Il 31 dicembre 2013, il mensile cartaceo “La Repubblica XL” ha chiuso. È la fine di un’esperienza iniziata il 25 agosto 2005, che ha coinvolto nel corso degli anni buona parte dell’intera dimensione culturale (in primis musicale, ma anche artistica, giornalistica e fumettistica) italiana.
Un giornale, come scrive lo stesso direttore Luca Valtorta in uno dei suoi ultimi editoriali pubblicati, che ha sempre cercato di mescolare l’alto col basso, il mainstream con l’underground, con la precisa volontà di costituire un polo importante per la cultura giovanile contemporanea meno omologata. Un giornale che ha assegnato al fumetto, fin dall’inizio, un ruolo centrale all’interno della linea editoriale da seguire.
“Il fumetto per me è sempre stata una parte fondamentale nella progettazione del giornale, fin da quando si è cominciato a lavorare a XL, verso la fine del 2004 – ci ha raccontato lo stesso Valtorta, intervistato pochi giorni fa. “In particolare, è sempre stata importante la costante attività di scouting nei confronti dei giovani fumettisti. Con XL abbiamo cercato di presentare al pubblico italiano una parte di fumetto che non era mai stata pubblicata prima nei circuiti della grande distribuzione. Penso per esempio ai Freak Brothers, ai lavori di Daniel Clowes (prima che fosse pubblicato da Coconino), a Flaschko di Nicolas Mahler, ma anche ad autori italiani – grazie alla collaborazione di David Vecchiato – come AlePOP, Alberto Corradi, Maicol & Mirco, Squaz, Tuono Pettinato, Ratigher, Dottor Pira e tanti altri. È così che abbiamo iniziato a essere presenti anche nelle fiere più importanti, da Lucca Comics a Napoli Comicon, a Mantova Comics, a Romics.”
Un lavoro importante, quello svolto da XL nei confronti dei fumettisti italiani di nuova generazione. Sulle sue pagine, fino al mese scorso, avevano una presenza fissa molti dei nomi sopracitati, più altri fuoriclasse come Massimo Giacon, Diavù, Pino Creanza, Ale Giorgini, Alessandro Baronciani. “Purtroppo – prosegue Valtorta – in Italia è dura parlare del fumetto alternativo al grande pubblico. Quello che manca del tutto è una stampa attenta, un impegno dei media nei confronti di questa dimensione. Per esempio, un festival da record come quello di Lucca non viene neanche coperto con un servizio dal TG1! È una situazione strana, a tratti incomprensibile: la cultura fumettistica non riesce in alcun modo ad affermarsi presso i media”.
E adesso, quindi, che cosa succederà? Questa è la domanda. Già, perché in realtà XL, sebbene non più pubblicata, vive ancora sul web e sui social. Che cosa avverrà, di conseguenza, nel mondo del digitale?
“È un momento di grande confusione – spiega Valtorta. “Sappiamo che il marchio XL è importante e che sul web funziona bene. Ho presentato quindi un nuovo piano editoriale all’azienda, ma allo stato attuale non so ancora che cosa avverrà. Noi intanto andiamo avanti. E con risultati ottimi. A me piacerebbe ovviamente potenziare la parte relativa al fumetto. Ma bisognerà vedere se mi daranno ascolto”.
Fumettologica ha chiesto anche a un gruppo di autori e giornalisti, presenti sulle pagine di XL, di commentare la notizia della chiusura del giornale. Nelle pagine seguenti, le loro risposte.