Ce Livre devrait me permettre de résoudre le conflit au Proche-Orient, d’avoir mon diplôme et de trouver une femme, di Sylvain Mazas (Vraoum Editions)
Il titolo completo è esageratamente lungo, già. Inoltre, il libro è in francese (inedito in Italia) e racconta poco della Palestina e molto del Libano, destinazione di un breve soggiorno semi-lavorativo da parte dell’autore. Ma l’originalità di questa opera ‘minore’ risiede nello spiegare il Medio Oriente seguendo un percorso – e un metodo – curioso: realizzare un saggio sulla ricerca della felicità, scegliendo come ‘caso’ il contesto mediorientale, e ricorrendo continuamente (e ironicamente) a schemi, diagrammi, forme geometriche, freccine.
Mazias disegna in stile essenziale e diaristico alla Guy Delisle, ma soprattutto insiste sulla logica delle argomentazioni ‘didattiche’, con cui prova a spiegare problemi sia generali che particolari, come la situazione dei rifugiati palestinesi in Libano, o le differenze culturali tra Europa e Medio Oriente. Un fumetto sul buon senso e sull’ottimismo instancabile, spiritoso (ma non per questo privo di sguardo critico), ricco di buone trovate grafiche con cui – chissà – “risolvere il conflitto in Medio Oriente, ottenere un diploma e trovare una donna” (Vraoum Editions).
Portraits of Israelis and Palestinians: For My Parents, di Seth Tobocman (Soft Skull Press)
Seth Tobocman è uno degli artisti indipendenti americani più impegnati non solo nel fumetto giornalistico, ma in particolare in quello di indagine e – come si diceva un tempo – di ‘controinformazione’. D’altra parte, con Peter Kuper o Eric Drooker, è stato tra le anime della rivista di “controgiornalismo a fumetti” World War 3 Illustrated.
In questo agile volumetto l’autore mette da parte il suo tipico segno spesso e compatto, ispirato alla tradizione dell’incisione su legno, per darsi a matite e schizzi molto più liberi e spontanei. Il libro nasce a seguito dell’esperienza vissuta da Tobocman, nel 2002, come insegnante di arte ai bambini di un villaggio fuori Ramallah, in Palestina. Rientrato in America, e intenzionato a raccontare la propria esperienza, ma soprattutto la vita di quelle popolazioni ai parenti e amici di origini ebrea, Tobocman mise insieme questo interessante sketchbook, ricco di illustrazioni e appunti presi sul luogo.
Israël – Palestine entre guerre et paix, di Uri Fink (Berg)
Uri Fink è uno degli autori più affermati della scena fumettistica israeliana, un grande nome attivo sin dagli anni Ottanta, quando iniziò con opere di fantasia, per poi passare a lavori più complessi e personali, come Gogi Stories (sull’esperienza genitoriale), fino a The Jungle Book, che parodizza l’intera scena della politica israeliana, e Israël – Palestine entre guerre et paix.
Quest’ultimo, in particolare, riflette l’impegno dell’artista di attivista pacifista e mostra la sua audace critica delle politiche israeliane. Uri Fink racconta la vita quotidiana di un israeliano che vuole la pace, ma che si ritrova assorbito nelle logiche che regolano la politica del suo paese. Fink racconta la propria vita, mostrandone più periodi, e soprattutto mostrando l’evoluzione del proprio pensiero nei confronti del conflitto israelo-palestinese. Influenzato, sia nel disegno che nella scrittura, dalle opere di Joe Sacco, Fink costruisce la testimonianza diretta e tangibile di quegli israeliani – minoritari, ma certo non ‘invisibili’ – contrari al conflitto.
Torture blanche, di Philippe Squarzoni (Delcourt)
Philippe Squarzoni, forse il fumettista francese “militante” per eccellenza (in Italia, è stato tradotto solo il suo anti-global Garduno), in Torture Blanche offre una testimonianza sul conflitto israelo-palestinese a seguito di una sua partecipazione a una missione umanitaria in Palestina, a cavallo tra il 2002 e il 2003.
Il libro racconta il viaggio dell’autore nei territori occupati, mostrando le dure condizioni di vita del popolo palestinese, non senza mostrare la netta e consapevole opinione dell’autore. Il libro è un’analisi del conflitto, che ripercorre le origini della nascita dello stato di Israele, mettendone però in risalto gli interessi politici, spesso al limite delle derive (post-)colonialiste. Grazie anche a un segno asciutto e particolarmente dettagliato, Squarzoni crea un libro in realtà molto fruibile, utile e completo, che aiuta a capire a fondo una realtà complessa e difficile da percepire attraverso l’informazione ufficiale.