A seguito dell’attentato terroristico alla redazione della rivista satirica Charlie Hebdo, il mondo dei media, le istituzioni pubbliche, diverse aziende e molti privati cittadini si stanno organizzando per raccogliere fondi con cui finanziare il giornale, decimato al punto da rischiare di compromettere la sua stessa possibilità di proseguire le pubblicazioni. Proviamo quindi a fare il punto sulle iniziative di cui si è a conoscenza finora, a cui molto probabilmente altre se ne aggiungeranno nelle prossime ore e giornate.
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I finanziamenti diretti
- Il governo francese, nella figura di Fleur Pellerin, ha comunicato giovedì sera a France 5 che il Ministero della Cultura sta cercando di sbloccare con urgenza circa 1 milione di euro per “assicurare la perennità” alla rivista.
- Google, attraverso il proprio fondo per l’innovazione digitale nella stampa istituito in Francia, ha donato 250.000 euro.
- Alan Rusbridge, direttore del quotidiano britannico The Guardian, ha annunciato sul proprio profilo Twitter che il gruppo editoriale Guardian Media Group prevede di devolvere 100.000 sterline (circa 128.000 euro).
- L’Unione degli editori dei giornali francesi ha istituito una raccolta fondi che al momento starebbe fruttando circa 500.000 euro. 250.000 sarebbero prelevati dal Fondo Presse et Pluralisme, costituito dalla defiscalizzazione delle donazioni private.
- L’americano David Olopon del MIT ha promosso un crowdfunding online, il cui ricavato al momento supera gli 80.000 euro.
Gli abbonamenti
Un altro tipo di sostentamento sta arrivando tramite lo strumento tradizionale dell’abbonamento. Dopo l’attentato, infatti, gli abbonamenti tramite il sito dedicato Viapress sono triplicati. Anche le istituzioni fanno la loro parte, suggerendo che per sostenere la rivista la via migliore è abbonarsi.
- La Banque publique d’investissement Bpifrance, ad esempio, ha sottoscritto 50 abbonamenti.
- Il Consiglio generale dell’Essonne ha sottoscritto 42 abbonamenti
- L’ex governatore della California e star del cinema Arnold Schwarzenegger ha annunciato su Twitter di aver sottoscritto un abbonamento via Amazon.
Il sostegno organizzativo e editoriale
- Il quotidiano francese Libération ha deciso di mettere a disposizione la propria redazione agli autori di Charlie Hebdo. I giornalisti, grafici e fumettisti della rivista satirica sopravvissuti alla strage, hanno accettato l’invito a proseguire, almeno momentaneamente, il proprio lavoro nella sede del quotidiano.
- Mercoledì, Radio France, Le Monde et France Télévisions avevano già annunciato in un comunicato congiunto che avrebbero «messo a disposizione di Charlie Hebdo e della sua squadra l’insieme dei propri mezzi umani materiali allo scopo di consentire a Charlie Hebdo di continuare a vivere».
- Anche altri gruppi dei media, da RTL a Lagardère Active (Europe 1, JDD, Elle), così come AFP, Amaury (Le Parisien, L’Equipe), France Médias Monde (RFI, France 24) e NextRadioTV (BFMTV, RMC) hanno offerto il proprio aiuto. Alcuni di essi avrebbero incontrato ieri un rappresentante di Charlie Hebdo per organizzare e suddividere le azioni di sostegno.
- Martin Rowson, presidente della British Cartoonists’ Association, in un articolo sul Guardian ha chiamato a raccolta i fumettisti per «donare disegni alla redazione di Charlie Hebdo.»
Altri aiuti
Nelle ultime ore, la più recente edizione di Charlie Hebdo è andata letteralmente a ruba. L’ormai introvabile numero 1177 sta venendo messo all’asta su eBay per cifre che arrivano fino ai 100mila euro.
eBay ha dichiarato che i proventi delle eventuali commissioni sulle vendite del settimanale verranno donate a Charlie Hebdo. I distributori che si occupano della diffusione del giornale, Messageries Lyonnaises de presse e Presstalis, hanno dichiarato che non tratterranno alcuna commissione sulla loro distribuzione del prossimo numero del giornale.
Il prossimo numero
Il prossimo numero della rivista verrà regolarmente distribuito nelle edicole francesi mercoledì prossimo con una tiratura straordinaria di 1 milione di copie. L’edizione sarà però ridotta a 8 pagine, e i contenuti saranno realizzati unicamente dal gruppo dei superstiti.
Prima dell’attentato, Charlie Hebdo versava in condizioni economiche molto precarie. La vendita media si aggirava intorno alle 30.000 copie. Una raccolta fondi organizzata dal giornale nel novembre scorso, si era posta un obiettivo di 1 milione di euro di finanziamento, ma non aveva raccolto che alcune decine di migliaia di euro.