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Quanto vendono i fumetti Bonelli: i dati 2014

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Come se la passa il mercato del fumetto italiano, in questo 2014? A quanto emerge dalle parole – e dai dati – della principale casa editrice di fumetto ‘da edicola’, Sergio Bonelli Editore, si potrebbe dire: discretamente, ma non bene. La crisi esiste, e non si sta arrestando.

Poiché i dati che circolano, talvolta, sulle vendite dei periodici Bonelli (che non sono monitorati da organismi ‘pubblici’ come ADS) sono spesso parziali o imprecisi, per fare il punto abbiamo voluto incontrare direttamente Davide Bonelli e Mauro Marcheselli, rispettivamente Direttore generale e Direttore editoriale della SBE. A loro abbiamo chiesto di raccontarci alcune cifre relative alle testate ‘simbolo’ della casa editrice milanese: le 12 serie regolari (mensili e bimestrali), fra cui i classici Tex e Zagor, ma anche le più recenti Dragonero e Orfani. “Troppo presto per avere numeri stabili su Lukas“, invece, ovvero la nuova miniserie creata da Michele Medda che ha debuttato a marzo. Ecco quindi i dati che ci hanno fornito (cliccate per ingrandire):

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Come è evidente da questi numeri, Tex Willer e Dylan Dog continuano ad essere i cavalli di battaglia dell’editore. E di gran lunga, visto che ad Aprile 2014 hanno totalizzato oltre il triplo (se non quasi sei volte tanto, per Tex) della terza serie, Julia. Rispetto a due anni fa – come riportava all’epoca il blog di Matteo Stefanelli – la parte centrale della classifica registra inoltre il testa a testa sempre più favorevole a Julia su Nathan Never, e la relativa stabilità del longevo Zagor.

Tuttavia, l’andamento complessivo è evidente: i fumetti da edicola per eccellenza – i ‘bonelliani’ – vivono una costante contrazione del venduto medio. E per quanto Tex rimanga la grande ammiraglia del fumetto popolare italiano, ormai anch’essa è scesa sotto il tetto delle 200mila copie al mese. Naturalmente le differenze di periodicità, prezzo di copertina (che vanno dai 3,20/3,30€ ‘canonici’ ai 4,50€ di Orfani o 5€ di Martin Mystère) e costi di produzione influiscono molto sulla salute economica delle testate, alcune delle quali più redditizie (o meno) di quanto lasci intuire la loro posizione nella classifica di vendite. Per farci un’idea più precisa, a Marcheselli abbiamo chiesto anche qualche commento sulle tendenze in corso.

Dal punto di vista di Sergio Bonelli Editore, qual è la tendenza generale in atto, nel pubblico del fumetto da edicola? Quali vostre testate stanno guadagnando lettori (o sono stabili) e quali mostrano invece una progressiva erosione?

Per noi il mercato è in sofferenza ormai da tanti anni. Chiamatela crisi o come volete, ma la verità è che il pubblico dei nostri lettori si riduce significativamente, anno dopo anno. E’ un fenomeno che riguarda tutte le nostre testate, e non conosce soste. Paradossalmente le vendite calano mentre l’interesse per i fumetti, guardando ai numeri delle varie manifestazioni che si tengono annualmente in giro per l’Italia, sembra aumentare. L’erosione, in generale, varia tra il 3 e il 5%. Le testate più stabili (o meno instabili) sono Tex e Zagor.

Come sono andate le ultime collane in allegato ai quotidiani (Zagor Collezione storica a colori, Dylan Dog Collezione storica a colori, Tex Speciale a colori, Tex Gold)?

Zagor si è difeso ottimamente, visto che la serie doveva essere di 30 numeri e arriveremo al 143 (e non è detto che ci si fermi lì…). Attualmente vende intorno alle 13.000 copie settimanali. Dylan Dog, invece, non è andato bene. Ha chiuso intorno alle 8.000 copie, nel quadro dei 50 volumi previsti. Tex Gold è partito bene, e si è assestato sopra le 40.000 copie settimanali.

Ritenete che il web abbia influenzato le vendite di Dragonero e Orfani, le due serie sulle quali avete investito di più in comunicazione? Prevedete ulteriori attività online?

I risultati di Dragonero e Orfani non si discostano da quelli delle altre ultime serie e miniserie presentate, quindi non saprei dire se il (per noi) nuovo modello di comunicazione adottato per il loro lancio abbia prodotto i risultati sperati… Di certo proseguiremo a utilizzare i nuovi canali di comunicazione anche per il futuro. Senza esagerare, però.

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