A quattro mesi di distanza dagli attentati di Parigi contro la redazione di Charlie Hebdo, una polemica coinvolge la rivista. Dopo che l’organizzazione PEN American Center – costituita da scrittori ed editori in favore della libertà di stampa – ha deciso di assegnare un premio alla rivista, sei suoi componenti – per l’esattezza Peter Carey, Teju Cole, Francine Prose, Michael Ondaatje, Rachel Kushner and Taiye Selasi – si sono rifiutati di presenziare alla cerimonia di consegna, prevista proprio per oggi.
A questi sei si sono poi aggiunti altri 29 colleghi, che hanno firmato una lettera pubblica in cui sono spiegati i motivi del dissenso:
«E’ chiaro e indiscutibile che l’omicidio di dozzine di persone negli uffici di Charlie Hebdo è disgustante e tragico. Ciò che non è né chiaro né indiscutibile è la decisione di assegnare un premio per la coraggiosa libertà di espressione a Charlie Hebdo o quali criteri, con esattezza, sono stati usati per prendere tale decisione.
Noi non crediamo nella censura dell’espressione. All’espressione di una visione, per quanto discordante, non si deve rispondere con la violenza o l’omicidio.
C’è però una differenza critica tra il supportare con fermezza un’espressione che supera l’accettabile e premiarla con entusiasmo.
In seguito all’attacco, i fumetti di Charlie Hebdo sono stati caratterizzati
[…] La nostra preoccupazione è che, concedendo il Toni and James C. Goodale Freedom of Expression Courage Award a Charlie Hebdo, il PEN non sta solo esprimendo supporto alla libertà d’espressione, ma anche valorizzando materiale offensivo in modo selettivo: materiale che intensifica i sentimenti anti-islamici, anti-Maghreb, anti-arabi già diffusi nel mondo occidentale.»
Alcuni scrittori, però, fra cui i fumettisti Neil Gaiman, Art Spiegelman e Alison Bechdel, si sono offerti di sostenere la rivista e di rimpiazzare i colleghi che hanno preferito abbandonare la cerimonia. Intervistato dal New York Times Gaiman, che aveva già speso parole di vicinanza a Charlie Hebdo dopo l’attentato di gennaio, ha detto:
Il premio PEN a Hebdo Charlie è per il coraggio. Il coraggio di lavorare dopo le molotov lanciate negli uffici nel 2011, il coraggio di pubblicare la loro rivista sfidando l’assassinio. Se non possiamo applaudire, allora tanto vale andare a casa… Sarò orgoglioso di ospitare un tavolo nella notte di Martedì.