Nella primavera del 2017 – anche se non c’è ancora una data certa – esordirà nelle edicole una nuova serie regolare di Sergio Bonelli Editore, interamente a colori e per la prima volta (al netto di miniserie e romanzi) ambientata in Italia, per la precisione a Roma. La notizia è stata confermata dalla casa editrice nella serata di ieri, presso il Maxxi di Roma, durante Festival La Repubblica delle idee organizzato dal quotidiano romano, in un contesto quindi solitamente poco avvezzo al fumetto. L’occasione è stata fornita dall’incontro dal titolo “Bonelli, il futuro viene da lontano”, moderato da Luca Raffaelli (giornalista di Repubblica) e al quale erano presenti Michele Masiero (direttore editoriale di Sergio Bonelli Editore), Mauro Boselli (sceneggiatore e curatore di Tex) e Alessandro Bilotta (autore di Dylan Dog e Le Storie), che è ideatore e curatore di questa nuova testata.
Il protagonista sarà Mercurio Loi, un personaggio già presentato nella collana Le Storie, sul n. 28 del gennaio 2015, con i disegni di Matteo Mosca (QUI la nostra recensione). L’unico disegnatore dello staff che è stato per ora ufficializzato è però Giampiero Casertano, veterano della casa editrice che con Bilotta ha già collaborato sullo Speciale Dylan Dog pubblicato lo scorso settembre e che è l’autore delle prime immagini mostrate.
È stato lo stesso Bilotta poi a descrivere il proprio personaggio, un professore universitario che vive nella Roma papalina: «Non è una serie storica, ma una serie ambientata in un periodo storico, un periodo mai raccontato, raramente presente nelle storie di finzione. C’è qualche film di Magni, ma è un periodo che io definirei quasi surreale: un Papa re, un mondo pieno di sette, cospiratori, anche un’atmosfera e un’architettura politica suggestiva. Il papa controllava Roma, un colpo di cannone da Castel Sant’Angelo annunciava il coprifuoco. Il clima ricordava quello di V for Vendetta».
Lo sceneggiatore ha poi descritto il suo nuovo fumetto come «una storia su un mondo di matti. Ho calcato la mano, ho voluto descrivere un mondo che possiamo definire quasi da supereroi, nel quale non c’è niente di irreale (inteso come sovrannaturale), ma più di surreale». Un racconto psichedelico, si potrebbe dire, che rappresenta il mondo di oggi, come sottolinea Bilotta, perché «la fatica quotidiana è raccontare personaggi con sentimenti e problematiche emotive di chi vive oggi e mettersi nella testa di chi viveva in quel periodo. La realtà aiuta la fantasia».
Secondo lo sceneggiatore, Mercurio è un ‘flâneur’, e tutto quello che gli succede avviene un po’ per caso, come nel Topolino di Floyd Gottfredson. E a chi dal pubblico gli ha chiesto cosa ci sarà di lui nel suo Mercurio Loi, e fino a che punto sarà solo una sua proiezione, un sogno della sua mente, Bilotta ha risposto con fermezza: «Chi realizza una storia deve diventare tutti i personaggi che compongono una storia: l’uomo che sta dietro al bancone del bar, la ragazza che attraversa la strada. La scrittura è un processo di analisi empatico fortissimo, anche per chiunque scriva romanzi. Ritrovi l’autore in quello che scrive. Anche chi realizza un’opera di finzione parla molto di sé. Mercurio Loi ha molte mie caratteristiche.»