Domenica 4 dicembre è scomparso Gotlib, uno dei più importanti fumettisti francesi.
Marcel Mordekhaï Gottlieb nasce a Parigi nel 1934 da genitori ebrei ungheresi. Perde il padre durante la guerra, deportato dai nazisti nel 1942 e ucciso nel lager di Buchenwald poco prima della fine del conflitto, e passa i primi anni del dopoguerra in un orfanotrofio.
Il giovane Marcel si ritrova così a dover lavorare sin dalla giovane età per pagarsi gli studi d’arte. In particolare è calligrafo presso Le Journal de Mickey, la storica testata francese dedicata a Topolino. L’attenzione e la cura per il lettering resteranno una costante nella sua carriera, tanto da diventare una delle caratteristiche principali del suo stile: non solo la sua scrittura è immediatamente riconoscibile, ma spesso Gotlib utilizza il lettering stesso come elemento umoristico fondamentale nelle sue gag.
Nel 1962 esordisce come fumettista su Vaillant, creando la serie di Nanar e Jujube. Ma è un personaggio secondario di questa serie a essere destinato a diventare una vera stella della bande dessinée, il cane Gai-Luron, ispirato al Droopy dei cortometraggi animati di Tex Avery.
Tre anni dopo arriva la svolta per la carriera di Gotlib, che si presenta alla redazione di Pilote per proporre una storia a Jean-Michel Charlier, all’epoca caporedattore del giornale insieme a Goscinny. Lo stile di Gotlib colpisce i due sceneggiatori, che ne fanno uno dei collaboratori fissi del giornale.
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Gotlib diventa uno dei disegnatori più fidati di Goscinny, che lo mise al lavoro su una nuova serie, Les Dingodossiers, che portava in Francia l’umorismo di Mad Magazine, testata che Goscinny conosceva molto bene per i suoi rapporti di amicizia con Harvey Kurtzman, adattandolo ai giovani lettori di Pilote. Ogni settimana i due realizzavano una doppia pagina che faceva satira leggera su questioni di attualità o di vita quotidiana dei ragazzini francesi, come la scuola, le vacanze, o la televisione.
Dai racconti dello stesso Gotlib, Goscinny in questo periodo diventa la sua figura di riferimento, una sorta di secondo padre, che lo porta per mano alla maturità artistica.
Ma come i padri tolgono le rotelle alle biciclette dei bambini per insegnare ad andare da soli, così Goscinny abbandona all’improvviso il suo giovane padawan. Oberato dagli impegni di scrittura di Asterix, Lucky Luke, Iznogoud e il Piccolo Nicola, oltre che dalla direzione della rivista, lo sceneggiatore lascia i testi dei Dingodossier, invitando Gotlib a inventarsi una nuova rubrica interamente sua di genere analogo.
Nasce così La Rubrique-à-brac, nel 1968, e con lei i folli personaggi ricorrenti come Isaac Newton, sulla cui testa vengono fatti precipitare continuamente i più svariati oggetti, o la coccinella, presenza fissa nelle vignette a fare da coro muto alle gag rappresentate. O ancora i poliziotti Bougret et Charolles, caricature di Gébé e Gotlib stesso, sempre alle prese con il criminale Blondeaux Georges Jacques Babylas, colpevole di ogni crimine e dal viso uguale a Goscinny.
Sulla sua nuova serie, Gotlib sperimenta l’umorismo caustico e surreale che porterà ai massimi livelli con le pubblicazioni successive, rivolte a un pubblico adulto.
Nel 1972 Goscinny rifiuta a Nikita Mandryka una storia del Concombre Masqué. Il disegnatore, stanco delle censure di Pilote, decide di pubblicarsi in proprio e fondare L’Écho des Savanes con Gotlib e Claire Bretécher.
Per i tre è la rottura con Goscinny. Gotlib, il pupillo, il disegnatore più amato, il figlio prediletto viene visto come un traditore. Goscinny non gli rivolgerà quasi più la parola, fulminandolo con lo sguardo se si incontreranno per caso; non lo inviterà nemmeno alla festa per i suoi 50 anni, a cui partecipa tutto il mondo del fumetto franco-belga tranne i tre dell’Écho. Goscinny morirà nel 1977 senza che ci sia stato un riavvicinamento tra i due.
La rottura è anche sul piano lavorativo. Gotlib non pubblicherà quasi più su Pilote, tranne una breve storia per riempire un buco nel timone, affidata a lui su intercessione di Albert Uderzo e del redattore Guy Vidal.
Nel 1974, quando l’Écho chiude, Gotlib si trova davanti a due opzioni: o provare a tornare a Pilote o creare una nuova rivista. È così che fonda Fluide Glacial.
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Su Fluide Glacial nascono i suoi personaggi più celebri. Non più frenato dai vincoli di Pilote, giornale rivolto ai ragazzi, arrivato alla piena maturità artistica, Gotlib può creare un personaggio assurdo e scorretto come Pervers Pépère (QUI un articolo in proposito) o ancora Superdupont, una versione francese ultranazionalista di Superman in lotta contro i malvagi membri dell’Anti-Francia.
Recupera anche la sua creazione giovanile, il cane Gai-Luron, per Pif Gadget, portandolo poi su Fluide con storie pensate per un pubblico adulto, la serie “Gai-Luron en slip”.
Gli anni Settanta sono stati i più prolifici per Gotlib, tra riviste fondate, personaggi inventati (come Hamster Jovial per la rivista musicale Rock et Folk nel 1971), e collaborazioni extrafumettistiche come attore, sceneggiatore di film, animatore e cartellonista.
Dagli anni Ottanta, invece, decide di concentrarsi maggiormente sulla cura di Fluide Glacial, dedicando alla rivista la maggior parte del suo tempo.
In Francia l’opera di Gotlib è stata spesso premiata ed è considerata fondamentale per lo sviluppo della bande dessinée. Nel 1975 viene insignito dal governo francese del titolo di Cavaliere delle Arti e delle Lettere. Nel 1991 vince il Grand Prix di Angoulême. Nel 2000 è Cavaliere della Legion d’Onore. Nel 2005 gli viene addirittura intitolato un asteroide, il (184878) Gotlib.
In Italia, purtroppo, le sue opere sono quasi completamente ignorate. In passato è stato pubblicato molto sporadicamente, e solo l’anno scorso due dei suoi personaggi più celebri – Pervers Pépère e Hamster Jovial – sono stati tradotti per la prima volta nel nostro paese.