Lunedì hai postato su Soundcloud dieci canzoni di un album dal titolo “Polaroidi”. Non ci è voluto molto perché diventasse una notizia. Delle tue passioni musicali – suonare e comporre, magari in compagnia di altri fumettisti – sapevamo. Ma che stessi progettando un intero album, ci ha sorpreso. Facci capire: com’è andata?
Ho messo i pezzi su Soundcloud per farli ascoltare al mio socio nel progetto “Polaroidi”, perché pensasse a delle batterie da farci sopra. Poi ho fatto una prova per vedere se funzionava tutto e ho scoperto (troppo tardi) che Soundcloud postava su Facebook i miei ascolti. Quando ho imparato a scollegare le due piattaforme era troppo tardi. Giovanni De Mauro di Internazionale se le è ascoltate tutte e le ha messe sulla home del giornale, poi Il Post le ha riprese e poi sono finito pure sui portali di musica. Per questo chiedo scusa a tutti i musicisti veri che magari si fanno un mazzo tanto per fare ascoltare e dare diffusione alle proprie canzoni. Chiedo scusa davvero.
Pare insomma che tu faccia musica senza troppi obiettivi, per diletto – come tanti. È un passatempo, come i videogiochi? O è qualcosa di simile a quanto hai fatto con i cortometraggi – o con gli strampalati video sul tuo canale YouTube?
È l’equivalente dei cortometraggi, ma in musica e con maggiore vergogna. Nella musica non c’è davvero troppo spazio per l’incapacità. Insomma, una musica cantata e suonata di merda da veramente noia, per quanto humour ci si possa mettere dentro. Per quello, dal 1999 a oggi, non avevo praticamente mai messo fuori niente.
La prima canzone è proprio di 15 anni fa. Era un periodo terribile, mi sentivo l’ultimo dei falliti e avevo un amico, Lorenzo Bartolini, che credo si sentisse come me – anche se lui, in verità è un super musicista – così ci trovavamo e suonavamo: lui la chitarra (anche se è un batterista) e io improvvisavo i testi. Tutti i pezzi dei Polaroidi, da allora, sono stati fatti così, con il testo inventato sul momento e buona la prima, senza possibilità di aggiustamento (come una Polaroid, appunto) se poi il testo funzionava ed era buffo allora facevamo cori e controcanti, ma sempre sulla prima base originale.
Nel tempo altri amici musicisti veri hanno suonato nelle canzoni, da Paolo Pee Wee Durante a Fabio Ammannati, Alessandro Paolucci, Gabrio Baldacci. Musicisti seri che ogni tanto vengono al manicomio. Io mi diverto tantissimo, la musica scema è una specie di droga. Le ultime canzoni, quelle che sono sfuggite al controllo, le ho fatte nell’ultima settimana. Una specie di febbre emorragica (non)musicale.
E quindi: che fine ha fatto la band composta dai fumettisti ‘parigini’ Manuele Fior, Giacomo Nanni, Massimo Colella…e Gipi?
Credo che Alessandro Tota abbia preso il mio posto. E sono molto offeso.