Il più prestigioso festival fumettistico d’Europa è in difficoltà. Lo testimoniano le notizie – e polemiche – pubblicate dai media francesi negli ultimi giorni. «I servizi del comune di Angoulême stanno approntando una riduzione che oscillerà tra il 10 e il 50% delle sovvenzioni per il FIBD. Il Festival perderebbe così fino a 270.000 euro», ha segnalato in un articolo il quotidiano regionale francese La Charente Libre del 14 ottobre scorso, dopo l’invio di un comunicato stampa da parte dell’Associazione del Festival International de la Bande Dessinée d’Angoulême.
Il Consiglio Comunale, infatti, il 5 Ottobre scorso aveva indetto una riunione a cui erano stati invitati l’Associazione stessa e 9eArt + (l’azienda privata che organizza il festival). Obiettivo: chiarire le dimensioni del contributo comunale nel bilancio della manifestazione, e soprattutto proporre soluzioni alternative, vista la sempre più probabile riduzione dei fondi stanziati dall’amministrazione locale di Angoulême. Un chiaro segno di disimpegno, giunto in concomitanza con l’Assemblea generale ordinaria dell’Associazione del festival, che deve consegnare il bilancio al presidente del FIBD Ausou, il quale ha peraltro preferito sorvolare sulla questione inerente all’interruzione del contratto con 9eArt +, nonostante il parere contrario del Municipio, del Consiglio Generale della regione e del Ministero della Cultura.
Il destino dei fondi pubblici disponibili per il Festival, insomma, pare segnato. In un preoccupante rimpallo di responsabilità, l’Associazione – l’organismo che fin dalle origini del FIBD ne è il vero e proprio titolare, nonostante ‘deleghi’ la sua organizzazione a un’azienda provata – attraverso la persona di Delphine Groux, figlia di Francis Groux – uno dei fondatori del FIBD – si ritiene offesa, sostenendo che il sindaco si sia mosso tardi per evitare questa situazione. Il riferimento, in particolare, è a un incontro del 5 Giugno scorso, in cui il sindaco Xavier Bonnefont aveva parlato di pratiche inerenti a una semplificazione amministrativa. «Falso!» è quanto ha ribattuto lo stesso dal suo profilo Facebook. «Con la lettera del 30 Aprile ho formalmente espresso il mio desiderio di una concertazione in cui rientrassero altri finanziamenti pubblici in continuità con i nostri impegni».
Come è ormai noto da tempo, le autorità locali, tra i principali sostenitori della manifestazione, hanno diverse ragioni per ritenersi infastidite dal rinnovo del contratto tra l’Associazione del FIBD e 9eArt+. La decisione del Comune è perciò una diretta conseguenza di questa situazione, della quali il festival risultava informato. Tuttavia, Delphine Groux antepone alle ragioni del Comune le ovvie ricadute per la città, stimate a suo avviso intorno ai 4 milioni di euro, e ricorda la legittimità dell’Associazione, che ha creato questo festival più di 40 anni fa, nello scegliere il beneficiario dell’organizzazione del festival: in questo caso, per il decimo anno di fila e senza alcuna gara d’appalto, 9eArt+. Un punto questo incontestabile, ma è altrettanto vero che vista l’entità delle sovvenzioni pubbliche – oltre un milione e settecentomila euro su un bilancio di 4 milioni di euro, come riferito dal quotidiano Sud-Ovest – sembra alquanto paradossale che decisioni cruciali come quella del rinnovo contrattuale siano prese senza l’avallo delle amministrazioni locali.
Ecco perché il sindaco Bonnefont rincara la dose dicendo che, pur aiutando la manifestazione, sarebbe stato opportuno che una domanda di sovvenzione fosse stata depositata in tempo utile, visto che a tre mesi dall’inizio dell’evento, la data limite per la deposizione della domanda per la richiesta di sovvenzioni pubbliche è ormai abbondantemente superata. L’idea che le sovvenzioni pubbliche siano rinnovate per tacito consenso senza la presentazione di un progetto o di un bilancio è, per il sindaco di Angoulême, un segno di scarsa professionalità della società beneficiaria dell’organizzazione. Alcune decisioni, come quella di aumentare arbitrariamente il prezzo d’entrata o di non utilizzare luoghi come il Vaisseau Moëbius (la vecchia sede del Museo, nota anche come “edificio Castro”), perché ritenuto obsoleto, nonostante la carenza di strutture, ha costretto Bonnefont ad interrogarsi sulla portata delle sovvenzioni annuali erogate dal Comune, in vista di una maggiore trasparenza e di una concertazione maggiore e più costruttiva dei soggetti in causa.
A tre mesi dall’inizio del Festival, dunque, permangono alcune incognite dovute al braccio di ferro ancora in atto tra il Comune e gli organizzatori. E ciò potrebbe avere diverse conseguenze: dall’aumento del biglietto d’entrata sino al rischio – per la verità più paventato che reale – che l’edizione di quest’anno non si tenga. Quel che è certo, è che il futuro, per il Festival di Angouleme, si presenta molto meno roseo di quanto molti credano.