La storica rivista letteraria americana Paris Review, nel suo numero autunnale ospiterà il fumettista Chris Ware con una lunga intervista. Il magazine letterario non è nuovo all’interesse per il fumetto d’autore, e sul suo sito è possibile reperire diverse interviste e articoli dedicate ad autori come Robert Crumb, Paul Hornschemeier, o Alison Bechdel.
Sul proprio sito, la Paris Review ha diffuso un breve estratto dall’intervista a Ware, in cui l’autore parla della propria visione di cosa sia un libro (e in particolare un libro a fumetti), sottolineandone la fisicità e tridimensionalità:
Un libro può essere una sorta di metafora del corpo umano: ha un faccia che può rivelare l’identità o una menzogna; ha una spina (dorsale); è più grande all’interno di quanto lo è all’esterno. La disposizione delle vignette, delle pagine e dei capitoli costituisce essenzialmente una scultura, sia nello spazio che nella memoria del lettore. Ritengo anche che ci sia una certa armonia poetica tra la fisicità del libro e intangibilità di ciò che contiene, come i nostri corpi contengono anche i noi stessi da bambini seppelliti da qualche parte, per non parlare poi di ciò che definiamo coscienza, nascosta anch’essa da qualche parte.
Uno dei motivi che ha mantenuto vivo il mio interesse nei fumetti è stata la sua capacità di evocare la quadrimensionalità dell’esistenza, e un sacco di mie opere del periodo successivo al diploma – pretenziosi personaggi che attraversano le vignette, sedie rotanti nello spazio – erano una sorta di irrilevante esercizio intorno a quella possibilità, che già suggerivano l’idea che ho della pagina, del libro, eccetera, in quanto forma “costantemente esistente” che prende vita quando viene letta. I fumetti migliori fanno sembrare che i disegni prendano vita sulla pagina e rendono le connessioni visive tra le pagine e tra i capitolo concretamente espliciti, il che è una cosa totalmente diversa dal guardare pagine e pagine di testo. Senza tirarla troppo per le lunghe, ma a differenza della normale lettura, che induce cecità nel lettore, i fumetti evocano quella sensazione di risveglio che si ha vedendo e ricordando direttamente sulla pagina.
Chris Ware è autore di numerosi graphic novel, tra cui il toccante racconto generazionale Jimmy Corrigan, il ragazzo più in gamba della terra e il recente “libro di libri” Building Stories, una opera che rispecchia a pieno il pensiero espresso da Ware in questo estratto, portando la forma libro a raccontare e illustrare la vita sia narrativamente che graficamente.