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La guerra in Ucraina secondo il giornalismo a fumetti di Igort [intervista]

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Il settimanale di attualità politica Left, questa settimana, dedica una serie di articoli alla Russia e alla guerra in Ucraina. Oltre ai testi scritti di Paolo Nori e Cecilia Tosi, a fornire una testimonianza sulla condizione della popolazione ucraina c’è un fumetto realizzato da Igort.

Igort, oltre a realizzare l’illustrazione di copertina – in cui un rabbioso orso russo minaccia le terre che lo circondano, a simboleggiare l’imperialismo post-sovietico – pubblica su Left un contributo a fumetti intitolato Carbone, in cui racconta come sia diventato duro, in Ucraina, l’approvvigionamento di materie prime, specie ora, in vista dell’inverno.

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L’autore, dopo aver scritto e disegnato i due libri Quaderni ucraini (2010) e Quaderni russi (2011), è rimasto a stretto contatto con le conoscenze e le amicizie strette in due anni trascorsi in quei paesi. «Ho moltissimi amici in Ucraina e Russia, li sento ogni sera. E ho contatti diretti con persone che rappresentano le comunità ucraine in Europa, e nord America», ci ha raccontato quando lo abbiamo sentito in merito a questa storia beve che ha realizzato riguardo a una testimonianza raccolta appena pochi giorni fa, il 5 settembre.

Seppur di appena due pagine, il suo contributo pubblicato su Left colpisce per come è vero e diretto, lontano dalle piazze delle rivolte, ma dritto nel mostrare il disagio della persona qualunque. È in corso uno scontro subdolo, che riesce a evadere dall’illusione di verità che danno i grandi mezzi di comunicazione come la televisione e Internet. «Nello scenario si inserisce un elemento che l’europa e molti di noi non sono abituati ad affrontare» dice Igort, «la cosiddetta dicinformacija, la disinformazione, che nonostante agisca al tempo di internet rappresenta il classico granello di polvere capace di inceppare il meccanismo più sofisticato. Lavov, ministro della difesa russa nega ogni evidenza, davanti alle foto satellitare della NATO che mostra chiaramente le truppe russe in Ucraina sostiene che sono foto di videogames. E molti ci cascano. Poi, per carità c’entra anche l’ideologia, che funge spesso da paraocchi. Io non ho tesi preconcette. Mi limito a osservare. Però conosco la realtà sul terreno, voglio dire, la frequento. Non faccio come molti rivoluzionari da tastiera che al caldo dei loro caminetti sindacano dei torti e delle ragioni di una o dell’altra parte».

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La prima vignetta di Carbone

In una condizione di possibile diffidenza nei confronti dell’informazione ufficiale, quando qualunque immagine può diventare virale in internet e disinformare con una didascalia fuorviante, il reportage a fumetti non è meno vero di una fotografia, anzi, anche se poi, ammette Igort, «si tratta solo di onestà intellettuale, è quella la merce rara. Il reportage disegnato offre la possibilità di dare voce a persone che non hanno diritto alla parola. A me interessa mostrare come cambia la vita di tutti i giorni. Una guerra non è solo una guerra perché porta morte e distruzione. Una guerra ha conseguenze tragiche nella quotidianità, contribuisce a disastri ecologici, coinvolge persone innocenti. Se posso, nel mio piccolissimo, cerco di usare il mio lavoro in modo etico. Credo che il fumetto possa aprirsi a questa visione, che possa anche, magari, essere utile. A farci riflettere».

Quaderni Russi e Quaderni Ucraini raccontavano da dentro ciò che erano diventate quelle terre nel post-Unione Sovietica, erano appunti ed esperienze dirette riportati in forma di fumetto. Se ciò che Igort raccontava in quei libri erano le scosse di assestamento dopo il terremoto dello scioglimento dell’URSS, la storia recente registra scosse di un nuovo terremoto, di una nuova guerra.

«Perché non fai un post scriptum disegnato? In fondo quello che sta succedendo è la conseguenza di quello che tu racconti nei Quaderni ucraini e Quaderni russi», gli ha suggerito Art Spiegelman, come ci ha raccontato Igort, incitandolo a proseguire il suo lavoro di indagine e reportage. «Ci ho pensato, ha ragione, e dunque mi sono messo all’opera. In Italia saranno ristampati a breve i quaderni ucraini e ci sarà questo nuovo triste capitolo di attualità. Ma, la Storia, per me, lo ribadisco è sempre e solo la storia delle persone, della povera gente. Io è a loro che dedico il mio modesto lavoro»

Già da mesi, l’autore riporta testimonianze e riflessioni negli interventi che sul suo blog chiama Diari Ucraini. Non ha mai smesso di vivere a contatto con quelle terre e quella gente.

«Io penso di continuare a raccontare, ho scritto anche degli articoli, pubblicato delle foto che mostrano le menzogne della propaganda, raccontato le storie che i miei amici hanno vissuto sulla loro pelle. Famiglie smembrate, persone che vanno per i sessanta richiamate in servizio nell’esercito. Altri che sono fuggiti e rischiano la corte marziale.

Il mio lavoro non è solo fumetto. Ma questo, fatalmente è il linguaggio che amo di più. Dunque sì, credo di continuare a raccontare, a raccogliere le testimonianze, a disegnare quello che vedo».

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Una tavola da Quaderni Ucraini

La sopracitata ristampa di Quaderni Ucraini uscirà per Coconino Press questo autunno, in occasione del festival Lucca Comics. L’editore ci ha inoltre comunicato che il nuovo graphic novel a cui Igort ha lavorato negli ultimi mesi, Quaderni Giapponesi, uscirà il prossimo anno, anziché in autunno, come precedentemente annunciato. Quaderni Giapponesi è un libro che racconta esperienze dirette dell’autore nel Paese del Sol Levante, a stretto contatto con la cultura e col fumetto giapponese, tra autori, esperienze personali e aneddoti. Sempre sul blog dell’autore è possibile vederne in anteprima immagini, resoconti e riflessioni.

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