Tra gli autori che negli ultimi anni hanno conquistato un ruolo di primo piano nel fumetto indipendente nordamericano, c’è senza dubbio il creativo e prolifico Dash Shaw. Da quando, grazie all’odissea familiare raccontata nel poderoso volume Bottomless Bellybottom (2008), si è affermato come autore maturo, la sua carriera è stata contraddistinta da una manciata di opere di grande qualità, tra fumetto e animazione (suo, infatti, anche un video per la band Sigur Ros, presentato al Sundance Festival nel 2012). L’artista newyorkese sembra davvero non fermarsi un attimo.
Nel 2013 sono stati ben tre i suoi titoli pubblicati, e tutti concettualmente ben diversi l’uno dall’altro. Il tascabile New Jobs, dalle pagine colorate e dal segno spontaneo, steso su un taccuino, incentrato su una vicenda intimista ipermoderna; Stories, che mostra attraverso tavole dai materiali stratificati la tecnica con cui unisce collage, storyboard e Photoshop; infine il mastodontico New School, dove raccoglie per certi versi l’esempio del David Mazzucchelli di Asterios Polyp – un po’ come con Bodyworld (2010) estremizzava certe soluzioni del Chris Ware di Jimmy Corrigan – sperimentando con i colori e la costruzione della pagina.
Prima sul suo Tumblr – dove è piuttosto attivo – poi sul sito del suo editore principale, Fantagraphics Books, Shaw ha annunciato per il 2014 la pubblicazione di due nuovi volumi. E una volta ancora, si annunciano due produzioni originali e diverse tra loro. Il primo, ad aprile, sarà un albetto di sole 32 pagine che si intitola curiosamente Cosplayers; con i suoi colori sgargianti, il breve fumetto segue le vicende di due giovani cosplayer, impegnati tra la creazione dei propri costumi e la realizzazione di video amatoriali.
Per ottobre, invece, è prevista l’uscita di Doctors, un volume di 96 pagine le cui tavole paiono in linea con il caratteristico stile lisergico evocato dai colori e dal segno di Shaw. Affascinanti anche le copertine, che svolgono bene la loro funzione di sintesi, e paiono quasi di “manifesto” della sua iconografia, tanto diretta e ‘cruda’ quanto sottilmente destabilizzante.
Sebbene opere come Bodyworld e New School siano ormai riconosciute – dalla critica e dai colleghi, oltre che dai lettori – tra i principali riferimenti della produzione recente di graphic novel americani, gli editori italiani sembrano ancora scettici sulla rilevanza di Shaw, e restii ad avviare una prima traduzione. Fra le ragioni, probabilmente, vanno considerate sia le difficili scelte stilistiche dell’autore (formati, scelte cartotecniche, colorazioni) che la stessa – scarsina – ricettività del mercato nostrano nei confronti della nuova generazione degli autori indie nordamericani.
Dal nostro punto di vista, ci sentiamo di consigliarlo: Dash Shaw è uno degli autori americani da seguire. Per la sua capacità di immaginazione, nervosa e inquieta, complessa e radicale; ma anche per l’abilità nel sintetizzare uno spirito del tempo, che porta il fumetto a confrontarsi con codici artistici sofisticatamente pop.