In uno dei più bizzarri casi di plagio degli ultimi tempi, l’attore americano Shia LaBeouf, famoso per il blockbuster Transformers e per l’atteso e controverso film a sfondo sessuale di Lars Von Trier, Nymphomaniac, rischia pesanti azioni legali da parte di Daniel Clowes. Labeouf è accusato di aver copiato la storia, i personaggi e i dialoghi del fumetto Justin M. Damiano di Clowes, usandoli per creare il cortometraggio HowardCantour.com. Eric Reynolds, associate publisher di Fantagraphics Book, una delle case editrici del fumettista, interrogato dal quotidiano Publisher Weekly ha dichiarato che “Clowes sta valutando tutte le opzioni legali”. E ancora, rispondendo a Buzzfeed dopo aver visionato il film: “è assurdo e surreale. Sembra che non possa scrivere una parola senza copiare da qualcun altro. All’inizio sembrava perfino divertente, ma più la cosa va avanti più diventa grottesca e triste”.
Nei giorni seguenti alla scoperta del plagio, Labeouf si è scusato ripetutamente sul proprio profilo Twitter, ammettendo le sue colpe. Ma, incredibilmente, le scuse dell’attore si sono rivelate a loro volta dei plagi. Scrive Labeouf: “Merely copying isn’t particularly creative work, though it’s useful as training and practice. Being inspired by someone else’s idea to produce something new and different IS creative work, and it may even revolutionalize the “stolen” concept.” Secondo Buzzfeed sembra infatti che il tweet in questione sia stato preso pari pari da Yahoo Answer:
I primi dell’anno LaBeouf ha commissionato a Skywriting Aerial Ad un messaggio in cielo lungo circa 8 chilometri sulla zona di Los Angeles. Purtroppo per lui, Clowes vive a Oakland, nella zona di San Francisco. L’attore lo ha anche twittato:
Il tweet è stato seguito da molti altri, che si sono rivelati ancora plagi. Scrive l’attore: “You have my apologies for offending you for thinking I was being serious instead of accurately realising I was mocking you”, riportando la frase di un politico del Texas proferita durante un dibattito anti-aborto. In un tweet successivo, invece, riprende alla lettera le scuse di Kanye West a Taylor Swiff e ancora, Tiger Woods, Robert McNamara, Mark Zuckerberg e parole rubate da un tweet del rapper Gucci Mane:
Nei giorni seguenti il sito Bleeding Cool, specializzato in fumetti e intrattenimento, ha pubblicato un’intervista a Labeouf, in cui emergono particolari sorprendenti. Le risposte date dall’attore, infatti, sembrano in gran parte copiate da terzi. Noncurante di tutto ciò, e dopo diversi altri divagamenti personali sul plagio e l’arte via tweet, ieri Labeouf ha pubblicato sul proprio profilo l’ennesima frase sconcertante accompagnata da una foto: l’annuncio del nuovo progetto “Daniel Boring”.
Peccato che David Boring sia un fumetto di Daniel Clowes pubblicato nel 2000 e che le parole dell’attore siano le stesse usate dal fumettista per definire il suo lavoro in una intervista su The Comics Journal #233 (2001). In risposta è arrivata una e-mail dell’avvocato di Clowes al legale di Labeouf, il quale si è premurato di postarla subito sul social network:
Nella lettera si può leggere: “Il tuo cliente è chiaramente fuori controllo.”
E ancora: “Deve fermare la sua condotta impropria e bizzarra diretta a Mr. Clowes e le sue opere, e il tuo cliente deve prendere tutte le misure necessarie e appropriate per rimediare ai suoi torti.” Prosegue l’avvocato: “Stiamo aspettando dal 27 dicembre di sentire come il signor LaBeouf intenda rendere ragione, perché tutto quello che è successo è inoltre un atto illecito” e chiosa: “Lasci stare Mr. Clowes, e affronti e risolva immediatamente questi problemi”.
Non si sa dove voglia arrivare l’attore americano o perché abbia preso di mira proprio Daniel Clowes e quali saranno le conseguenze. Si sa, invece, che LaBeouf è un amante dei fumetti e che autoproduce mini-comics. Eccolo nell’aprile del 2012 presentare i suoi lavori al C2E2, una convention di Chicago.
Forse Labeouf ha manie di protagonismo. Forse pensa di farsi pubblicità. Quello che è certo è che non è la prima volta che l’attore copia le sue idee da qualcuno. In questi giorni in diversi si sono accorti di altri plagi. Dan Nadel, editor di The Comics Journal e direttore della da poco dismessa casa editrice PictureBox, ha dichiarato che LaBeouf ha scopiazzato il testo della pagina “About” del proprio sito rimpiazzando la parola Picturebox con il nome della sua etichetta.
Anche Melville House, editore indipendente di Brooklyn, ha scoperto che LaBeouf ha copiato intere parti del libro The Little Girl and the Cigarette di Benoit Duteurtre (Melville House, 2011) usandole nel suo mini-comics Stale N Mate. Di seguito una comparazione fra fumetto e testo originale:
-“Stale N Mate”
Seemingly indifferent to the fate that awaited him—Donal Thomas continued to look obstinate in the antechamber of the execution room. A silent exchange pitted the condemned man. Very calm in his demeaner. Against the director of the institution.
-“The Little Girl and the Cigarette“:
Seemingly indifferent to the fate that awaited him, Désiré Johnson continued to look obstinate. In the antechamber of the execution room, a silent exchange pitted the condemned man,a tall young black man, very calm under his dreadlocks, against the director of the institution.
Ma non è tutto, perché nel mini-comics Lets [sic] Fucking Party, Labeouf si concede di copiare la poesia Assault di Bukowski:
-“Lets [sic] Fucking Party”:
“Poets don’t anger anyone. Poets don’t gamble.
Here, they don’t assassinate poets. Here, they don’t notice them.”-“Assault”:
“Lorca was shot down in the road but here
in America the poets never anger anybody.
the poets don’t gamble.
their poetry has the smell of clinics.
their poetry has the smell of clinics.
where people die rather then live.
here they don’t assassinate the poets
they don’t even notice the poets.”
Verrebbe da definirlo un “plagiatore seriale”, un megalomane, totalmente senza freni o remore. D’altronde sono noti i suoi problemi con la legge. Negli anni LaBeouf ha collezionato una serie di denunce per guida in stato di ebbrezza, rissa e turpiloquio. È stato arrestato più volte e per i casi più disparati. Il più eclatante è forse quello per assalto all’arma bianca. Ma è stato messo dentro anche per aver fumato in un luogo vietato, per non essersi presentato in tribunale e per aver causato un incidente d’auto.