Non c’è niente – o quasi – che Osamu Tezuka non abbia studiato, inventato, sperimentato, nella convinzione che il fumetto e l’animazione fossero forme d’arte dalle infinite potenzialità. Ed è curioso scoprire che la sua eredità (circa 500 volumi per oltre 150.000 tavole disegnate, oltre a serie tv, lungometraggi, spot e film pilota) comprende anche alcuni cortometraggi sperimentali.
Deluso dalla direzione mainstream intrapresa dal settore dell’animazione, verso la fine degli anni ’60 Tezuka decise di dedicarsi alla sperimentazione pur trovandosi nell’oceano di debiti lasciati dalla sua casa di produzione, la Mushi Pro. I corti erano destinati ai festival oltreoceano: con essi Tezuka voleva dimostrare di essere in grado di raccogliere consensi all’estero e acquisire la stessa reputazione degli autori che amava, come Walt Disney e Bruno Bozzetto (l’autore italiano era enormemente stimato dal mangaka giapponese, che non perdeva occasione, nelle rare occasioni d’incontro, per rivolgergli inchini… e domande. Fumettologica ne ha parlato di recente con lo stesso Bozzetto, qui).
Tra i corti, i più noti sono senza dubbio Pictures from an exhibition (1966), ovvero la risposta di Tezuka al Fantasia disneyano, e Jumping (1984), una storia narrata attraverso la soggettiva di un personaggio che cammina saltando, sempre più in alto e sempre più lontano. Incredibilmente all’avanguardia rispetto alle tecniche dell’epoca, il corto fu realizzato con l’ausilio di un plastico degli ambienti attraversati dal protagonista, necessario per capire come disegnare la prospettiva e l’angolazione della soggettiva.
Tutti i corti sperimentali di Tezuka sono reperibili online.
http://www.youtube.com/watch?v=vmps58jF_F4