corvo, inteso come spirito di vendetta e giustizia, è un personaggio senza data di scadenza.
Werther dell’Edera: non esiste un personaggio del Corvo, esiste un’idea. Noi non stiamo riscrivendo il personaggio, noi stiamo raccontando una nuova incarnazione dell’idea di James O’Barr.
Queste nuove storie cosa prenderanno dai fumetti originali di James O’Barr e cosa dal film con Brandon Lee?
Marco Schiavone: Niente, se non lo spirito.
Roberto Recchioni: La storia, come molte altre che sono seguite a quella originale di O’Barr, non riporterà in vita (nuovamente) Eric Draven ma un altro Corvo, un’altra vittima che si farà carnefice. Io e Werther abbiamo cercato di catturare l’anima e le atmosfere dell’opera originale. Una buona storia del Corvo deve puzzare di spirito adolescenziale, essere romantica, disperata e cupa. Con una piccola luce di struggente speranza. Il mio apporto principale al canone è una più spiccata riflessione sulla religione.
Come è stato collaborare con O’Barr?
Marco Schiavone: James O’Barr è un grande appassionato di fumetti ed è stato divertente scambiare opinioni sugli autori da poter coinvolgere nel nuovo progetto. Onestamente mi aspettavo un po’ più di gelosia da parte sua. Stiamo parlando comunque di una sua creatura. Invece è stato molto positivo rispetto a tutte le idee che gli abbiamo proposto. Lo definirei il “nostro primo lettore e sponsor”.
Le storie usciranno anche negli Stati Uniti, cosa cambia dal punto di vista artistico e produttivo il fatto di doversi rivolgere a due pubblici diversi, pensando anche alla serializzazione in albetti?
Marco Schiavone: Il pubblico non è diverso, è composto da lettori che vogliono leggere un bel fumetto. E noi dobbiamo, vogliamo darglielo.