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Games Week 2014: un’edizione di passaggio

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Per il quarto anno consecutivo si è svolta a Milano la Games Week, manifestazione dedicata al mondo dei videogiochi. Organizzata dall’AESVI (Associazione Editori Sviluppatori Videogiochi Italini), il convegno ha tentato un salto evolutivo rispetto alle edizioni passate. Da quest’anno infatti, la fiera nostrana entra a far parte del circuito europeo di Games Week, affiancando quelle di Madrid e di Parigi svolte anch’esse nel periodo di ottobre-novembre.

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L’inserimento in un’organizzazione più grande ha sicuramente giovato all’iniziativa, e si vede: per la prima volta la fiera vera e propria è stata anticipata dal Fuori Games Week, una serie di eventi gratuiti organizzati per tutta la città di Milano durante la settimana precedente. Questo tentativo di emulazione del Fuorisalone è stata inaugurato martedì 21 ottobre con la proiezione presso il Cinema Apollo del primo capitolo di Alien di Ridley Scott, per cavalcare l’onda del successo del videogiocoAlien: Isolation uscito da poco. Il giorno successivo è stato proiettato WarGames, altro film da cui il mondo videoludico ha tratto spesso ispirazione. Infine, giovedì 23 ottobre è stato il turno dei primi due episodi dell’ottava stagione della sit-com The Big Bang Theory, emblema del mondo nerd, presentati in anteprima in Italia proprio in questa occasione.

Ma come al solito l’attrazione principale si è svolta durante il fine settimana: dal 24 al 26 ottobre il Padiglione 4 di FieraMilanoCity si è trasformato nel luogo di ritrovo di tutti i videogiocatori della città – e non solo. Si deve ricordare infatti che la Games Week, a differenza di altre manifestazioni dello stesso tipo, non è indirizzata alla stampa specializzata o agli esperti del settore, bensì al pubblico di appassionati, e ha lo scopo principale di intrattenere e allo stesso tempo invogliare i possibili futuri acquirenti.

Oltre agli espositori dei tre grandi colossi dell’industria videoludica – Nintendo, Sony e Microsoft – erano presenti in prima linea anche diverse software house, prime su tutte la Ubisoft, sempre presente durante manifestazioni del genere, e Activision — produttrice della popolare serie di sparatutto Call of Duty. Ad ogni stand era possibile provare diversi titoli di prossima uscita oppure annunciati durante l’E3 di quest’anno, molti dei quali in anteprima.

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Per rimanere al passo coi tempi, uno spazio espositivo è stato ritagliato per i così detti giochi indie (contrazione del termine inglese “independent”, ossia indipendenti), un fenomeno in grandissima crescita grazie soprattutto alla diffusione di smartphone e tablet, ma ormai sbarcato anche su console e PC.
In questa edizione è stato dato risalto in particolar modo agli sviluppatori italiani, tutti presenti sul posto per parlare con gli interessati. Per i giovanissimi sviluppatori era inoltre possibile – previa una lunghissima trafila per la registrazione – ottenere un incontro con degli editori per ricevere consigli e critiche sui loro progetti.

Ma provare videogames in anteprima non è stata l’unica attività da svolgere durante la fiera: c’erano animatori sempre pronti a trascinare i visitatori sui diversi palchi per sfide a Just Dance 2015 o Mario Kart 8, diversi tornei di simulatori di guida e picchiaduro hanno accompagnato la finale mondiale della FACEIT Counter Strike: Global Offensive League, e per la prima volta in quattro anni è stata organizzata una gara di cosplay a tema videoludico.

Anche per questa edizione quindi l’intrattenimento è stato l’obiettivo principale degli organizzatori, forse in parte anche per mascherare una mancanza di vere novità da rivelare alla pubblico e soprattutto agli specialisti del settore. Ma la ricetta sembra funzionare: fin dalle prime ore del primo giorno, orde di ragazzi e ragazze si sono riversate nel padiglione; nel giro di pochissimo tempo si sono create lunghe code per provare i giochi, soprattutto quelli più popolari come il già citato Call of Duty e Assasin’s Creed.

Durante i giorni seguenti la situazione è andata a peggiorare (o migliorare, a seconda del punto di vista) tanto da obbligare nella giornata di sabato a chiudere il temporary shop dell’Unieuro allestito solo per i tre giorni di fiera all’interno del padiglione stesso.

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Lo stand-negozio è stato preso da assalto a causa dei prezzi stracciati fatti per l’occasione sia su console che videogiochi, ma la gente era così tanta che si è stati costretti a sospendere la vendita per permettere il defluire della folla.

Forse gli stessi organizzatori hanno sottovalutato la possibile affluenza, e forse è tempo di scegliere una location più adeguata per poter gestire al meglio così tanta gente. In passato il mercato videoludico italiano non è stato dei più fiorenti, né dal punto di vista dei consumi né da quello della produzione; ma in questi ultimi anni sembra che la tendenza sia cambiata, e l’Italia fluttua tra un terzo e un quarto posto in entrambi gli aspetti, dietro a giganti come la Gran Bretagna, la Francia e la Germania. Sia grazie al balzo tecnologico degli ultimi anni che ha permesso ai videogiochi di assomigliare sempre di più a film interattivi, sia grazie all’ingresso nelle vite di tutti degli smartphone – per i quali vengono sviluppati sempre più giochi – il settore videoludico è stato sdoganato e cattura una fetta di pubblico ogni anno sempre più grande.

Anche con questa edizione Milan Games Week si conferma l’appuntamento più importante per tutti gli appassionati di gaming della penisola. La speranza è che al successo economico si accompagni un maggiore prestigio della manifestazione a livello internazionale, e che l’organizzazione sia in grado di gestire la situazione per rendere l’evento più godibile e non solo divertente.

*Questo articolo è scritto da Erin De Pasquale (@SirRexin) e apparso originariamente su VulcanoStatale.it, che ne ha concesso la ripubblicazione.

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