Dal 2007, per il mercato dell’home video, Warner Bros. produce adattamenti a cartoni delle storie DC Comics più famose. L’uscita più recente, Batman: The Killing Joke, sta ricevendo molta attenzione dalle riviste di settore per una serie di ragioni: è un adattamento della nota storia scritta da Alan Moore, è prodotta da Bruce Timm (Batman The Animated Series) e sceneggiata da Brian Azzarello (100 Bullets), vede il ritorno di Mark Hamill come doppiatore di Joker ed è stata pensata per un pubblico adulto – in America ha ottenuto il visto censura R (vietato ai minori di 17 anni non accompagnati). Il film è in lavorazione almeno dal 2009, ma dopo la performance deludente di Watchmen al botteghino (altro film targato R), Warner Bros. aveva frenato la produzione, attendendo tempi maturi.
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[spoiler – il film differisce dal fumetto]
Ora il film è pronto per il debutto e, come raccontato dall’Hollywood Reporter, durante il Comic-Con di San Diego, DC Comics ha organizzato una proiezione del film a cui hanno preso parte i realizzatori. Dato che il fumetto era troppo breve per essere adattato in un film di novanta minuti, Timm e i suoi si sono voluti concentrare sul personaggio di Barbara Gordon (Batgirl), ampliando la sua storia nella prima mezz’ora. Nel primo atto, Barbara è combattuta tra i suoi sentimenti per Bruce Wayne e la volontà di continuare a combattere il crimine insieme a lui. Dopo una lite, scaturita dalla decisione di Batman di rimuovere Barbara dal caso su cui stavano lavorando, lei lo bacia e la regia suggerisce che i due si siano uniti carnalmente.
La reazione degli spettatori non si è fatta attendere. Finito il film, alcuni fan hanno questionato la scelta di Barbara Gordon di avere una relazione amorosa con Batman. Secondo i critici, il rapporto tra i due personaggi non dovrebbe essere di natura sessuale, bensì simile a quello tra un padre e una figlia. «Avevate parlato del fatto che volevate dare più storia a Barbara eppure il suo spazio è incentrato su Batman e sulla sua sfera amorosa» ha detto un fan.
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— ☕ (@AcroNite7) July 22, 2016
Azzarello, presente alla discussione, ha risposto che Barbara controlla gli uomini della sua vita e che questo la rende un personaggio più forte di loro. Lo spettatore, che si è in seguito rivelato essere un collaboratore del sito specializzato Bleeding Cool, ha controbattuto dicendo che gli autori stavano usando il sesso come unica caratterizzazione della ragazza. «A me piace che all’inizio della storia entrambi i personaggi si conducano a vicenda in una serie di errori che si ingrandiscono via via» ha dichiarato Bruce Timm. «Perché Batman ha una reazione esagerata e lei risponde con un’altra reazione esagerata. È una cosa molto umana.»
Secondo Timm, il sottotesto amoroso è sempre esisto nei fumetti di Batman. Perfino nella serie tv degli anni Sessanta con Adam West, che ha colto – non si sa quanto consapevolmente – questo aspetto: «È sottile, ma io l’ho sempre vista, questa attrazione tra i due.»
La stampa si è poi concentrata su un altro punto critico, presente nel fumetto e riadattato nel film: il presunto stupro commesso da Joker ai danni di Barbara. «Il fatto è che questa storia è controversa, per cui abbiamo aggiunto altre controversie», ha replicato Azzarello facendo riferimento alle accuse attorno alla storia di Moore e Bolland, criticata per aver presentato la donna come mero espediente narrativo in favore del protagonista – Gail Simone la inserì nella sua lista di esempi del topos “Donna nel frigorifero”. Lo stesso Moore, già incolpato di fomentare la rape culture in altre sue opere, ha ammesso che la sua gestione del personaggio di Barbara non è stata delle più felici.
Nel film, Batman visita un bordello chiedendo del Joker. Le prostitute gli dicono che è da un po’ che non si fa vedere e una delle donne suggerisce che «forse ha trovato un’altra ragazza». Collegando la frase alla scena in cui Joker attacca Barbara, le spara, la denuda e le scatta delle foto, Vulture, sezione del New York Magazine dedicata all’intrattenimento, ha chiesto al produttore delucidazioni in merito. «Io non ho mai pensato che l’avesse fatto, neanche la prima volta che lessi il fumetto» ha risposto Timm. «Le toglie i vestiti e la fotografa solo per far impazzire suo padre. Ma non è questo il punto: che l’abbia fatto o meno, è comunque violenza sessuale. È una cosa orribile.»
«Parte del problema è che è un adattamento di The Killing Joke», scrive l’opinionista Noah Berlatsky sul Guardian, pubblicando un pezzo critico che si aggiunge alle stroncature già ricevute da IndieWire e Collider. «Se stai raccontando una storia sessista o razzista, non è facile epurare il razzismo e il sessismo dalla storia. Rifare storie del genere è un modo con cui le narrazione razziste e sessiste vengono replicate e perpetuate. A volte puoi migliorarle. Altre no.» Berlatsky punta il dito contro il materiale di base («Perché non rifare Birds of Prey, invece, dove un gruppo di supereroine combatte il crimine senza dover chiedere il permesso a Batman?») e contro lo studio, reo di non assumere autori che non siano uomini bianchi.
Nella vita editoriale di Batman, The Killing Joke resta un nervo scoperto che continua a generare discussioni. Anche un semplice omaggio come quello di Rafa Albuquerque l’anno scorso ha creato un caso in grado di sfociare nell’informazione generalista.