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Festival di Angoulême 2014: i vincitori

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Si è conclusa oggi l’edizione numero 41 del Festival Internazionale del Fumetto di Angoulême. Un’edizione segnata dalle polemiche intorno alle nuove regole per l’elezione del Grand Prix – più aperte e “democratiche” secondo alcuni, più confuse e “populiste” secondo altri. Ma anche un’edizione ricca di mostre ben selezionate e progettate – da “Jacques Tardi e la Grande Guerra” a Gus Bofa, fino all’affascinante excursus sul tema del sogno nella storia del fumetto – e di un Concorso ufficiale i cui risultati hanno incoronato, fra gli altri, due autori sempre più apprezzati in Italia: Alfred e Rutu Modan.

Il Grand Prix de la ville d’Angouleme 2014 è stato assegnato a Bill Watterson, creatore di Calvin & Hobbes, cui spetterà, come di consueto, il ruolo di Presidente dell’edizione 2015 (sempre che l’autore americano, da anni lontano dalle scene, opti per una inattesa – quanto poco probabile – apparizione).

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Il Palmarès delle opere in concorso, ha quindi assegnato i seguenti Premi:

Il Fauve d’or per il Migliore album è andato a Come prima di Alfred (Delcourt; in uscita in Italia a maggio, per Bao Publishing), viaggio on the road dolceamaro di due fratelli italiani, nell’Italia degli anni Sessanta, in seguito alla morte del padre.

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La proprietà dell’israeliana Rutu Modan (Actes Sud) è andato il Premio speciale della Giuria. Il graphic novel dell’autrice di Exit Wounds, che racconta anch’esso un viaggio – quello di una nonna e di una nipote, a Varsavia, sulle tracce di un appartamento abbandonato durante la guerra – aveva già conquistato il Premio Gran Guinigi a Lucca Comics&Games 2013.

Il Premio alla migliore Serie è stato assegnato alla surreale serie indipendente Fuzz & Pluck vol.2 dell’americano Ted Stearn (Cornélius; in Italia un volume è stato pubblicato nel 2013 da 001 Edizioni), dedicata alle sgangherate vicissitudini della strana coppia costituita da un orsetto di peluche e un pollo spennato.

Il Premio Rivelazione, dedicato alle nuove scoperte editoriali, ha visto un curioso ex-aequo tra la raccolta Le livre de Léviathan, del’americano Peter Blegvad (L’Apocalypse; visto in Italia, anni fa, sulle pagine di “Linus”) e Mon ami Dahmer, dello statunitense Derf Backderf (Çà & Là): il primo è una delle strips moderne più sofisticate e radicali per la sperimentazione formale, il secondo racconta le riflessioni dell’autore che frequantò, anni fa, il futuro – e celeberrimo – serial killer noto come “il cannibale di Milwaukee”.

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Il Prix jeunesse, riservato alle pubblicazioni destinate ai lettori giovanissimi – bambini e ragazzi – è stato assegnato al secondo volume dei Carnets de Cerise (Soleil), opera dei francesi Joris Chamblain e Aurélie Neyret.

Il Premio al Patrimonio, destinato alle migliori riedizioni e recuperi storici, è andato invece a Cowboy Henk, gioiellino nonsense dei fiamminghi Herr Steele e Kamagurka (Frémok).

Il Premio Fauve polar/SNCF, focalizzato sul genere giallo/noir, ha incoronato Ma révérence, dei francesi Wilfrid Lupano e Rodguen (Delcourt).

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Il Premio al Migliore fumetto alternativo, infine, è andato a una rivista svizzera: Un fanzine carré.

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Al di fuori del Palmarès ufficiale, va inoltre segnalato quanto meno il pluri-premiato graphic novel (già Prix Landerneau de la BD, e Prix coup de coeur al festival Quai des bulles di St-Malo) Mauvais genre di Chloé Cruchaudet (Delcourt), che ha conquistato il Premio del pubblico sponsorizzato dalla catena di librerie Cultura.

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