L’avvio delle procedure di accredito per Lucca Comics & Games 2015, negli ultimi giorni, ha suscitato una rapida ma intensa polemica nel mondo del fumetto. Numerosi autori, lamentatisi per nuovi i criteri – più stringenti che in passato – hanno infatti condiviso sui social network perplessità e critiche all’organizzazione della manifestazione. Nella giornata di venerdì 2 ottobre lo staff di LC&G, contattato da noi e da alcuni fumettisti, ha riconosciuto il problema e fatto una rapida retromarcia. Per comprendere e chiarire meglio la situazione, abbiamo raggiunto Giovanni Russo, responsabile dell’area Comics.
Allarme rientrato, dunque. I fumettisti possono ritenere risolto il problema sugli accrediti?
Nei termini in cui si è presentato, sì. Abbiamo senz’altro sottovalutato il problema e, come stiamo facendo sapere agli interessati che ci hanno contattato, rettificheremo le regole d’ingaggio. La decisione in sé era solo un tentativo (mal calcolato, ripeto) di semplificare la gestione. Detto questo, è chiaro che abbiamo affrontato il problema dal lato sbagliato, provando a stringere il protocollo più che ad attrezzarci sul fronte della gestione. A breve arriverà agli autori una nuova comunicazione con le regole aggiornate. Chiediamo a tutti solo un altro po’ di pazienza.
La gestione degli accrediti sembra diventato un nodo sempre più delicato, rispetto al passato. Perché?
Perché tocca il riconoscimento di un’identità professionale in Italia troppo a lungo negata. Anche da Lucca: sembra assurdo a pensarci adesso, ma l’Accredito Autore esiste solo da pochi anni, mentre per decenni è invalsa la prassi opaca dell’accredito tramite l’editore di riferimento. Quando lo abbiamo introdotto è stato anche per questo: non cercavamo tanto un modo per far entrare gli autori, ma per riconoscere loro la dignità del loro ruolo. I fumetti per come li conosciamo non esisterebbero senza tutta la catena produttiva che sta alle loro spalle, ma per quanto tutti gli anelli siano fondamentali è chiaro che gli autori sono la risorsa primaria. Vogliamo che gli autori vengano a Lucca, che il Festival sia per loro utile professionalmente e che vi si sentano il più possibile valorizzati, anche se non hanno libri in uscita o attività festivaliere specifiche. E basta guardarsi intorno per rendersi conto che quest’ultimo aspetto non è affatto scontato.
Poi si tratta di provare a trasformare i principi in realtà, ma qui si entra nel campo dell’azione pratica, in cui, come in qualunque attività umana, ci si scontra con difficoltà e limitazioni, e si possono commettere errori. Com’è accaduto in questo caso.
Sembra necessario trovare una linea che tenga conto delle specificità del lavoro fumettistico, su aspetti come i tempi di pubblicazione ma anche la globalizzazione della professione (sempre più autori vivono in Italia, ma pubblicano all’estero). Qual è la vostra visione?
Indubbiamente, ma non c’è una soluzione semplice. La normativa vigente richiede una registrazione personale e riscontrabile, e non è facile trovare il sistema più adatto a far fronte a tutti i casi di un mondo complesso e dalle infinite sfumature professionali come quello del fumetto italiano. Festival francesi o americani si trovano di fronte a situazioni probabilmente più strutturate, e in questo senso hanno forse vita più facile. Nel nostro specifico, i requisiti per la richiesta di accredito torneranno alla situazione precedente, ma anch’essa è ancora lungi dall’essere ideale. Nel prossimo futuro bisognerà rimetterci mano, e di sicuro dovremo farlo meglio di quel che abbiamo fatto stavolta.