Dopo Inside Out, a fine novembre è stato distribuito un altro film Pixar, Il viaggio di Arlo, pellicola sulla preistoria in cui si racconta dell’amicizia tra un dinosauro e un cucciolo d’uomo. Il film sarebbe dovuto uscire nel 2014 ma alcuni problemi relativi alla narrazione ne hanno posticipato la produzione e la conseguente uscita.
Per la prima volta dal 1995, quindi, a 20 anni da Toy Story, escono due lungometraggi dello studio d’animazione californiano. Proprio da quel film con i giocattoli parlanti, la Pixar ha impostato uno stile di racconto che l’ha differenziata dall’allora predominante musical Disney, preferendo storie con ambientazioni e temi contemporanei.
Il viaggio di Arlo rappresenta una prima rottura narrativa in tal senso, ma in generale la filmografia Pixar presenta molti elementi simili al suo interno. Vox ha creato una tabella in cui vengono riportati i punti comuni più (o meno) caratterizzanti, quasi tutti aderenti ai schemi classici. Quelli condivisi dalla stragrande maggioranza delle storie sono il finale in cui si è venuta a creare una nuova comunità, la crescita di un bambino, la conseguente realizzazione che nulla dura per sempre e, soprattutto, una scena con un pezzo di musica strappalacrime. Inside Out e Toy Story 2 sono gli unici film ad avere tutte le caratteristiche evidenziate – meno le macchine parlanti, ovviamente.