«Il sensei è morto oggi.». Con una concisa mail, Paul Gravett, giornalista e critico inglese, è venuto a conoscenza della morte del padre del Gekiga, Yoshihiro Tatsumi, avvenuta ieri 7 Marzo 2015. Il maestro avrebbe compiuto a Giugno 80 anni.
Nato nel 1935, sin da giovanissimo Tatsumi aveva dedicato la sua vita al fumetto, seguendo le orme del «dio dei manga» Osamu Tezuka, così come ci ha narrato in prima persona nella sua monolitica autobiografia Una vita tra i margini, pubblicata in Italia da Bao Publishing.
La fama di Tatsumi è legata all’ideazione del Gekiga, una forma adulta e realista di manga, che avrebbe rivoluzionato totalmente l’approccio al medium.
Il giovane Yoshihiro Tatsumi teorizzò la necessità di un nuovo fumetto nel celebre Gekiga Manifesto del 1959, in cui auspicava l’apertura dei manga ad un realismo, che traesse ispirazione dal teatro e dal cinema, e portasse in scena la nuova realtà giapponese senza alcun ammiccamento al comico, ma nella sua scabrosa nudità e negli aspetti più aberranti.
Black Blizzard – Tempesta nera – è una delle prime prove di questa nuova filosofia, che raccolse subito accoliti (Saito, Shitaro, Koike e Nakazawa), pronti a rendere i manga più veloci, duri e violenti, per farne una cartina tornasole delle contraddizioni del Giappone. Ma, la sua fama è legata al formato breve.
Il racconto è la forma con cui Tatsumi espresse al meglio le sue idee. Nelle sue short stories il mangaka focalizza la sua attenzione sui perdenti, sui sommersi e i deboli, schiacciati e posti al margine da una società alienante e famelica.
Tatsumi così delineava le linee programmatiche del movimento Gegika:
I nostri predecessori ci avevano insegnato che il fumetto era comico e usava ellissi, deformazioni, amplificazioni delle espressioni o degli atteggiamenti, gag. Si trattava di dover far ridere il lettore. Noi però non volevamo più cose del genere… A noi interessa quindi la resa della realtà, che contenga nel suo stile l’espressione grafica, che sviluppi attraverso il disegno quello che vogliamo far capire, applicandola ai movimenti, piazzando sotto le luci, in primo piano, le teste dei personaggi da cui possiamo cogliere le emozioni del volto, cercando di riuscire a mostrare i loro stati psicologici. Noi ci rivolgiamo a lettori più maturi, in grado di comprendere
Con Tatsumi il manga per la prima volta diventa maturo e adulto, scrollandosi di dosso la patina umoristica, per diventare un luogo di osservazione e di riflessione.
La sua morte lascia un vuoto, ma senza dubbio la lezione dell’ideatore del gegika non è rimasta inascoltata.